10 (PIÙ UNA) RAGIONI PER DIRE NO ALLA CARNE E AGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI
IL DECALOGO DELL’ASSOCIAZIONE GAIA ANIMALI & AMBIENTE
1. L’ECATOMBE ANIMALE
Si uccidono, dopo averli imprigionati, miliardi di animali ogni anno. Solo per i consumi italiani di carne e pesce, ecco alcune cifre. Animali di terra: 500 milioni di polli da carne; 40 milioni fra tacchini, faraone, anatre e oche; 10 milioni di conigli; 30 milioni di galline ovaiole non più produttive; 13 milioni di maiali; 4,5 milioni fra vitelli, manzi, vacche, bufali; 7,8 milioni di pecore e capre; 30 milioni di “inutili” pulcini maschi di razza ovaiola, soppressi alla nascita buttandoli in un trituratore.
2. ALLEVAMENTI COME LAGER
Il 99% degli animali dai quali si ricavano carne, latte, uova in Occidente sono chiusi in campi di concentramento: gli allevamenti intensivi. Anche quando le leggi vengono rispettate, gli spazi a disposizione sono appena sufficienti per girarsi e, talvolta, nemmeno quello. Negli allevamenti intensivi gli animali trascorrono la loro breve vita in spazi ristretti, sovraffollati, con luce artificiale dove non è possibile per loro esplicare comportamenti naturali. Tutto ciò è causa di gravi sofferenze, stress, stereotipie che sfociano in vere e proprie patologie fisiche.
3. FARMACI
Per prevenire o curare tali malattie legate ai metodi innaturali di allevamento, agli animali sono somministrati farmaci di sintesi in enormi quantità. Grandi protagonisti della zootecnia intensiva sono gli antibiotici: in Europa gli animali di allevamento ne consumano 5 mila tonnellate, di cui 1500 per favorire, artificialmente, la crescita veloce di polli, suini, tacchini e vitelli. Gli antibiotici sono dati a tutti gli animali, sia sani che malati: basta qualche pollo malaticcio a giustificare una dose somministrata a 100.000 o 200.000 animali (per evitare che si contagino).
4. SALUTE
La carne rischia di fare male anche agli esseri umani. La carne (ma anche il latte, le uova, il formaggio) provenienti dagli allevamenti intensivi accumulano residui di sostanze tossiche, presenti nell’alimentazione degli animali o nei trattamenti farmaceutici. I pesci concentrano sostanze nocive -anche la diossinapresenti nelle acque inquinate. I prodotti animali, infine, sono inadatti al consumo umano per l’elevata presenza di grassi saturi e colesterolo. Secondo il grande oncologo Umberto Veronesi, vegetariano, la dieta veg garantisce il 40% di possibilità in meno di contrarre tumore. Recentemente l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, che fa parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha classificato la carne rossa come probabilmente cancerogena, mentre certamente lo sono gli insaccati e tutti gli altri tipi di carne lavorata.
5. CAMBIAMENTI CLIMATICI
La carne portata in tavola è la seconda causa, per importanza, di riscaldamento globale dopo gli impianti di riscaldamento delle case. Dagli studi della Fao risulta che il bestiame produce il 18% delle emissioni di gas serra (Co2, protossido d’azoto e metano). Il bestiame allevato, soprattutto i bovini, è responsabile del 9% dell’anidride carbonica prodotta dalle attività umane, e di una percentuale nettamente superiore di gas serra ancora più dannosi. Agli allevamenti si devono, infatti, il 65% delle emissioni di protossido d’azoto rilasciato dalle attività umane: il protossido d’azoto ha un effetto sul riscaldamento terrestre pari a 300 volte quello dell’anidride carbonica. La maggior parte delle emissioni di protossido d’azoto è dovuta al letame. Inoltre il bestiame emette il 37% di tutto il metano riconducibile alle
attività umane, gas che rispetto all’anidride carbonica incide nella misura di 23 volte in più sul riscaldamento del pianeta.
6. INSOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Gli allevamenti industriali sono una delle maggiori minacce ambientali: per le emissioni di gas serra, ma anche per lo spreco di combustibile fossile e per il depauperamento e l’inquinamento delle falde acquifere. Non solo. Fuori dalle stalle, gli animali allevati hanno provocato deforestazione e desertificazione di intere regioni, in diversi paesi del mondo. Anche gli scarti dei macelli inquinano. Quanto all’acquacoltura, sta rovinando gli ecosistemi costieri nel Sud-Est asiatico, in Centro America, e perfino in Europa.
