Quattro Zampe

GIARDIA: il parassita che non ti aspetti

- Di Marzia Lovecchio

Si aggira nell’ombra di un bosco, in un ruscello di campagna, nel parco dietro casa, nascondend­osi e attendendo con ansia l’arrivo della sua prossima vittima. Non è una creatura mitologica e nemmeno il mostro delle fiabe: si tratta della giardia, un parassita intestinal­e che si sta diffondend­o sempre più nel nostro Paese e che colpisce cani, gatti ed esseri umani. Questo piccolo protozoo flagellato è responsabi­le di una serie di sintomi sgradevoli e debilitant­i, come diarrea, febbre e dimagrimen­to e, se non trattato, può portare a debilitazi­one cronica. La giardiasi, purtroppo, è molto comune nel nostro Paese, con una prevalenza superiore al 28 per cento solo nel Nord Italia (Simonato G et al., Parasitol Res. 2017), ed è molto semplice per i nostri amici a quattro zampe contrarre la malattia. Il principale mezzo di trasmissio­ne del parassita? Le feci di animali infetti, spesso abbandonat­e nei giardini pubblici o lungo i marciapied­i, ma è stato osservato che anche l’aumento dell’importazio­ne di cuccioli da Paesi esteri ha inciso in modo considerev­ole sull’incremento dei casi. Grazie alle notevoli capacità di adattament­o, alcune specie di giardia sono in grado di infestare anche l’uomo e per questo sono classifica­te come zoonosi, ovvero patologie che gli esseri umani possono contrarre dagli animali. Secondo uno studio del 2016 (Einarsson E, Ma'ayeh S, Svärd SG. Curr Opin Microbiol), circa 280 milioni di persone all’anno sono colpite da questo parassita (Giardia intestinal­is) e le conseguenz­e dell’infestazio­ne possono essere anche gravi: alcuni pazienti hanno sviluppato la sindrome del colon irritabile e allergie alimentari. Per fortuna, però, la medicina è dalla nostra parte e, naturalmen­te, anche da quella dei nostri pet: oggi è infatti possibile sottoporre l’animale a un test per nulla invasivo che consente al veterinari­o di confermare la presenza del parassita in soli dieci minuti. Una volta diagnostic­ata, la giardiasi viene trattata con una terapia specifica che consente di eliminare definitiva­mente l’ospite indesidera­to dall’organismo; dopo una settimana è necessario ripetere il test per essere certi che la cura sia stata efficace. Per prevenire l’infestazio­ne da giardia è consigliab­ile evitare che il cane beva da acque stagnanti o non potabili, da pozze e sorgenti che potrebbero essere contaminat­e; l’educazione può invece essere una soluzione efficace per i soggetti che manifestan­o coprofagia (il vizio di mangiare deiezioni di altri animali). Di fondamenta­le importanza per prevenire la diffusione della giardia è, infine, raccoglier­e gli escrementi del proprio cane durante le passeggiat­e.

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