Io lo conosco bene
Fiorella Colombo Mathis è proprietaria dell’allevamento United Spots a Campagnano di Roma (www.unitedspots.
com; unitedspots; unitedspots), dove sono nati gli splendidi esemplari nelle foto di questo servizio: i plurititolati United Spots Queen, femmina bianco-fegato di 11 anni, e United Spots Blyth, maschio bianco-nero di 3, oltre al più sportivo United Spots Yukon, l’altro maschio bianco-nero, di 4.
Fiorella, come nasce la sua passione per queste meravigliose creature?
L’affisso nasce in Svizzera nel 1992, quando avevo già i miei primi cani: J. Indiana Les Berges du Lèman e Unika Les Berges du Lèman. Le mie figlie mi avevano strappato una promessa e fu così che scegliemmo il Dalmata: un cane per la famiglia. Abbiamo scelto “United Spots” perché ha un respiro internazionale ed è facilmente identificabile. E poi volevo che tutti i punti (“spots”) del mondo – intesi come i Dalmata – fossero uniti (“united”).
Tra i Dalmata, ognuno diverso dall’altro, c’è il più tranquillo, quello più simpatico, lo sportivo, perfino il pigro da divano. Perché non tutti sono attivi, dinamici e combina-guai: qualcuno è più serafico. Del resto, non essendo stato selezionato per il lavoro, non è richiesto un determinato pregio caratteriale. Da qui il suo essere “un cane per tutti”: non per la facilità assoluta nell’educarlo, ma perché un cucciolo adatto si trova sempre; bisogna, però, lasciarsi consigliare.
Montana, Orlando, Indiana: nei nomi dei suoi cani ricorrono gli Stati Uniti, perché?
Ci abbiamo vissuto 10 anni, conservando bellissimi ricordi. La geografia americana ci ha dato inesauribili fonti d’ispirazione.
Rossini ne avrebbe fatto il “Factotum della città”: qual è, oggi, il valore della versatilità?
Doversi “accontentare” della versatilità sembra un paradosso, eppure è la conseguenza della spiccata iperspecializzazione nella cinofilia sportiva. Ogni attività viene praticata ai massimi livelli, per raggiungere il migliore risultato, nel minor tempo possibile. Il Dalmata ha una morfologia tale da risultare adatto a molti scopi, ma ha dei limiti: è poliedrico, un factotum, non certo uno “specialista” da lavoro in senso stretto; ha una bassa soglia dell’attenzione e una motivazione da costruire e ravvivare nel tempo. Con un Dalmata si smentiscono i cliché e si lasciano sbalorditi gli scettici sugli spalti. Per puntare a imprevedibili e strabilianti sprazzi di eccellenza, godendosi un lungo e fantasioso “viaggio” insieme.