7. DISTRUZIONE FORESTE
La zootecnia in crescente espansione è divenuta un flagello mondiale di proporzioni epiche. I soli bovini stanno letteralmente divorando interi ecosistemi. Molte foreste tropicali, come accade per esempio in Amazzonia, vengono abbattute per far posto ai pascoli, che stanno erodendo ovunque anche le terre coltivabili, mentre le acque dolci rimanenti nel mondo vengono contaminate dai rifiuti degli animali e dai pesticidi.
8. CARNE E FAME: INGIUSTIZIA ALIMENTARE
Il 60% dei cereali prodotti nel mondo sono destinati agli animali da carne e spesso sono esportati dai paesi della fame...C’è una diretta concorrenza fra cibo per gli umani e cibo per gli animali. Sempre più terra coltivabile del pianeta è adibita alla coltivazione di mangimi per gli animali, di conseguenza sempre meno terra è riservata alla produzione di cereali per l’alimentazione umana e tutto ciò influisce negativamente sul prezzo degli alimenti accessibili ai più poveri del pianeta. Oltre un terzo delle terre coltivabili è sfruttato oggi per produrre cereali per gli animali anziché per gli uomini.
9. SPRECO DI RISORSE
Mentre deploriamo l’inefficienza energetica e lo spreco dovuto alla scelta di automobili che consumano molta benzina, l’inefficienza energetica e lo spreco legati al regime alimentare a base di carne è infinitamente peggiore. Un ettaro coltivato a cereali produce il quintuplo delle proteine di un ettaro utilizzato per la produzione di carne. I legumi producono dieci volte quelle proteine, e i vegetali a foglia 15 volte le proteine per ettaro di terreni di pari dimensioni destinato alla produzione di carne. Ci vogliono 8 kg di mangime (e 13.000 litri di acqua) per far ingrassare di 1 kg un manzo nel recinto dove viene allevato. Ciò significa che solo l’11 per cento di questo mangime serve a produrre il bue, mentre il resto viene consumato come energia nel processo di conversione, utilizzato per mantenere le normali funzioni corporee o espulso o assorbito in parti del corpo che non vengono mangiate, come il pelo o le ossa.
10. ALLEVATORI E SISTEMA INDUSTRIALE
La fase propriamente agricola degli allevamenti ha un peso economico limitato. In Italia l’unica forma di allevamento ancora in mano a conduttori diretti è quello delle razze bovine e ovine autoctone, e delle vacche da latte. Tutto il resto della zootecnia è dominato dall’(agro)industria, sempre più internazionale. Gli allevatori sono dei semplici ingrassatori, gli animali sono di proprietà di pochi industriali oligopolisti, spesso in grado di concentrare in sé tutta la filiera: produzione dei mangimi, fornitura degli animali e degli input, cure farmaceutiche, trasformazione in carne, distribuzione.
11. IL MOVIMENTO VEGANO E GLI AFFARI
Anche i numeri della Veg economy sono interessanti. Secondo l’Osservatorio Immagino Nielsen Gs1 Italy nel 2018 in Italia il mercato alimentare vegetariano-vegano della grande distribuzione (Gdo) valeva 850 milioni di euro. E ancora. Secondo una ricerca dell’European data journalism network, nell’ambito del mercato dell’Unione europea, le vendite dei prodotti alimentari alternativi a quelli di origine animale (carne, in particolare) sono aumentate del 451% negli ultimi 5 anni. Ne consegue che da qui al 2022 si prevede, in proiezione, un fatturato totale europeo di 6 miliardi di euro. Insomma: il mondo veg porta business…
ceci, dalla parmigiana bianca alle frittelle croccanti di patate… ce n’è per tutti i gusti.
CAMPIONI DEL MONDO
Forse non tutti sanno che molti sportivi di successo sono vegetariani o vegani. Come il numero 1 al mondo nel tennis, Novak Djokovic: 6 volte campione di Wimbledon, 20 Slam vinti... Prima di lui, nel tennis, sono diventate veg le fortissime sorelle Williams: Venus - su consiglio dei medici per limitare la sindrome di Sjogren - è passata a un’alimentazione veg trascinando nella scelta anche la sorella Serena. Scelta veg pure quella di Lewis Hamilton: il campione del mondo di Formula 1 ha detto che solo questa salverà il pianeta. Le giornate del pilota cominciano con porridge e proseguono con pane tostato e fagioli. Hamilton ama i falafel (polpettine di ceci speziate), il tortino di quinoa con cavoli freschi o zucca, orzo con fagioli verdi al vapore e pomodori secchi con guacamole (salsa a base di avocado), un mix di grano germogliato e hummus con verdure crude. Tra gli atleti vegan più famosi c’è pure Carl Lewis, vincitore di 10 medaglie olimpiche e di 10 medaglie nei mondiali: l’uomo più veloce della Terra e quello che saltava più in lungo di tutti… Chiederanno anche a loro “ma senza carne e derivati animali, dove prendi le proteine”?
