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Sopra, un Cincillà, mammifero molto longevo che in cattività vive anche fino a 20 anni, è molto resistente alle malattie e di rado sviluppa patologie.
Nella foto più grande un furetto, mammifero carnivoro piccolo e vivace, ideale per chi ha case non molto grandi. Può essere un grande compagno di gioco per i bimbi, che vanno educati al rispetto di questi animali e sempre supervisionati dai genitori.
CRICETI, CAVIE E CONIGLI
Proseguiamo, infine, con i consigli da parte dell’Ordine dei medici veterinari di Milano, secondo il quale i criceti non sono la scelta migliore per un bambino: non sono animali da tenere in braccio perché soggetti a cadute, possono facilmente mordere e non hanno una vita lunga (circa 3 anni). Le cavie richiedono una gestione accurata, specie nell’alimentazione: sono erbivori stretti e hanno bisogno di una costante integrazione di vitamina C. Altrettanto erbivori e più diffusi in ambito domestico sono i conigli che necessitano di vaccinazioni periodiche e sterilizzazioni, soprattutto le femmine, per evitare che si presentino patologie uterine analoghe a quelle canine (come endometrite e piometra). Quanto all’allevamento, non vanno chiusi in gabbia, ma gli si deve garantire un ambiente ampio e sicuro, ovvero privo di piante tossiche e cavi elettrici. Dal punto di vista comportamentale, il coniglio è un animale molto territoriale e, senza un adeguato iter di inserimento, può diventare molto aggressivo se un nuovo soggetto viene inserito nel nucleo familiare. Un’alimentazione sbagliata può causare seri problemi alla dentatura e all’organismo in genere. Il coniglio si nutre di cibi vegetali, specialmente fieno e verdure fresche. Una somministrazione di alimenti sbagliati può alterare la crescita dei denti in forma e lunghezza oppure agire negativamente sulla digestione se il piccolo mammifero ingerisce pane, grissini, pasta, dolci e affini: possono presentarsi gravi forme di “dismicrobismo” a livello intestinale, con episodi di meteorismo e fermentazioni anomale, che si traduce in alterazioni della circolazione sanguigna (a causa della dilatazione intestinale che comprime gli organi vicini) e nel possibile riassorbimento di tossine (prodotte dalla fermentazione anomala), portando l’animale a morire per “enterotossiemia”.
PAPPAGALLO ALLEVATO A MANO
L’uccello domestico ritenuto più allettante per un neofita è il pappagallo allevato a mano (ossia svezzato dall’allevatore e non dai genitori) che è, però, particolarmente soggetto a problemi comportamentali, soprattutto in età adulta, che possono richiedere l’intervento di medici veterinari specializzati. Una delle manifestazioni più classiche di queste problematiche è la “sindrome da autodeplumazione”, ovvero uno stato di ansia e depressione che porta il soggetto a strapparsi le piume e le penne fino a lesionarsi, nei casi più avanzati, la pelle. Ciò è dovuto generalmente al fatto che il pappagallo è cresciuto privato della convivenza con esemplari della stessa specie, portandolo a identificarsi con la specie umana ed esponendolo a una frustrazione di tipo sessuale: il pappagallo inizierà a corteggiare i proprietari senza ricevere in cambio le attenzioni desiderate.
TARTARUGHE TERRESTRI E D’ACQUA
Un rettile appena acquistato va immediatamente sistemato in un adeguato terrario in cui siano riprodotte le condizioni ambientali idonee. Per molte specie è richiesto il possesso dell’opportuna documentazione rilasciata dal negoziante. Il
rettile più presente nelle case e nei giardini d’Italia è la tartaruga. Possedere tartarughe terrestri reperite in natura è vietato dalla legge, pertanto gli esemplari di proprietà (acquistati legalmente oppure riprodotti in cattività) dovrebbero essere identificati tramite un microchip. Le tartarughe d’acqua crescono molto in fretta e non vanno liberate dato che competono pesantemente con la nostra tartaruga palustre (Emys orbicularis) endemica e a rischio di estinzione.
PESCI: ABBINARE SPECIE CON STESSA DIETA
Quanto ai pesci, l’aspetto più importante è quello di abbinare specie che hanno lo stesso regime alimentare. Per esempio, specie del genere Tropheus, dei pesci endemici del lago Tanganika (secondo lago africano per estensione dopo il Vittoria), potrebbero essere accompagnati da appartenenti al genere Petrochromis perché entrambi prettamente erbivori. Un errore dietetico, somministrando cibi troppo ricchi di proteine, per esempio, può essere fatale. L’acquario è bene che sia il più grande possibile: in un piccolo spazio un qualsiasi incidente (come la morte di un pesce o un eccesso di cibo non consumato) porta rapidamente a un peggioramento delle condizioni di vita dei pesci a causa dell’inquinamento da composti azotati, ammoniaca e nitriti. In una vasca di grandi dimensioni c’è una maggiore stabilità ambientale grazie al maggiore volume di acqua.
I rettili, si sa, amano il caldo, ma entro certi limiti. Se le lampade o i tappetini riscaldanti sono accesi tutto il giorno durante la stagione torrida, la temperatura potrebbe essere eccessiva, verificare di non superare il livello ideale, meglio connetterli a un termostato e spegnerli per qualche ora. Cambiare sempre l’acqua, che deve essere fresca e pulita.
Gli anfibi hanno bisogno di un substrato del terrario sempre sufficientemente umido, meglio vaporizzarlo abbondantemente più volte al giorno. Evitare che la luce del sole illumini direttamente terrari e paludari, rischiando di inaridirli.
Posizionare l’acquario distante dalle finestre. Per ridurre l’eccessivo aumento della temperatura dell’acqua si può togliere il coperchio. In commercio si trovano dei refrigeratori esterni per evitare il surriscaldamento della vasca. Ricordarsi di cambiare l’acqua.
Posizionare in ambienti freschi pappagalli e uccellini, lontani dal sole nelle ore di punta. L’importante, comunque, è che ci sia una buona illuminazione e ventilazione, evitando, però, che il nostro amico piumato sia esposto alla corrente. Acqua e frutta fresca sono d’obbligo, gradita la vaschetta per il bagnetto.
Prima di partire in vacanza, se non possiamo portarli con noi, lasciamoli da amici o, come ultima ipotesi, in una struttura seria e conosciuta, non improvvisata.