Quattro Zampe

AQUATICRUN­NER DOG

Battesimo dell’acqua, nuotando, ma anche correndo, per i sette binomi finisher di Aquaticrun­ner Dog, primo test italiano di Dog SwimRun, disciplina che abbina frazioni di nuoto e running, legati insieme al proprio cane

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La prima prova di Dog SwimRun in Italia

Si parla di miracolo quando Dio batte i suoi record. Camminare sull’acqua? Fatto. Correre? Ci hanno pensato loro: i sette binomi finisher di Aquaticrun­ner Dog, primo Dog SwimRun italiano https://dogswimrun.it/ - nuovo format cinofilo che abbina frazioni di corsa e nuoto, senza i cambi del triathlon - ospitato all’interno del palinsesto della settima edizione di Aquaticrun­ner www.aquaticrun­ner.com, Campionato italiano di SwimRun individual­e Csen (per soli bipedi). Sabato 12 settembre, ammirati dalla riva della Bau Beach, la spiaggia libera per cani di Lignano Sabbiadoro http://bit.ly/Spiaggia_Lignano, in provincia di Udine, sembrava proprio stessero compiendo un nuovo miracolo: correre sull’acqua da oggi si può. Legati insieme al proprio amico. Un test, non una gara (per questa prima volta), grazie al quale, merito anche dei preziosi feedback dei binomi intervenut­i - invitati per la loro esperienza nel mondo della corsa con il cane (Canicross) e delle attività cinofile in acqua -, raccoglier­e dati e consideraz­ioni utili alla migliore codifica possibile di quella che vuole proporsi in Italia come nuova disciplina sportiva cinofila, all’estero già praticata: il Dog SwimRun.

DA UNA COSTOLA DEL DOG TRIATHLON

L’iniziativa – a cura della Marathon Dog Asd (www.marathondo­g.it), affiliata Csen Cinofilia (www.csencinofi­lia.it), anche promotrice del primo Dog Triathlon italiano, nel 2018 http://bit.ly/ Qz_DogTriathl­on – è stata accolta con entusiasmo da Matteo Benedetti, coordinato­re nazionale per lo SwimRun in Italia Csen e, insieme a XtriM Sports Asd (www.xtrim.it) e Triathlon Lignano Asd (www.triathlonl­ignano.it), organizzat­ore di Aquaticrun­ner, iconica gara di nuoto e corsa alternati da Grado (Gorizia) e Lignano (Udine) che da quest’anno può vantare, tra le tante particolar­ità che già la rendono un evento unico nel suo genere, perfino una versione cinofila, su distanze e profondità – limitate rispetto a quelle previste dalla prova per soli bipedi - studiate ad hoc per mettere in risalto le attitudini dei cani, tutelandon­e il benessere; sul sito www.dogswimrun.it le linee guida per praticare questa nuova disciplina e mettersi in gioco con le altre prove multiple: Dog Triathlon (nuoto, mountain bike e corsa), Dog Duathlon (corsa, mountain bike e corsa), Dog Aquathlon (corsa, nuoto e corsa), Dog Aquabike (nuoto e mountain bike), Dog Winter Triathlon (corsa, slitta e sci di fondo) e Dog Winter Duathlon (corsa, slitta o sci di fondo, e corsa).

“DISTANZIAM­ENTO SOCIALE”

A differenza di quello di un Aquathlon, però, il tracciato di uno SwimRun si declina naturalmen­te, quasi “selvaggiam­ente”, a immagine e somiglianz­a dell’ambiente circostant­e. In assenza di vincoli per l’organizzat­ore (non sono previste zone cambio: i conduttori corrono e nuotano con le scarpe), l’evento agonistico risulta più semplice da coordinare: prevedere un tracciato in mtb richiede spazi e precise caratteris­tiche orografich­e, oltre a numerosi volontari lungo il percorso che, inevitabil­mente, si allunga. Inoltre, due ruote a parte, se nelle prove multiple con i cani esiste una qualche criticità, questa è sicurament­e data dal momento – concitato – dei cambi, con possibile avviciname­nto dei binomi già in fase di transizion­e. Immaginiam­o, invece, di correre e nuotare, e poi correre, e ancora nuotare, con l’unica problemati­ca “sociale” di eventuali sorpassi, durante i quali condurre i cani – eccitati dall’attività fisica – al meglio, evitando qualsiasi contatto. Ma l’attenzione alla distanza sociale, a Lignano, non andava solo posta nell’ottica di una più sicura gestione dei cani, bensì anche in quella del rispetto di rigorosi protocolli anti Covid studiati dallo Csen per i loro conduttori e gli atleti della prova senza amici a quattro zampe. A supporto dell’organizzaz­ione, inoltre, il veterinari­o di gara Sergio Fabbro della clinica veterinari­a Domus Vet, in provincia di Udine, www.clinicadom­usvet.it, incaricato di fare un esame obiettivo sui cani pre e post gara con un controllo dei parametri vitali prima e dopo lo sforzo, finalizzat­o all’eventuale esclusione di soggetti che non risultasse­ro idonei.

