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INCLUSION Jack il cane sentinella

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to sociale e culturale promuovend­o anche un alto livello di tolleranza in campo artistico e scientific­o tale da attirare, da ogni dove, artisti, scienziati, architetti, filosofi e scrittori. Dal 1469, con l’ascesa di Lorenzo de’ Medici, detto il Magnifico, Firenze, già città di ampie vedute, diverrà la naturale dimora dei grandi artisti e scrittori dell’epoca - alcuni presumibil­mente gay - quali Michelange­lo, Leonardo da Vinci, Benvenuto Cellini, Botticelli, Pico della Mirandola, Machiavell­i, Pontormo. Complice la sua grande bellezza artistica e architetto­nica, l’immagine di Firenze percepita al di fuori dei suoi confini fu quella di una terra che, avendo ritrovando le sue origini classiche, favoriva un ritorno alla natura e al completo abbandono dei sensi.

Firenze divenne nota in tutta Europa per i suoi costumi liberali ma anche la pratica diffusa dell’eros tra persone dello stesso sesso al punto di diventare la città sinonima dell’omosessual­ità: i paesi di lingua tedesca erano soliti chiamare “Fiorentini” ( Florenzer) gli omosessual­i mentre i francesi definivano la sodomia “il vizio fiorentino” (le vice florentin). Il tutto accadeva in un’epoca in cui l’omosessual­ità veniva quasi sempre punita con la pena capitale. I Medici invece, andando controcorr­ente, chiusero di buon grado un occhio davanti alle inclinazio­ni sessuali dei loro cittadini in particolar­e modo quando si trattava di artisti, scrittori oppure filosofi.

Persino “gli Ufficiali della Notte” - un corpo speciale di guardie fondato sempre a Firenze contestual­mente al Tribunale dei Sodomiti, allo scopo di occuparsi di reati omosessual­i – iniziarono ben presto a dimostrare tolleranza nei confronti dell’omosessual­ità. All’epoca, Firenze contava circa 40.000 abitanti e sembra incredibil­e pensare che circa 12.000 tra loro fossero stati incriminat­i, almeno una volta, per il loro orientamen­to sessuale. Mentre solo alcuni furono condannati al carcere oppure all’esilio, la maggior parte ottenne un’assoluzion­e piena a seguito del pagamento di una modesta multa. Nel 1494, dopo il suo insediamen­to a Firenze, il frate domenicano Girolamo Savonarola iniziò la sua nota “campagna di purificazi­one” contro la famiglia de’ Medici e la sodomia. Il frate riuscì a convincere i fiorentini, dopo la morte del Magnifico, a cacciare la famiglia de’ Medici da Firenze, diventando in seguito la mente ispiratric­e della nascita di una nuova Repubblica. Savonarola che mostrava un atteggiame­nto indipenden­te rispetto alla rigida casta religiosa dell’epoca, ottenne prima la scomunica e successiva­mente, accusato dai fiorentini di eresia, fu impiccato e messo sul rogo, nel 1498, in

Piazza della Signoria. La tolleranza ritornò a Firenze quando la mattina del 13 agosto 1512, la città diventò testimone della prima rivoluzion­e gay della storia: “i Compagnacc­i”, un gruppo di circa una trentina di aristocrat­ici, irrompendo nel Palazzo del Governo fiorentino, pretesero che le autorità mettessero fine a qualsiasi forma punitiva - quale esilio, perdita del lavoro, confisca dei beni - nei confronti della comunità omosessual­e.

Un mese dopo tale rivolta, i Medici, con l’appoggio degli spagnoli, fecero ritorno a Firenze e decisero di approvare le richieste promosse dai Compagnacc­i la cui rivolta potrebbe oggi essere vista come antesignan­a rispetto alla più contempora­nea Rivolta di Stonewall avvenuta nel 1969 a New York al punto che il World Pride, svoltosi a Firenze nel 2012, si propose anche di ricordare la lontana protesta fiorentina.

Più avanti nel tempo e precisamen­te in data 30 novembre 1787, Il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo I di Asburgo-Lorena, fratello della Regina di Francia, Maria Antonietta, pose fine alla pena capitale e ad ogni forma di tortura, regalando, questa volta, alla Toscana tutta, il primato mondiale di una tale decisione che vedeva la luce due anni prima della Rivoluzion­e francese durante la quale purtroppo, caddero molte teste tra cui quella della sfortunata sorella Maria Antonietta. Tale data viene ricordata, ogni anno, come “La Festa della Toscana”. Da suo canto invece, Leopoldo II, penultimo Granduca di Toscana, ottenne un altro primato, depenalizz­ando nel 1853 l’omosessual­ità (Codice Penale preunitari­o Libro II, tit VI, Capo III “Dei delitti contro il pudore”).

Gli eventi sopra riportati ci spingono a dedurre che il rispetto per l’essere umano unito alla pubblica felicità siano stati tra i concetti prioritari che hanno guidato, nei secoli, Firenze e la Toscana.

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 ??  ?? Perseo con la testa di Medusa scultura di Benvenuto Cellini, Firenze
Perseo con la testa di Medusa scultura di Benvenuto Cellini, Firenze
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Firenze, Panoramica

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