PERCHÉ CARNIVORI? LA TEORIA DELLE 3 N
Di fronte ai vantaggi dell’alimentazione a base vegetale, perché la maggior parte delle persone continua a mangiare carne, pesce e insaccati? La psicologa Melanie Joy fornisce alcune motivazioni con la teoria delle “tre N della negazione”. La maggior parte delle persone ritiene che “mangiare animali è Normale”. I prodotti animali, infatti, sono in quasi tutti i menu, supermercati, programmi televisivi di cucina e in molti altri ambiti della vita di ogni giorno. Quindi è “normale” mangiarli. Ma si ritiene anche che “mangiare animali è Naturale”. Da decine di migliaia di anni mangiamo carne e utilizziamo gli animali e, così come molti animali uccidono e mangiano a loro volta altri animali, per la maggior parte delle persone sembra del tutto naturale che l’Homo sapiens uccida e mangi altre specie. Infine, si ritiene che “mangiare animali è Necessario”. Nonostante molti possano pensare che sia triste allevare e uccidere gli animali per ricavarne cibo, sono convinti che per sopravvivere abbiamo bisogno di mangiare carne o, quantomeno, alcuni prodotti
animali. La preoccupazione per la propria salute è uno dei fattori principali che li frena dal diventare o continuare a essere vegetariane o vegane.
PERCHÉ CARNIVORI?
LA TEORIA DEL CONFORMISMO
Negli anni Cinquanta lo psicologo statunitense Solomon E. Asch selezionò dei partecipanti per un esperimento. Ai suoi pazienti disse che si trattava di uno studio sulla ricerca della percezione. In realtà stava conducendo una ricerca sul conformismo e la pressione sociale. Asch mostrò ai partecipanti una serie di immagini e chiese loro quale, tra tre linee diverse, avesse la stessa lunghezza di una quartalinea, messa in primo piano. La risposta corretta era più che evidente. Uno alla volta i partecipanti dovevano rispondere a voce alta. Tutti tranne uno all’interno del gruppo erano complici, ai quali Asch aveva esplicitamente chiesto di fornire la stessa risposta errata. L’unico vero partecipante, completamente all’oscuro della situazione, doveva rispondere per ultimo. Asch scoprì che in questa situazione più di un terzo (37%) dei partecipanti dava la risposta sbagliata, mentre nel gruppo di controllo solo l’1%. Quando ai partecipanti fu chiesto di fornire una spiegazione del perché, alcuni risposero di ritenere che il gruppo avesse ragione.
Altri erano invece preoccupati di sembrare diversi, mentre altri ancora non volevano causare alcun tipo di problema. Alla fine Asch concluse: “Nella nostra società la tendenza a conformarsi è così forte che persone giovani mediamente intelligenti e ben intenzionate sono disposte a negare l’evidenza”. Chi ritiene che mangiare prodotti animali sia del tutto normale, fa decisamente fatica a credere che ci sia qualcosa di male. Poiché solo una minoranza di persone considera un problema il mangiare carne o agisce in modo diverso, la maggioranza consapevolmente non smette di pensare che mangiare carne possa costituire un problema morale, per non parlare di doversi comportare di conseguenza.
IN CONCLUSIONE…
Secondo lo psicologo Steven Pinker, la principale conclusione che possiamo trarre dal comportamento sociale è che “le persone si ispirino ad altre persone sul modo in cui comportarsi”. Insomma: la maggioranza delle persone mangia carne perché la maggior parte di loro mangia carne… Nonostante ciò, vegetariani e vegani sono in costante aumento. E fanno proprio il monito di Ovidio: “Cessate, o mortali, dal contaminare con vivande nefaste i vostri corpi! Vi son messi, vi son frutti, che curvano con il loro peso i rami e, sulle viti, turgide uve. Vi son dolci verdure e altri prodotti che la fiamma può far graditi e teneri. A voi offre ricchezze la provvida Terra, e alimenti miti, offre vivande senza stragi e senza sangue”.