ANSIA, RABBIA, paura o noia? Cause differenti tra loro
Mai fidarsi di chi pretende di individuare un’azione o una cura in base a un unico comportamento: bisogna saper individuare la causa e lo stato psicologico del cane
Molti comportamenti vengono spesso interpretati in modo univoco quando, al contrario, possono essere frutto di cause differenti. L’approccio che seguiamo è del tipo: se il cane fa così vuol dire che vi sia questo problema. Ma si tratta di una modalità di lettura che può condurci a errori anche molto grossolani. Già, perché spesso comportamenti che a prima vista possono apparire simili, in realtà sono esiti di condizioni o problematiche assai differenti, talvolta addirittura opposte. Prendiamo il caso di un cane che, quando i familiari escono di casa, dopo poco, entra in una fase di nervosismo che può portarlo a mettere a soqquadro l’appartamento. Le persone, rientrando, trovano oggetti posti prima sulla tavola riversi sul pavimento, segni di graffi sulla porta d’ingresso, cestini svuotati e materiale sparso per terra, cuscini del divano ribaltati. In genere s’imputa questo problema alla cosiddetta “ansia da separazione” e in effetti anche la difficoltà del cane a restare da solo può rientrare all’interno delle problematiche che lo conducono a mettere in atto questi comportamenti.
REAZIONE DI RABBIA PERCHÉ CANE LEADER
Purtroppo non è l’unica causa che si manifesta con queste espressioni. La differenza più rilevante si
può riscontrare con cani che hanno un posizionamento sociale alto all’interno del gruppo familiare, quella condizione che viene anche definita di leadership. Un cane che ha assunto il ruolo coordinativo all’interno del gruppo non accetta di essere lasciato in casa quando le persone escono, per cui può esprimere comportamenti distruttivi o di ridirezione sugli oggetti per manifestare la sua irritazione.
SENTIMENTO DI PAURA, MOTIVO SCATENANTE
Che dire, poi, del caso che vi sia qualcosa, un rumore o un cantiere che provoca paura nel cane? L’ansia, la rabbia e la paura sono tre condizioni emozionali molto differenti tra loro che chiedono, pertanto, interventi diversi.
NOIA CHE PRENDE IL SOPRAVVENTO
Ma esiste un’ulteriore possibilità: che il cane, dopo un po’, semplicemente si annoi e, quindi, cominci a mettere in atto comportamenti esplorativi, sostituivi o diversivi. Soprattutto in esemplari giovani e di alcune razze, quelle cosiddette “da lavoro”, cani cioè selezionati da generazioni per fare molta attività, ma anche i meticci che, in genere, hanno l’effetto del potenziamento genetico, la noia può emergere anche dopo poche ore, soprattutto se in precedenza il cane non ha fatto nulla.
Se un cane fa danni in casa quando resta da solo non si tratta necessariamente di ansia da separazione, tra le cause anche la rabbia di non essere considerato, la paura di qualcosa oppure la noia, il comportamento va studiato anche in base alla psicologia dell’animale.
ATTIVITÀ FISICA ED ENDORFINE
Vorrei, peraltro, sottolineare che, per quanto ci si trovi di fronte a quattro condizioni emozionali differenti, la frequenza di questi comportamenti dovrebbe farci riflettere sulla sensibilità emozionale del cane. In genere, quanto minore è l’attività operativa svolta dal cane tanto maggiore è la sensibilità emozionale, per un motivo molto semplice: l’attività fisica libera endorfine e l’appagamento motivazionale nel lavoro produce un effetto serotoninergico. Si tratta, pertanto, di un’autosedazione che il cane riceve durante l’attività. Possiamo dire, perciò, che accrescere l’attività del cane può essere un’azione che fa bene in tutte queste situazioni, perché abbassa l’irrequietezza e la sensibilità emotiva. Tuttavia, lavorare sull’ansia da separazione piuttosto che sul posizionamento sociale richiede attività spesso addirittura antitetiche. Del resto, persino l’ansia può avere piccole differenze: l’ansia legata al controllo del partner va affrontata in maniera differente rispetto a quella da deficit di autonomia.
OCCHIO ALL’IMPROVVISAZIONE
Quindi, non fidatevi mai di chi pretende di individuare un’azione o una cura avendo come unico indizio un certo comportamento del cane, perché per intervenire correttamente occorre saper individuare la causa del comportamento e lo stato psicologico del soggetto che provoca quel comportamento. Stessa cosa può dirsi per il cane che tira al guinzaglio o ringhia sulla ciotola o per mille altre situazioni.