PERCHÉ IL MODELLO MILANO È QUELLO VINCENTE
La città meneghina è oggi la vera locomotiva d’Italia. Città europea e cosmopolita dove si respira positività e dove le opportunità non mancano per nessuno, basta avere le capacità e la volontà di coglierle. Sei anni fa ho preso una decisione importante e sofferta per la mia azienda; spostare una parte degli uffici direzionali da Roma a Milano. Mesi fa la scelta definitiva di trasferire anche la parte restante. Qui è stato possibile trovare giovani capaci e determinati, ma il turn over è alto grazie alle tante occasioni lavorative che ci sono. È, infatti, difficile o quantomeno molto più raro, sentir parlare di precariato. Il mondo del lavoro qui è talmente fluido che un impiegato può facilmente lasciare un impiego per poi trovarne uno nuovo anche in pochi giorni. Naturalmente fatte le dovute eccezioni. Il rapporto con la pubblica amministrazione è come tra cliente ed esercente. Si può richiedere un informazione alla Camera di Commercio con una semplice email e ricevere risposta dopo soli dieci minuti. Non credo ci sia poi bisogno di soffermarsi sugli aspetti legati alla vivibilità della città soprattutto comparata con lo stato pietoso in cui verte oggi la Capitale. Trasporti efficienti, decoro urbano, senso civico, rispetto della clientela anche da parte degli esercenti più “turistici”. Forse anche questo ha determinato il superamento di Roma da parte di Milano nella classifica degli arrivi annuali di turisti. Potrei elencare centinaia di opportunità che questa città mi ha dato negli ultimi anni, una tra tutte quella di portare in Italia nel 2020 la Convention mondiale IGLTA sul Turismo LGBTQ. Opportunità che per molti anni ho inseguito tentando un dialogo con le varie amministrazioni che si sono susseguite a Roma senza successo. Milano con il Sindaco Sala hanno, invece, dimostrato apertura mentale e lungimiranza. Sarà questa un’opportunità per la città di dare risalto al tessuto turistico locale e nazionale ospitando oltre 500 tra manager e CEO delle più importanti aziende turistiche internazionali. L’ennesima occasione persa per una città che come Roma dovrebbe essere il punto di riferimento dell’industria turistica. di Alessio Virgili