“San Brunello è il nostro patrono”
Parla il presidente Fabrizio Bindocci
“Montalcino dovrebbe avere come santo protettore San Brunello, lo dico sempre. Il Brunello di Montalcino, infatti, ha segnato una svolta epocale al nostro territorio. E lo dico da figlio di contadini, nato e cresciuto a Montalcino, operativo a Il Poggione fin dal 1976, azienda che oggi dirigo, tra le prime a commercializzare questo vino eccellente che tutto il mondo ci invidia”. A parlare è il presidente del Consorzio Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci, che aggiunge: “Noi produttori siamo sempre stati attenti al territorio, Montalcino è esteso 29mila ettari, circa la metà a bosco, mentre il resto è formato da 4000 ettari di vigneti, migliaia di ettari di oliveti, oltre ai seminativi. Una realtà agricola rimasta tale grazie ai vincoli imposti negli anni 60-70 dall’allora sindaco comunista Ilio Raffaelli”. E ancora. “E le sfide si vincono con l’eccellenza. Già abbiamo dei disciplinari di produzione ridotti, un ettaro di vigneto a Brunello produce da disciplinare 8000 Kg di uve da noi ridotte a 6000 Kg per migliorare la già alta qualità”. Un territorio, come dice Bindocci, “variegato, bello da vedere e da abitare, carbon free da dieci anni. Qui si ristrutturano e realizzano le nuove cantine con massima tecnologia e sostenibilità”. Un’eccellenza che inorgoglisce e che di certo è frutto della serietà e della voglia di lavorare di chi lo ha abitato da sempre e di chi ci ha saputo investire. “Tanta era la voglia di lavorare”, conclude il presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino a “che ho iniziato il giorno dopo aver finito il militare. Perché prima non sono andato in vacanza? Perché per me i 14 mesi da militare sono stati già una vacanza, non avevo bisogno di ferie”. Certo, oggi, grazie alle macchine il lavoro della campagna è meno duro, il mondo è dei giovani. “Il nostro territorio conta 250 aziende agricole che fanno lavorare 4000 persone, oltre a ristoranti, alberghi e agriturismi che totalizzano altre centinaia di occupati. E tutto grazie a San Brunello”. INFO: ww.consorziobrunellodimontalcino.it https://tenutailpoggione.it magici e suggestivi dove viene anche proposta la vino-terapia. Le cantine in Val d’Orcia hanno tutte una vista spettacolare e incontaminata, immersa nella natura, è questo il dettaglio che più le caratterizza, ecco perché Donatella Cinelli Colombini, presidente dell’omonimo Consorzio, ha ideato il progetto “Il vino Orcia è il più bello del mondo”.
CANTINE SOSTENIBILI E INNOVATIVE
La Val d’Orcia è uno dei territori più incontaminati d’Italia di una bellezza straordinaria, capace di far sognare a occhi aperti. Qui il tempo sembra essersi fermato al Medioevo, non c’è stata l’invasione di costruzioni moderne, né la cementificazione. In quest’area vincolata da decenni aziende e cantine, nuove o ristrutturate, rispettano sostenibilità e innovazione. Primeggiano le ville con giardini all’italiana, come Villa La Foce a Chianciano Terme, in provincia di Siena, esempio della civiltà e della cultura portata dai nobili, o come la Fattoria del Colle a Trequanda di Donatella Cinelli Colombini, con una storia antica e una cantina proiettata nel futuro e dove un tempo i nobili trascorrevano le vacanze. Non a caso proprio all’interno della villa cinquecentesca di quest’ultima c’è la camera matrimoniale del Granduca che ancora oggi si può visitare. Una nobiltà che ha sempre amato questo territorio sul quale fa costruire ville e castelli - che caratterizzano la città di Siena - e che in un certo qual modo forma e fa crescere la mezzadria e la civiltà contadina delle famiglie locali: da visitare il museo della mezzadria a Buonconvento, nella provincia senese.