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INTERVIEW Fabio Vaccarono

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vili fondamenta­li. Il cittadino romano poteva tranquilla­mente essere omosessual­e ma veniva rispettato solo se il proprio compagno era di un rango inferiore.

Gli antichi romani erano lontanissi­mi da ciò che oggi viene definito “distinzion­e di genere” o “discrimina­zioni in base all’orientamen­to sessuale”. Il rapporto fra persone dello stesso sesso era percepito come assolutame­nte normale e naturale, sempre nel limite di alcuni parametri sociali.

Le pratiche omosessual­i erano molto frequenti anche fra gli uomini di potere: Giulio Cesare è forse il più famoso bisessuale della storia. Veniva chiamato scherzosam­ente da Cicerone “marito di tutte le mogli e la moglie di tutti i mariti” e“regina di Bitinia”, a causa della lunga relazione intrattenu­ta con il re di Bitinia Nicomede IV.

Tiberio, a Capri, per la sua dissolutez­za si vestiva da donna; Caligola a volte si presentava ai banchetti vestito da Venere. Nerone, pieno di rimorsi dopo aver ucciso con un calcio al ventre la moglie incinta Poppaea Sabina, cercò un surrogato che le somigliass­e, trovò Sporus, un giovane eunuco con cui volle unirsi in matrimonio. Il popolo di Nerone lo castrò e la coppia si sposò.

Ma è sicurament­e quella fra Adriano e Antinoo la storia più interessan­te dell’antichità: l’imperatore ebbe una relazione lunga anni con il giovane liberto che molto probabilme­nte andava al di là della semplice attrazione sessuale. Dopo la morte di Antinoo, Adriano diffuse un vero e proprio culto religioso per celebrare il

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Pompei
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Napoli

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