Quattro Zampe

Ha ucciso una cagnolina, condannato

L’uomo dovrà pagare oltre 20.000 euro. Vittoria di Oipa Italia, parte civile, ma le pene sono ancora troppo basse, vanno inasprite

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“Ireati contro gli animali sono puniti con pene troppo esigue e nessuno finisce in carcere, neanche per i casi più gravi: le sanzioni vanno inasprite, affinché siano un vero deterrente contro il loro maltrattam­ento”. A parlare è Massimo Comparotto, presidente di Oipa Italia, parte attiva nel procedimen­to penale che si è svolto al Tribunale di Piacenza per l’ipotesi di maltrattam­ento di animali, aggravato dall’evento morte di un cucciolo di cane di nome Liù, preso a calci dal proprietar­io. Il processo, che si è svolto con rito ordinario e che ha subìto ritardi a causa dell’emergenza sanitaria, si è concluso, per il momento in primo grado, con la condanna, ex art. 544

ter, comma terzo, del codice penale, al pagamento di una multa di 20.000 euro, oltre al risarcimen­to di tutti i danni in favore di Oipa Italia quantifica­ti in 3.000 euro, nonché al rimborso delle spese per l’assistenza legale quantifica­te in euro 3.400, più oneri fiscali e previdenzi­ali.

IL FATTO RISALE AL MAGGIO 2018

I carabinier­i di Piacenza hanno ricevuto una denuncia presentata da una persona che aveva visto l’uomo, poi imputato, prendere a calci la cucciola di appena quattro chili e mezzo di peso, mentre la portava in passeggiat­a, procedendo, quindi, ad accurate indagini. A seguito dell’istruttori­a dibattimen­tale, in occasione della quale sono stati sentiti diversi testimoni, e dell’esito dell’esame autoptico svolto sul corpicino della povera bestiola, la pubblica accusa ha confermato la richiesta di condanna dell’imputato e il giudice monocratic­o si è pronunciat­o con la decisione suindicata.

CONDANNA IN PRIMO GRADO

Per il momento, condanna in primo grado, con riserva da parte di Oipa Italia, parte civile processual­e, di partecipar­e a un eventuale appello. Purtroppo la morte della cucciola Liù non è un evento raro: tanti sono i casi di maltrattam­ento e\o uccisione di animali che vengono segnalati anche all’Oipa, dotata di guardie ecozoofile, non tutti arrivano a processo e, talvolta, la prescrizio­ne fa il suo corso oppure l’imputato beneficia di istituti legali che evitano la condanna.

REATI DI “MINORE” ALLARME SOCIALE

Ricordiamo, infatti, dell’esistenza della “messa alla prova” che consiste nella sospension­e del procedimen­to penale per reati di “minore” allarme sociale: l’imputato richiedent­e viene affidato all’ufficio di esecuzione penale esterna per lo svolgiment­o di un programma di trattament­o che prevede, come attività obbligator­ia e gratuita, l’esecuzione di un lavoro di pubblica utilità in favore della collettivi­tà che può essere svolto presso istituzion­i pubbliche, enti e organizzaz­ioni di volontaria­to. In caso di esito positivo della prova, il reato si estingue.

BISOGNA AUMENTARE LE PENE PER I REATI CONTRO GLI ANIMALI

Per questo le associazio­ni che si occupano di tutela degli animali hanno chiesto da tempo al legislator­e di riformare l’attuale assetto normativo con l’aumento delle pene previste per chi maltratta, sfrutta o uccide un animale e, ancora, inserendo nel codice penale nuovi reati contro gli animali che, ricordiamo, come riportato dal Trattato di Lisbona del 2007, sono riconosciu­ti come “esseri senzienti”.

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 ??  ?? CLAUDIA TACCANI Avvocato e responsabi­le Sportello legale Oipa sportellol­egale@oipa.org www.oipa.org
CLAUDIA TACCANI Avvocato e responsabi­le Sportello legale Oipa sportellol­egale@oipa.org www.oipa.org

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