EX-TROVATELLO RUMENO
Due anni di stenti in Romania, poi l’adozione del cuore a Francoforte, ma il cane era ingestibile. Ecco come è “guarito” dopo un anno di lavoro
Ho conosciuto Gismo a Francoforte, dove vive, circa sei anni fa quando aveva tre anni. La signora Jutta, sua mamma adottiva, mi chiamò disperata perché non sapeva più come gestirlo e stava considerando addirittura di ricorrere all’eutanasia. Gismo è un maschio di circa 30 kg, mix tra un Pastore del Caucaso e un Bracco. I primi due anni della sua vita è vissuto per strada in Romania, poi è stato salvato da un’organizzazione che ha trovato per lui un’adozione del cuore, grazie a Jutta che vive a Francoforte e che si è innamorata di lui non appena ha visto il suo appello su internet. I primi mesi d’adozione il nostro protagonista aveva paura di tutto: rumori, movimenti, strilli dei bambini, altri cani…. Ma piano piano questa sua insicurezza si era trasformata, facedolo reagire in un modo sempre più aggressivo.
SE IL CANE HA PAURA POI LOTTA O FUGGE
Quando i cani hanno paura reagiscono in due modi: lotta o fuga. Gismo è un quattro zampe che ha subìto molte difficoltà nei sui primi due anni di vita. Vivere, anzi, sopravvivere per strada in Romania non è sicuramente facile. I randagi spesso sono malsopportati dagli abitanti e vengono persino scacciati con violenza.
GISMO È INGESTIBILE
Difficoltà che hanno lasciato dei segni in Gismo, una volta adottato. La signora Jutta vive con lui in un piccolo appartamento con balcone su un piano rialzato, è una zona densamente popolata e molto trafficata. Anche solo portarlo a fare una passeggiata era diventato sempre più complicato perché l’animale era ingestibile, a tal punto che per cercare di controllare la sua forza Jutta era stata costretta a fargli indossare un collare con le punte. Quando usciva di casa il cane era talmente infuriato che trascinava la padrona giù per la strada, abbaiando e ringhiando a tutto e tutti.
IL PRIMO INCONTRO
Ho conosciuto Gismo per la prima volta a casa sua, a un anno dalla sua adozione. Sapendo che aveva già morso varie volte, chiesi alla proprietaria di mettergli una pettorina e di legarlo al termosifone per assicurare un incontro senza pericolo. Appena sono entrato nel piccolo salone, Gismo si è messo ad abbaiare in modo violento ed è andato avanti per circa venti minuti. Con il guinzaglio teso si lanciava ripetutamente verso di me. Eravamo distanti circa un metro, io ero girato di lato quasi dandogli le spalle (ricordiamoci che l’approccio frontale, specialmente per un cane pauroso, è minaccioso). Di sicuro avrei ben voluto conoscerlo in un altro ambito più tranquillo, ma in quel momento non c’era altra possibilità.
DESENSIBILIZZAZIONE E CONTRO CONDIZIONAMENTO
Mentre lui abbaiava e ringhiava con un volume assordante, io cercavo di spiegare alla padrona, che seduta sul divano mi guardava incredula, cosa avremmo fatto per aiutarlo e liberarlo da questa terribile situazione. Tutto a un tratto Gismo ha smesso di abbaiare per prendere fiato, io mi sono velocemente girato verso di lui porgendogli una manciata di wurstel. Lui ha incominciato a mangiare con gusto. Mentre mangiava, io continuavo a parlare con la padrona e a spiegare il percorso di desensibilizzazione e contro condizionamento che avremmo intrapreso. Finalmente in quel piccolo salone c’era silenzio. La padrona di Gismo non ci poteva credere: “non ha mai preso da mangiare da nessuno”, sussurrò quasi per non rompere l’incantesimo. Ma io ero pronto e sapevo che la quiete non sarebbe durata. Dopo poco Gismo si è sorpreso di sé stesso e di questo comportamento fiducioso verso di me, infatti, di colpo ha smesso di mangiare e ha subito ricominciato ad abbaiare, a ringhiare e a lanciarsi contro di me come se volesse sbranarmi. Se per caso si fosse rotto il guinzaglio sarei stato in vero pericolo.
