QUANDO GLI APPLAUSI AL SENATO ITALIANO AFFOSSANO L’ECONOMIA DEL TURISMO
Era passata alla Camera dei Deputati questa legge che aspettavamo da tempo. Il DDL Zan ci avrebbe messo al pari di altri Paesi europei e del mondo, in un elenco di civiltà che ci ha visto sul podio incontrastato nella storia, ma che invece, oggi, ci pone al pari di situazioni di chiusura retrograda che non appartengono alla realtà del nostro Paese.
In un quadro nazionale in cui paghiamo i mali dell’era del disamore per la politica, il voto segreto mostra ancora una volta lo scollamento degli eletti dai propri elettori. L’applauso, le esultanze da stadio, hanno, purtroppo, fatto il giro del mondo.
Una cosa importante solo a livello interno, è diventata, con la sguaiatezza del gesto, un focus internazionale. Così tutti hanno capito cosa sarebbe stato il DDL Zan e come i suoi obiettivi di prevenzione e il contrasto della discriminazione e della violenza basate su sesso, genere, orientamento sessuale, disabilità o identità di genere sono stati vanificati. Una bocciatura che continuerà a lasciare impuniti i reati d’odio per discriminazione razziale, etnica o religiosa, a lasciare impunito chi discrimina omosessuali, donne, disabili. A noi che operiamo nella promozione del turismo LGBTQ+ il quadro delle conseguenze negative sull’immagine del Paese è stato chiaro immediatamente. Abbiamo ricevuto moltissimi messaggi dai nostri partner internazionali.
Si tratta di investimenti bruciati, di un’idea distorta che diamo al mondo in un momento in cui la sicurezza è diventato il primo requisito di ogni domanda turistica. Sicurezza e sostenibilità sono i nuovi mantra del turismo e noi ci siamo rovinati con le nostre stesse mani.
Va detto che immediatamente sono partite in tutta Italia manifestazioni di protesta contro questa sciocca bocciatura. Proprio perché quello che è avvenuto sugli scranni, è fuori dal contesto reale della società italiana. Le manifestazioni non erano dei pride. Vi hanno partecipato tutti. Questo testimonia ancor più che l’accoglienza del turismo LGBTQ+ è iconica e genera trend positivi di attrazione di tante persone, anche al di fuori della comunità LGBTQ+, persone che vogliono sentirsi turisti in un paese libero, di tendenza, moderno e sicuro.
Per questo aziende private, enti di promozione internazionale, strutture ricettive, ricominceranno a investire per far capire ai mercati mondiali che l’Italia è un luogo di accoglienza. E QMagazine è fra questi.
Siamo fiduciosi che riusciremo a ricostruire la nostra immagine e a vincere anche nella tutela dei diritti, come abbiamo vinto quest’anno nella musica, nello sport, nell’enogastronomia. Dai palchi dell’Eurovision a quelli delle Olimpiadi la libertà di espressione, il gender fluid, segna una nuova era, mentre non c’è serie tv al mondo senza un amore gay. Il mondo è questo e noi ci siamo dentro.
Per fortuna anche le Istituzioni, pronte alla immediata ricostruzione. Un primo messaggio importante per la tutela dei diritti, ci arriva dal Ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, il quale ha istituito la figura d’inviato speciale per i diritti umani delle persone LGBTQ+, chiamato a coordinare l’azione della Farnesina nella tutela e promozione dei diritti LGBTQ+ nel mondo.