Quattro Zampe

In queste pagine

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“Il Kenya è uno dei luoghi in cui le persone sensibili e di cuore non possono voltare lo sguardo dall’altra parte. Se poi lo sguardo scende in basso, come si fa a resistere a un musetto di micio? ”. catturate da operare. Ma facciamoci raccontare direttamen­te da Mama Paka, nel dettaglio, la sua vita africana con e per i gatti randagi che hanno trovato in lei un angelo sulla terra, bisognoso, però, di tanto aiuto economico e con la massima urgenza. Basterebbe seguirla sul gruppo fb “Mici Randagi Watamu Kenya” per capire l’enorme mole di lavoro che ha sulle spalle ogni giorno e quante migliaia di gatti africani ha salvato finora in tutti questi anni.

Tante, troppe. Ho capito che da sola non potevo farcela, così ho chiesto aiuto su Facebook. Ci vogliono soldi per sfamare, sterilizza­re, curare, catturare, trovare, le medicine, ecc. Tempo fa è nato il gruppo “Mici Randagi Watamu Kenya” e, poco alla volta, sono arrivati i primi aiuti. Gli alloggi che un tempo ospitavano i turisti hanno iniziato

ad accogliere tanti mici, la gente ha cominciato a portarmi dai gattini agli adulti malati con zampe rotte, conati di vomito e altri problemi di salute. Ho dovuto imparare ad allattare, a fare punture, a somministr­are flebo e medicine. Quando ho avuto un po’ di fondi ho potuto chiedere aiuto a un ragazzo del posto che ama i gatti e al quale ne avevo affidato uno rimasto orfano. Si chiama Roby, detto Papa Salsa, visto che Salsa è il gatto che aveva trovato da cucciolo e che aveva portato da me per chiedere aiuto e cibo: da allora, piano piano, è nata una collaboraz­ione. Il suo compito è di andare in giro per il villaggio a sfamare tutti i randagi e trovare le femmine da sterilizza­re.

650 sono i gatti presi, sterilizza­ti e rimessi in libertà sul territorio, mentre 400 sono quelli che sfamiamo e curiamo. In poco tempo ho riempito tutta la mia casa composta da 6 alloggi di mici trovati e portati da me malati o neonati, ne ho circa 40, alcuni girano liberament­e, altri sono rinchiusi. Nel 2017 ho affrontato una grave emergenza, un tedesco voleva uccidere una intera colonia che stanziava accanto alla sua casa, ho avuto la fortuna di conoscere Valeria, una giovane ragazza amante dei mici che mi ha lasciato costruire una sorta di gattile sul suo terreno e, come al solito, da 12 mici iniziali siamo arrivati a 38. Dal gennaio 2019 sono stata costretta a trovare un altro posto, Africat, dove accogliere i gatti perché casa mia era piena, ho chiesto a Papa Salsa se si sentiva di accudire altri mici, così ho preso in affitto una casa con un guardino e, dopo solo un anno, i gatti sono aumentati a circa 70, qui hanno trovato un posto sicuro dove stare e trovare un pasto.

È una grande capanna di 13 x 18 metri, un gattile aperto nel 2017 e diverso da Africat, quest’ultimo è un ampio giardino di circa 50 x 20 metri con una casa dove abita Papa Salsa con la moglie Lulu che ora si prendono cura dei mici che arrivano man mano. In pratica al momento abbiamo circa 400 gatti e qualche cane dei quali ci occupiamo, le persone che mi aiutano sono una a casa mia, una al gattile e due ad Africat.

Sveglia intorno le 5 per stare almeno un’ora con i mici che vivono con me, poi alle sei si prepara la colazione per tutti e nel pomeriggio dalle 16 inizia il secondo giro pappa in casa: questo ogni giorno. Lunedì e giovedì io e Roby (Papa Salsa) andiamo a prendere le gatte da sterilizza­re per le quali pre

pariamo gabbie e cibo, torniamo dopo 3 o 4 ore, se siamo fortunati, a volte, ne prendiamo anche 5 o 6, altre nessuna. Nel pomeriggio da Malindi, a 30 km di distanza, arriva il veterinari­o per operarle, io l’assisto e torno a casa verso sera. Il martedì e il venerdì mattina ci accertiamo che tutte le gatte prese e operate stiano bene e le riportiamo nel territorio dove sono state prese. Ogni liberazion­e e cattura è documentat­a da video. Lunedì, mercoledì e venerdì c’è la distribuzi­one del cibo per gli animali che sono fuori Watamu, la gente viene a prendere il cibo, circa 80 kg alla settimana. Tutti i martedì si acquista la carne che viene poi surgelata e messa nei freezer donati a suo tempo dalla generosità di persone che mi seguono. Ogni settimana, in media, abbiamo una decina di animali con varie patologie, se riesco li curo io, altrimenti li mando a Malindi dal nostro veterinari­o. E quando non so bene cosa fare e ho dei dubbi, per fortuna, due veterinari italiani mi offrono preziose consultazi­oni.

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http://bit.ly/Jerusalema_Cats_Dance
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http://bit.ly/orfana_trova_nuova_mamma
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