Una storia d’amore alle prese con la disabilità Martina & Erika
Martina & Erika
Perché la storia d’amore tra Martina ed Erika rappresenta la vittoria del pregiudizio nel pregiudizio? Semplice, perché entrambe raccontano con i fatti come una coppia gay riesca ad abbattere i limiti della disabilità ed essere felici. La 28enne Martina Donna, a causa di una mancanza respiratoria al momento del parto, tutt’ oggi per muoversi utilizza una sedia a rotelle; nonostante questo ha sempre affrontato la sua situazione di persona disabile a testa alta e col sorriso. È stato proprio grazie all’atteggiamento positivo adottato nei confronti della vita da Martina che le ha permesso di ottenere tutto ciò che desiderava, compreso l’amore di Erika, sua attuale compagna da 9 anni. Erika dal canto suo, fin dal primo momento in cui ha incontrato per caso Martina in un locale di Milano, si è sentita travolta da un fiume in piena. Si è trattato di uno di quei rari casi in cui scatta il colpo di fulmine tra due persone predestinate? Per Martina ed Erika è stato così; a partire da quel primo incontro non si sono più lasciate, non solo hanno iniziato la loro relazione nel giro di qualche giorno dal loro primo incontro, ma dopo tre mesi sono andate a convivere insieme. Per molti iniziare una relazione con persone disabili e conseguentemente il dover fronteggiare tutti i giorni il dilemma delle barriere architettoniche e specialmente quelle culturali che, ancora oggi, sono presenti nella
“L’amore che provo per Martina non ha ostacoli che tengano, in realtà per gestire le difficoltà di una disabilità motoria basta solo organizzare la propria quotidianità nei minimi dettagli. Sembrerà incredibile ma io e Martina siamo persino riuscite a salire sulla Torre Eiffel, arginando tutti i problemi del caso “
nostra società, rappresenta un deterrente nella scelta di avere come compagno/a una persona disabile. Per Erika non lo è mai stato: “l’amore che provo per Martina non ha ostacoli che tengano, in realtà per gestire le difficoltà di una disabilità motoria basta solo organizzare la propria quotidianità nei minimi dettagli. Sembrerà incredibile ma io e Martina siamo persino riuscite a salire sulla Torre Eiffel, arginando tutti i problemi del caso”, conclude con convinzione Erika. Dalle dichiarazioni di Erika si evince che l’amore vero (all’interno della coppia stessa) non ha barriere, ma che dire dei pregiudizi provenienti dal mondo circostante? È un dato di fatto che oggi in Italia il tema disabilità e amore è visto dall’opinione pubblica con diffidenza; quest’ultima infatti non concepisce il compagno/a della persona con disabilità in quanto tale, ma come assistente; quando poi la relazione di coppia è di tipo omosessuale, lo sbigottimento altrui è maggiore. Da dove nascono tali pregiudizi? la causa principale va ricercata nel bigottismo culturale persistente nella nostra società: se da un lato la maggior parte delle persone comuni rimane stranita dal fatto che una persona normodotata possa decidere di vivere una relazione con un’altra con disabilità perché ne è attratta, dall’altro pensare che tra questo tipo di coppie possano esserci anche quelle omosessuali è moralmente inconcepibile. Naturalmente, nel caso in cui qualsiasi coppia che non rappresenti la “normalità” socialmente accettata, viene additata dagli altri; la noncuranza è l’arma migliore in questi casi: “tutte le volte che io ed Erika veniamo discriminate in quanto coppia omosessuale poco ce ne importa - ribadisce Martina - perché non è un problema nostro se non veniamo accettate. Nonostante questo in realtà, noi non siamo fortunatamente mai state protagoniste di episodi di omofobia particolarmente rilevanti”. La testimonianza di Martina ed Erika merita di arrivare a tutti perché costituisce la vittoria del pregiudizio nel pregiudizio, dove il vero amore è capace di rispondere solo alle leggi del cuore.