IL PERCORSO RIEDUCATIVO
Quando lavoro con un cane che soffre di gravi paure e aggredisce per difesa è molto importante cercare di identificare quali siano le cose che lo spaventano. Nel caso di Gismo era chiaro che reagiva molto male ad altri cani, a bambini, a schiamazzi e urla, nonché a movimenti improvvisi. Di sicuro erano, in parte, situazioni vissute e subìte per le strade della Romania ma, in parte, purtroppo, anche frutto di brutte esperienze fatte con la sua padrona. La signora Jutta che, ripeto, lo amava e lo ama follemente e avrebbe fatto di tutto per lui, inizialmente si era affidata a un “addestratore” che usava metodi aversivi. Ciò, invece di aiutare, aveva aggravato la situazione a tal punto che Gismo l’aveva morsa varie volte. Le passeggiate al guinzaglio erano un incubo. Appena lui vedeva un altro cane si arrabbiava e abbaiava ripetutamente. “L’addestratore” aveva insegnato alla padrona a sgridarlo e a tirare violentemente al guinzaglio perché “il cane doveva sentire”. Eccome, se sentiva! Quello che Gismo, con tale trattamento, imparava era che ogni volta che un cane lo inquietava lui provava un forte dolore a causa del collare con le punte e veniva sgridato dalla padrona. Ogni passeggiata così distruggeva sempre di più il loro fragile legame. Purtroppo vivendo in centro città, gli impulsi dall’esterno erano troppi per potere iniziare un percorso rieducativo direttamente dove abitavano. Incominciammo, quindi, a incontrarci in campagna, lontano da troppi stimoli. Gismo riusciva a vedere un altro cane a trecento metri e impazziva come in città.
LA DISTANZA È LA CHIAVE
Qualunque sia la fonte di stimolo che scaturisce la paura e l’aggressione in un cane, la chiave è nella distanza. Vi faccio un esempio pratico: se un cane reagisce con ansia e paura, come Gismo, quando vede un altro cane e vi allontanate velocemente dalla fonte della paura, arriverete a una distanza magica sopra la quale l’animale non reagisce più. In un ambito urbano è di solito intorno ai 30-40 metri. Quindi, in città, sopra questa distanza il cane non reagisce. La chiave è nel cercare la distanza magica e fermarsi sulla soglia.
ASSOCIAZIONE POSITIVA
Lì viene premiato con bocconcini particolarmente buoni (wurstel). Così facendo per la prima volta il quattro zampe associa in modo positivo la fonte della paura. Ovvero: un cane appare? E io ricevo un wurstel! Nel tempo e con tanta buona volontà e giusto tempismo la distanza alla quale il cane reagisce diminuisce automaticamente fin quando un giorno per Gismo la presenza di un altro cane gli fa predire una bella ricompensa. Nei successivi dodici mesi abbiamo lavorato in tante situazioni diverse aumentando molto gradualmente le distrazioni. Io e Gismo eravamo diventati grandi amici. Quando iniziammo il percorso, io dissi a Jutta che entro Natale sarebbe andata tranquillamente in un centro commerciale con il suo amato quattro zampe.
FINALMENTE IN FAMIGLIA C’È INTESA
Dopo un anno di lavoro intenso, Gismo ha fatto lo shopping di Natale con tranquillità e serenità con la sua padrona. I due sono diventati una squadra perfetta e addirittura ora vanno tranquillamente al parco a giocare e a interagire con altri cani. Ogni tanto Gismo si ricorda del suo passato da “guerriero” e reagisce abbaiando, ma non va mai oltre. La sua padrona è diventata veramente molto brava e sa ben gestire ed interrompere con gentilezza i suoi momenti di furia. Questi ultimi sono diventati sempre più rari.
ALLA LARGA DAI METODI AVERSIVI
Non sono entrato nei dettagli di cosa esattamente abbiamo fatto con Gismo per insegnargli a essere più rilassato e resiliente perché ogni caso ha le sue particolarità e quando si tratta di cani potenzialmente aggressivi e pericolosi non si danno consigli generici tranne due:
• Se il vostro trainer usa metodi aversivi, non solo non capisce niente, ma è anche illegale e la situazione peggiorerà. Cambiatelo.
• In tutto quello che fate, cercate di guardare ciò che fate con gli occhi del cane e domandatevi se lo renderebbe felice.