Sempre più + impegnata, genderless e con voglia di evasione
Impegnata, genderless e con voglia di evasione
Dopola fashion week milanese e, a seguire, quella parigina si può iniziare a mostrare i tratti di quella che sarà la moda, ma non solo, nei mesi prossimi. A Parigi gli stilisti hanno espresso le loro differenti personalità sulle passerelle con alcuni che hanno mostrato e dimostrato le proprie direzioni impegnate sul nostro futuro come pianeta, sul principio di trasformare e riutilizzare capi inusati, l’etico, il sociale e la diversità. Noi ne abbiamo raccolte alcune di queste modalità, iniziando da Vivienne Westwood che ha approfittato della sfilata per accendere, bene e forte, i riflettori sull’impellenza ecologica e le ingiustizie globali, in un mondo completamente globalizzato e fuori controllo. Una collezione che ha spaziato tra nobili tenute vittoriane e look molto più umili, come per esempio le tuniche realizzate con pezzi di stoffa e frange di stracci. Oppure l’immagine stampata della tigre di Sumatra, specie in via di estinzione, il pesce gigante in tessuto portato in equilibrio sulla testa e il cappello a forma di nido di uccello per rammentare l’impatto dell’inquinamento sulla natura. Come dichiarato dalla Maison, gli abiti sono stati realizzati con tessuti fatti a mano in Mali, o dismessi da produttori italiani. Rimanendo sempre fedele alla sua impronta, etica e sociale, il designer
indiano Rahul Mishra mixa due temi contrapposti: la crescita urbana delle megalopoli e la natura. Con le sue collezioni ha permesso a circa 300 ricamatori delle bidonville di Mumbai, con i proventi del lavoro svolto, di poter tornare a vivere nei loro villaggi insieme alle famiglie. Un vero e proprio inno alla “slow fashion” che insiste fortemente sull’importanza di aggiungere un valore durevole a degli abiti che raccontano una storia, attraverso un modello socialmente sostenibile responsabilizzando l’importante comunità artigianale dell’India agricola. Per chiudere la breve carrellata parliamo di Haider Ackermann, lo stilista di origine colombiana che ha presentato una collezione minimal, androgina e austera, dove donna e uomo si mixano tra loro come in una foschia lattiginosa. La sfilata è iniziata con una serie di look in giacca e pantaloni grigi, dove con fatica si distingueva l’unico modello woman. Il seguito della sfilata è proseguito sulla stessa scia per concludersi con la sera, dove lui e lei si vestono con completi kimono in seta jacquard con fodera nera, reversibili 2in1.