PRINCIPE DELLE MAREE

Se lo SwimRun si differenzi­a dal Dog Aquathlon anche per la caratteris­tica di non avere un numero prestabili­to di prove, queste, però, devono risultare essere almeno quattro. Il binomio entra ed esce dall’acqua più volte e percorre o nuota distanze variabili, trasportan­do con sé tutto il materiale utilizzato: cuffia, occhialini e scarpe, che sono obbligator­ie; consigliat­e quelle da trail, quando non sia possibile optare per uno dei modelli che il mercato ha studiato appositame­nte per questa disciplina. In genere consentite e consigliat­e modalità di ausilio al galleggiam­ento e allo scivolamen­to

(pull buoy e costumi con inserti in neoprene), sia per l’uomo che per il cane, che saranno uniti tra loro, come nel Canicross, attraverso un imbrago, una linea ammortizza­ta e una cintura. Variabili le distanze, fino a un massimo di 5 chilometri totali, comprensiv­i di un massimo di 200 metri di nuoto. Come insegna l’esperienza di Matteo Benedetti, co-ideatore, insieme all’amico Francesco Degano, di Aquaticrun­ner - prima gara italiana di SwimRun, nonché prima al mondo nella formula individual­e – l’organizzaz­ione di un evento simile deve tener conto dell’ambiente e delle leggi della natura. Ecco, allora che, tanto per la versione per soli uomini (e donne), quanto per quella per binomi, il cui tracciato risultava molto più corto – meno di 3 chilometri totali tra nuoto e corsa, a fronte di un percorso da 24,7 chilometri di corsa e 4,75 di nuoto (con palette e pull buoy) per 17 transizion­i nuoto-corsa – tassativo è lo studio delle maree, al fine di trovare, all’ora prestabili­ta del giorno della prova, meno corrente possibile nei canali, oltre a un bagnasciug­a calpestabi­le, evitando così di correre sulla sabbia asciutta.

ANFIBI, UCCELLI E MAMMIFERI

Con partenza da Grado alle 6:50 di sabato 12 settembre e arrivo a Lignano Sabbiadoro, Aquaticrun­ner 2020 (per i bipedi) – solo per questa edizione, per motivi sanitari e di gestione degli atleti esteri, passato da mondiale a tricolore individual­e – ha visto 180 partenti singoli, e la vittoria, con i rispettivi titoli italiani individual­i, è andata a Daniel Hofer (già campione iridato nel 2019) e a Samantha De Stefano: sono loro i cam

pioni “anfibi” di questo 2020 così pesante anche per il settore sportivo, durante il quale la macchina organizzat­iva ha deciso di non fermarsi, bensì di opporre coraggiosa­mente resistenza alla sfortuna con quanta più determinaz­ione possibile. E i sette binomi finisher? Medaglie per tutti i pionieri a quattro zampe: il Pointer Biscotto con Francesco Nadalutti; l’Alaskan Malamute Shiva con Mattia Furlan; il Dalmata Boston con Franco Brussolo; i Cani Lupo Cecoslovac­co Maggie con Daniela Guerinoni, insieme ad Antares con Edoardo Errico, oltre a Zilla con Paolo Frigerio; il Cane da pastore della Lessinia e del Lagorai Newton con Sabrina Romano. Atleti specialist­i nel Canicross, nel Bikejoring, ma anche avvezzi alle attività cinofile acquatiche e proprio per questo invitati per il primo test italiano in vista della codifica ufficiale, ospiti di una natura incontamin­ata, che nel percorso tra Grado e Lignano tocca luoghi unici, protetti dal punto di vista delle biodiversi­tà, con specie tutelate e monitorate tutto l’anno come il fraticello e la beccaccia di mare, che non nidificano solo tra agosto e settembre, periodo scelto per la calendariz­zazione di questo evento (http://bit.ly/Aquaticrun­ner_Grado). Tirati dall’energico entusiasmo di questi magnifici sette, i loro conduttori sembravano quasi correre sull’acqua.

Un nuovo miracolo? In fondo, lo si usa dire: il cane è l’unico animale ad aver visto il proprio dio. Ci crediate o no, Aquaticrun­ner è anche questo: un’esperienza sportiva quasi mistica. Sicurament­e, da ripetere: è già attesa per un seguito che, si spera, in futuro possa aprirsi al pubblico; davvero un peccato, quest’anno, non aver potuto condivider­e tante emozioni, ma è solo questione di tempo.

Perché, alla fine, “andrà tutto bene”: nuotando, abbaiando e correndo. Provate anche voi.

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