Le emozioni dimenticate
Oltre alla paura o alla rabbia, cani e gatti provano anche gelosia e rancore, è indispensabile da parte nostra fare attenzione anche a questi loro
sentimenti, evitando di ferire la loro emozionalità sociale
La dimensione emozionale del cane e del gatto rappresenta un argomento che sempre più interessa non solo i ricercatori che si occupano di etologia, ma anche le persone che vivono con questi animali, avendo compreso l’importanza della risposta emozionale nel modo di esprimere i diversi comportamenti.
CANE ESUBERANTE, GATTO RIFLESSIVO
È risaputo, per esempio, che cane e gatto abbiano due profili emozionali un po’ differenti, se confrontiamo l’esuberanza e l’ostinazione del cane nel cercare di raggiungere un obiettivo e, viceversa, la pazienza e la curiosità che porta il micio a un assetto assai più riflessivo. Nello stesso tempo tutti sanno che non si può parlare di cane o di gatto al singolare, perché esiste l’individualità e, in particolar modo, la personalità affettiva del soggetto che rende un animale più aperto o più chiuso, più o meno sicuro, più sensibile o reattivo: per questo parliamo di carattere emozionale.
UMORI BUONI E CATTIVI ANCHE PER LORO
Inoltre, anche all’interno dello stesso individuo si rilevano momenti di buon umore e altri di cattivo umore, spesso a causa di fattori che hanno a che fare con il benessere complessivo del corpo. In effetti, è sufficiente non aver riposato in modo conveniente, una cattiva digestione o un deficit di attività motoria, per portare l’asticella dell’umore su gradimenti negativi e, allora, è molto più facile che un evento occasionale scateni emozioni come la paura o la rabbia, piuttosto che la gioia o la meraviglia. D’altra parte, è vero che vi sono soggetti già predisposti in modo innato a vedere prevalere certe emozioni come, peraltro, è indubbio che i primi mesi di vita, agendo su tutti i processi for
mativi del cucciolo, possano influenzare il carattere emozionale del quattro zampe, rendendolo più sensibile agli eventi, più emotivo nelle risposte, più diffidente o, al contrario, più fiducioso davanti alle novità e nelle relazioni.
EMOZIONI DI BASE E SOCIALI
In genere nessuno mette in dubbio che gli animali siano provvisti di emozioni di base, come la paura, la rabbia, la gioia, il disgusto, la sorpresa, etc. Più contraddittorio, invece, si fa il dibattito tra gli studiosi quando si tratta di accordare agli animali le emozioni sociali, come la gelosia, il rancore, l’imbarazzo o il senso di colpa. C’è sempre un po’ la paura di antropomorfizzare gli animali, attenzione - sia ben chiaro - quanto mai opportuna, poiché per approcciare correttamente il comportamento di un individuo di un’altra specie l’immedesimazione non è mai una sicura consigliera. Detto questo, e utilizzando le opportune attenzioni e i distinguo che il rigore metodologico ci impone, credo sia sbagliato negare ad animali che hanno una struttura neurobiologica di base simile alla nostra - sto parlando di mammiferi - e una dimensione sociale così complessa, una condizione emozionale riferita per l’appunto alle relazioni. Certo, non è detto che se il cane s’interpone tra i partner che si abbracciano sia sempre corretto parlare di gelosia, perché il comportamento d’interposizione, lo splitting, è presente anche in cani che hanno assunto una leadership nel gruppo.
CANI GELOSI E OFFESI
Tuttavia, è frequente che anche cani con un posizionamento sociale basso cerchino di attirare in tutti i modi l’attenzione su di loro e mostrino atteggiamenti d’insofferenza che non troverei altro modo di definirli se non di gelosia. Così come il rancore o il sentirsi offesi sono sentimenti facilmente rintracciabili nei nostri piccoli amici, talvolta così plateali da farci sorridere. Ma se questo è vero, allora, è indispensabile fare attenzione anche a questi sentimenti e non solo alla paura o alla rabbia, evitando di ferire la loro emozionalità sociale, che può essere ancor più occasione di sofferenza.