GATTO DEL MESE
Certosino Nebelung
Fiero e indipendente, tranquillo e intelligente, è il piccolo felino domestico dei Francesi, ma non tutti sanno che il comune gatto grigio non va mai confuso con i rappresentanti di questa razza rara e pregiata, molto antica, le cui origini si perdono nella notte dei tempi
La sua caratteristica peculiare è il mantello di tonalità grigio-azzurra più o meno chiara, denso, lanoso e leggermente gonfio per via del folto sottopelo che lo protegge molto bene dall’umidità e dal freddo. Tanto raffinato è l’abito che indossa, quanto simpatica l’espressione del muso che ha sempre il sorriso sulle labbra: merito delle guance tonde e molto pronunciate, soprattutto nei maschi adulti non castrati. Gli occhi sono grandi, vivaci e brillanti, di un caldo colore giallo topazio. A proposito delle origini di questo raffinato felino, la tradizione popolare parla di gatti grigi portati in Francia intorno al 1100 dai cavalieri Templari che, tornati dalla Terra Santa, vennero ospitati nel monastero della Grande Chartreuse (Grande Certosa). La leggenda narra che in epoca di carestie e pestilenze i monaci certosini avessero molto apprezzato il dono dei piccoli felini provenienti dalla Turchia e dall’Iran, abilissimi cacciatori di topi, decidendo perciò di allevarli perché difendessero non solo le riserve alimentari dei conventi, ma anche i preziosi codici manoscritti che vi erano custoditi. In realtà, negli archivi della Grande Chartreuse o di altri monasteri non si trova alcuna conferma di tali eventi. Probabilmente, il Certosino non è mai stato allevato dai monaci cistercensi, né il suo colore ricorda quello del loro saio. Viene, invece, citato in alcuni testi del XVIII secolo (tra cui il “Dictionnaire universel du commerce, d’histoire naturelle, des arts et métiers” di Savarry des Bruslon, dove per la prima volta gli si attribuisce il nome di Chat des Chartreux) che si soffermano soprat
Ama il contatto umano, ma non teme la solitudine
tutto sulla bellezza del suo mantello grigio-blu, a quei tempi sfortunatamente molto apprezzato dai pellicciai. E il nome che porta deriverebbe da “Pile des Chartreux”, una pregiata lana spagnola di particolare morbidezza. L’allevamento moderno del gatto Certosino risale, invece, al 1932, quando le sorelle francesi Christine e Suzanne Léger diedero inizio alla metodica selezione di alcuni particolari gatti blu che popolavano allo stato naturale l’isola di Belle-Île-en-Mer, al largo della costa della Bretagna. Nel 1933 la loro femmina Mignonne, esposta a Parigi, venne dichiarata “il più bel gatto Certosino del mondo”. Quello stesso anno la razza venne poi immortalata dalla celebre scrittrice Colette nel suo romanzo breve La Chatte, pubblicato a puntate sul grande settimanale letterario illustrato Marianne. L’autrice ne descrive molto bene, con pochi tratti sapienti, il mantello “malva e bluastro, come la gola dei colombi selvatici” e lo sguardo intenso dei bellissimi occhi “gialli, profondamente incastonati, sospettosi, fieri, padroni di sé stessi”. Tra i personaggi del racconto, nessuno come lei, l’affascinante gatta Certosina Saha, sa ricambiare l’amore del protagonista, il giovane e ricco Alain.
“Non era soltanto una gattina ch’io portavo a casa”, spiega lui all’ingenua Camilla, sua fidanzata e
Pigro, non ama giochi sfrenati e chiasso
neosposa, che gli domanda come mai non abbia invece scelto un bel gatto d’Angora - ma l’intera nobiltà felina, il suo illimitato disinteresse, il suo saper vivere, le sue affinità con i più eletti tra gli umani... ”. Forte e robusto, frutto di una severa selezione naturale e, proprio per questo, capace di adattarsi a qualsiasi situazione, in realtà, il Certosino apprezza molto gli agi della vita casalinga. Detesta, però, il chiasso e la confusione. Molto dolce e socievole con i suoi familiari umani, si dimostra, invece, piuttosto schivo e riservato con gli estranei. L’indole tranquilla e la spiccata intelligenza ne fanno un perfetto animale da compagnia, calmo, equilibrato e rassicurante, mai invadente o appiccicoso, sempre molto disponibile con chi è capace di rispettare poche, semplici regole: non prenderlo in braccio quando non ne ha voglia, non manipolarlo o strapazzarlo inutilmente. Ama la compagnia, ma non soffre particolarmente la solitudine, ama partecipare ai giochi, ma non a quelli troppo sfrenati, ai quali preferisce, invece, le coccole. È il gatto ideale per una persona calma e poco rumorosa, proprio come lui, che miagola con grazia, senza mai alzare la voce, comunicando il suo affetto in modo sempre garbato e discreto.
Ama essere manipolato solo quando vuole lui