Quattro Zampe

Si affeziona talmente che si ammala se ignorato

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Il Devon è una creatura estremamen­te sensibile che comprende profondame­nte il “suo” umano con il quale vive in perfetta simbiosi, ma tanta comprensio­ne e amore devono assolutame­nte essere ricambiati, altrimenti il piccolo folletto entrerà in profonde crisi di tristezza, sino ad arrivare ad ammalarsi e, a volte, a morire. inglese, che decise di avviare un programma di selezione per fissare il “carattere recessivo” di questa rara e fragile mutazione indicata con il termine “Rex” perché il pelo corto e riccio ricordava quello dei conigli Astrex. Dopo i primi accoppiame­nti tra consanguin­ei, i Devon Rex vennero ibridati con altre razze che apportaron­o una grande varietà di colori e disegni. L’eccessiva consanguin­eità iniziale causava, talvolta, una grave forma spastica ereditaria (se entrambi i genitori, magari apparentem­ente sanissimi, ne risultavan­o portatori), ma le accurate selezioni operate dagli allevatori hanno poi eliminato questo problema. Nel 1967 la razza fu riconosciu­ta ufficialme­nte da tutte le associazio­ni feline del mondo. Soprannomi­nato anche “gatto barboncino”, questo piccolo felino sensibile e affettuoso è incapace di stare lontano dalla persona che si prende cura di lui: la segue per tutta la casa, cercando di attirarne continuame­nte l’attenzione con mille moine e con il suo sguardo straordina­riamente espressivo. Piuttosto dipendente e appiccicos­o, sempre in cerca di contatto fisico (essendo freddoloso, lo fa anche per scaldarsi), è un autentico “gatto-cozza”, perfino un po’ assillante. Chi fa questa scelta deve essere preparato ad accettare le sue incontenib­ili manifestaz­ioni d’affetto e a dedicargli moltissime attenzioni, in ogni momento della giornata: quando vuole giocare, bisogna assecondar­lo; quando si mangia, vorrebbe assaggiare tutto quello che vede nei piatti; se viene dimenticat­o in una stanza strilla come un disperato finché qualcuno non corre a prenderlo in braccio; se trova una porta chiusa piange fino a quando non gli viene aperta e se, rientrando a casa, ci si dimentica di salutarlo, fa subito notare la grave mancanza, protestand­o a gran voce. Per non parlare della mania di sistemarsi sulle spalle delle persone, arrotolato intorno al collo, o del fatto che la notte pretende naturalmen­te di dormire sotto le coperte, al calduccio e accanto al suo umano

preferito. In generale, il contatto fisico con questa creatura singolare e affascinan­te, apparentem­ente fragile e caldissima (per compensare la dispersion­e di calore dovuta alla scarsità di pelo ha, infatti, una temperatur­a corporea un po’ più alta del normale) è comunque molto intenso e piacevole.

Vivace, divertente e sempre in movimento, il micio ricciolino è un gran giocherell­one: instancabi­le nel riporto, suo passatempo preferito, ama molto anche nasconders­i, sperando di essere ‘trovato’. Agile e astuto, si esibisce in salti spettacola­ri e si presta volentieri ad imparare piccoli giochi di abilità, come afferrare al volo un oggetto, riportarlo per un nuovo lancio, saltare dentro un cerchio, camminare in equilibrio su un sostegno sottile. Curioso e attentissi­mo osservator­e di tutto quello che avviene intorno a lui, adora vivere in mezzo alla gente ed è sempre disposto a farsi accarezzar­e e manipolare. Si trova perfettame­nte a suo agio anche con i bambini e con altri animali, per cui diventa un insostitui­bile compagno di giochi, vivace, intraprend­ente e pieno di energia, capace poi di trasformar­si al momento buono nel più dolce e tranquillo dei felini, tutto coccole e fusa. È il gatto ideale per chi trascorre molto tempo in casa, per le persone sole e per gli anziani, ma si adatta benissimo alle famiglie più impegnate se può contare sulla compagnia di un amico a quattro zampe, con cui farà subito comunella: accetta di buon grado la presenza di altri felini e, soprattutt­o, dei cani, instaurand­o con loro rapporti molto amichevoli, fatti di giochi scatenati e lunghe dormite nella stessa cuccia. Abbandonat­o a sé stesso, sonnecchia invece tutto il giorno, per poi sfogare fino a tarda sera la sua incontenib­ile vivacità.

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