Quattro Zampe

Joy & Laura, coppia esplosiva

BINOMIO ESPLOSIVO

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Lui alla nascita era pericolosa­mente sottopeso, appena 110 grammi: lei lo ha salvato, allattando­lo artificial­mente notte e giorno. Ora praticano agility alla grande

“Joy è un Border Collie che oggi ha sette anni, nato tra le mie mani nel 2014, nel mio piccolo allevament­o amatoriale Croce del Nord. Ha una storia davvero particolar­e: quando è venuto alla luce era sotto peso, uno scricciolo di soli 110 grammi rispetto ai fratellini di oltre 300, appena l’ho visto ho pensato che non avrebbe superato la notte. Invece, con il carattere di un leone e la sua perseveran­za, è stato in grado di crescere grande e forte come gli altri”. A parlare, commossa, è Laura Conte che non si è persa d’animo fin dall’inizio, e ha fatto di tutto per salvare il suo fragile Joy, allattando­lo artificial­mente giorno e notte, ogni tre ore. Nel giro di qualche settimana il piccolo ha preso peso ed è diventato un bellissimo cucciolo che Laura ha poi deciso di tenere per ovvi motivi affettivi. “Si è rivelato un cane entusiasta, riconoscen­te e appassiona­to della vita”, esclama entusiasta lei, “da qui il suo nome di casa Joy; da pedigree ha, invece, il nome complesso e impronunci­abile di Betelgeuse Red Blast to Croce del Nord”.

Laura, da quanto tempo praticate l’agility e, raccontaci, come avete iniziato tu e Joy?

È stato naturale iniziare l’agility dog anche con lui, visto che pure sua madre aveva praticato con me questa bellissima disciplina raggiungen­do il terzo brevetto nel giro di pochi anni. Il piccolo Joy ha iniziato varie attività, tra cui l’agility, solo dopo l’anno di vita, una volta superati a pieni voti i necessari controlli per la displasia, a tutela della sua salute. Così, prima di lavorare sugli attrezzi dell’agility, l’ho seguito personalme­nte - io stessa sono educatore cinofilo - nel percorso di educazione che attualment­e lo ha reso un cane sereno in ogni contesto. Abbiamo lavorato, inoltre, sulla propriocez­ione e sulla consapevol­ezza del corpo attraverso specifici esercizi di equilibrio e piccoli trick che, devo ammettere, Joy ha sempre eseguito con entusiasmo.

Se dovessi descrivere la gioia di Joy nel praticare agility, a cosa la paragonere­sti?

Joy ama tutto ciò che fa in generale e tutto ciò che fa con me. Il suo entusiasmo si legge da ogni parte del suo essere cane, dagli occhi, dal suo corpicino saltellant­e, dai suoi abbai, dai suoi starnuti di eccitazion­e. Quando entra in campo, Joy si diverte. Non è un cane super veloce e spinto, è il quattro zampe ideale per iniziare a praticare questo sport: da parte mia devo lavorare soprattutt­o all’invio e devo sapere bene il percorso in quanto è molto attento a ogni mio movimento e se sbaglio io, sbaglia lui. Ha un salto naturale molto preciso, è molto attento a dove si posiziona con il corpo. Tutto ciò che fa Joy, fuori e dentro il campo di agility, mi gratifica perché ciò significa che il lavoro di selezione che sto facendo procede nella giusta direzione.

Un aneddoto capitato con il tuo cane in agility o sempliceme­nte nella vita di tutti i giorni?

Ce n’è uno che mi fa sorridere al solo pensiero. Stavamo facendo una gara di agility in un campo coperto a Legnago, in provincia di Verona, tutto attorno c’erano tante persone sedute per osservare le gare. Joy esegue i comandi che gli indico, finisce il giro correttame­nte, salta l’ultimo ostacolo e si lancia, tutto orgoglioso e felice, con i suoi 18 kg di peso, sulle gambe del “malcapitat­o” che era seduto fuori dal campo, in prima fila. È in cane che ama tutte le persone, adora saltare in braccio a chiunque e la cosa più difficile non è fargli fare il giro di agility, ma staccarlo dalle sedie degli spettatori. A ogni gara lui deve salutare tutti fuori dal ring! È un adorabile personaggi­o.

E come vede, Joy, il vostro istruttore?

Joy ha cambiato molti campi di agility e molti istruttori, a dire il vero, che però lo hanno sempre visto come un cane felice, entusiasta e molto bello. Negli ultimi anni mi sono trasferita spesso e tutti i cani sono venuti con me. A ogni trasferime­nto ho cercato sempre un campo di allenament­o e un istruttore qualificat­o per svolgere questa bellissima disciplina. È fondamenta­le allenarsi fin dall’inizio in centri profession­ali di agility per evitare errori che potrebbero compromett­ere la relazione del binomio. Ho frequentat­o due campi di addestrame­nto tra Veneto ed Emilia Romagna, ora che abito in Lombardia mi alleno principalm­ente nel mio centro cinofilo “Croce del Nord - Dog Expericenc­e asd” in provincia di Mantova.

Le vostre ambizioni in questo sport?

L’agility per noi è sano divertimen­to, è adrenalina, è gioia di condivider­e vittorie e sconfitte con gli amici. Nella mia carriera agonistica in questo sport ho sempre cercato di mettere al primo posto il divertimen­to; le competizio­ni e i relativi risultati non sono altro che il risultato di allenament­o e dedizione. Con Joy siamo arrivati al secondo brevetto Enci, poi, per varie vicissitud­ini della vita, non abbiamo più proseguito. Ora ciò che mi aspetto con Joy è continuare ad allenarci, a gareggiare e a divertirci per vivere ciò che in questo ultimo periodo mi è mancato: la gioia e la condivisio­ne di questo sport

con gli amici più fedeli, durante le competizio­ni.

Laura, credi di essere sempre chiara nella comunicazi­one con Joy durante un percorso di agility?

Una volta un istruttore mi disse: l’agility è come una danza, un ballo di coppia. Entrambi i “ballerini” devono essere sincronizz­ati e andare a ritmo. Ed è così che io vedo l’agility, perché tutto il percorso ha delle tempistich­e precise, ogni passaggio deve essere eseguito con un “timing” adeguato al tragitto. Il bello di questo sport è che ogni passaggio, ogni giro, ogni esercizio non è mai uguale a un altro. Ci deve essere un’intesa tale all’interno del binomio uomocane che non lascia spazio a dubbi e perplessit­à. In pochissime occasioni mi sono trovata a essere perfetta e sincronizz­ata con lui, ma quando ciò accade non ti interessa il risultato, sai solo di aver dato il massimo e la gratificaz­ione è impagabile.

Secondo te, cosa manca all’agility italiana a livello sia scolastico che agonistico?

Dal punto di vista formativo, il livello degli istruttori italiani di gare italiane e internazio­nali è alto. Per essere migliorata a livello agonistico avrebbe solo bisogno di avere maggior visibilità, essere effettivam­ente considerat­a uno sport a tutti gli effetti e non solo dagli addetti ai lavori.

Grazie, Laura, per aver raccontato ai lettori di Quattro Zampe di te e del tuo amico Joy.

Buona agility a tutti, Alfonso

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 ??  ?? ALFONSO SABBATINI Istruttore cinofilo, campione di agility, coach Nazionale Agility Fisc - Tel. 340.4605872 www.freedogs.it
ALFONSO SABBATINI Istruttore cinofilo, campione di agility, coach Nazionale Agility Fisc - Tel. 340.4605872 www.freedogs.it

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