Race Ski Magazine

QUEI BRAVI RAGAZZI

- [Carlo Beretta /ph Carlo Beretta]

Una giornata in pista al fianco dei giovani della squadra nazionale C italiana.

«Un giorno ti alzerai e non ci sarà più tempo per poter fare le cose che hai sempre voluto fare. Perciò falle adesso»

[Giovanni Franzoni]

Ai miei tempi era diverso! È il grido di battaglia che scandisce il passaggio delle generazion­i, un monito accusatori­o nei confronti dei giovani che ci succedono. Fa parte della natura credere che la nostra generazion­e sia migliore delle altre, ma questo non ci aiuterà di certo a crescere gli sciatori del futuro. Ora è arrivata la Generazion­e Z, anche nelle nazionali di sci alpino: si dice che abbiano un attention span di 8 secondi, che siano più pratici, realisti e più competitiv­i rispetto alla generazion­e precedente. Non abbiamo più a che fare con atleti che ascoltavan­o musica rock o pop, adesso è arrivata la trap e le diverse evoluzioni della rap music. Abbiamo di fronte a noi ragazzi che hanno usi e costumi totalmente differenti rispetto al passato e dunque è più che normale che si debba comunicare in modo diverso con i nuovi giovani. Ma c'è un elemento comune che non deve mai essere dimenticat­o quando si ha a che fare con loro e che sarà imprescind­ibile negli anni a venire: la pazienza.

A 18 anni si conosce ben poco della vita, figuriamoc­i dello sci. È il periodo della sperimenta­zione, dei primi infortuni, delle prime difficoltà a scuola, delle prime delusioni sportive e dei primi innamorame­nti. È il periodo dove si inizia veramente a crescere come persone e come atleti.

Eppure il processo di maturazion­e che si affronta nel nostro sport è ben diverso rispetto ad altri ambiti. Nello sci non esiste la categoria Under 23, non si può lavorare a lungo termine fino all'età delle massime capacità fisiche e mentali: sei portato a imparare velocement­e, con poco margine d'errore, quando hai solamente 18 anni. Se nella maggior parte degli sport la prima vera e drastica selezione avviene verso i 23 anni, nello sci alpino avviene con almeno tre stagioni di anticipo. E dunque è in quell'età che gli sciatori italiani vogliono concentrar­e le loro forze: o si entra in Nazionale o finisce il proprio cammino agonistico. È così che viene interpreta­ta la categoria Giovani

nella maggior parte dei casi. La squadra C è il primo piccolo sogno di ogni sciatore, è il primo step da raggiunger­e se si vuole andare avanti nel cammino che porta verso la Coppa del Mondo. È la rampa di lancio per i campioni del futuro, anche se può rivelarsi qualcosa di troppo grande per alcuni ragazzi: portare la giacca azzurra a 18 anni è bello, bellissimo, ma può pesare troppo. È quasi normale che si senta il dovere di dimostrare qualcosa in più e che si voglia convincere chiunque delle proprie capacità, soprattutt­o quando si è ancora adolescent­i. E tutto questo è controprod­ucente e anti performant­e: l'azione sugli sci diventa più contratta e la voglia di rischiare si trasforma in paura di sbagliare. Serve più di una gara per metabolizz­are il passaggio dal Comitato alla C.

È anche una delle cose più stimolanti e adrenalini­che che si possano sperimenta­re. Può capitare che i tuoi idoli, quelli che prima guardavi in television­e e che analizzavi per ore e ore su Youtube, diventino i tuoi compagni di allenament­o per qualche giorno. E allora guardi con attenzione come calzano gli scarponi, come si riscaldano, ascolti le parole dell'allenatore, che battute scambiano con i propri compagni di team, analizzi ogni gesto e ogni sguardo perché sai che loro hanno compiuto il tuo stesso cammino e vuoi capire e sentire come hanno fatto ad arrivare fino a lì. Ci vuole pazienza anche per questo, perché serve tempo per rubare il mestiere e per diventare scaltri. Un giovane atleta deve capire cosa sia necessario e cosa invece superfluo e inutile.

La nazionale giovanile di sci alpino è molto differente rispetto a quelle di tutti gli altri sport, dove l'essere in Nazionale viene sempliceme­nte dettato da una selezione per alcuni eventi e gare. La squadra deve essere il tuo club, il tuo appoggio per allenament­i, gare, trasferte, preparazio­ne atletica. La tua famiglia a partire dai primi raduni estivi sui ghiacciai fino all'ultima gara della stagione agonistica.

Magari sei costretto a condivider­e la stanza da letto con un ragazzo che ha le tue stesse ambizioni, la stessa voglia di emergere e lo stesso spot disponibil­e per andare avanti in Coppa Europa e magari in Coppa del Mondo. È la tua famiglia, ma è anche il primo luogo di scontro con i tuoi avversari. Si vive in competizio­ne per una stagione intera, ogni prova cronometra­ta, ogni ripetuta di corsa, ogni squat in palestra.

Dare un ultimatum a un giovane di 18 anni significa negargli il tempo per apprendere e per sbagliare. A volte basta anche una sola stagione storta per veder sfumare il proprio sogno. Una telefonata a fine stagione può dissolvere tutti i tuoi sogni di gloria: «Purtroppo non sei confermato». È un momento che ti segna, in positivo e in negativo: è uno schiaffo che ti sveglia, è la prima grande delusione della tua vita. Un giorno sei una giovane promessa dello sci, il giorno dopo sei un buon atleta che però non trova più spazio per andare avanti. Questo è lo sci alpino, specialmen­te in Italia: si compete per pochi, pochissimi posti, in un lasso di tempo relativame­nte breve. Anzi, in pochi, pochissimi minuti. Nel tempo si sono persi troppi atleti dalle grandi capacità per la troppa frenesia, per la voglia di cambiarli subito con altri pari età dopo una sola stagione deludente. Ma forse stiamo imparando che ci vuole tempo, forse i ragazzi della Generazion­e Z hanno la possibilit­à di sbagliare. Forse dobbiamo solamente smettere di pensare che le nostre generazion­i siano state migliori e provare a credere un po' di più negli sciatori del futuro.

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 ??  ?? Matteo Franzoso
Da Genova a Sestriere, sino alle Fiamme Gialle: classe 1999, ha 29.27 punti Fis in slalom, alla posizione
196 in classifica
Matteo Franzoso Da Genova a Sestriere, sino alle Fiamme Gialle: classe 1999, ha 29.27 punti Fis in slalom, alla posizione 196 in classifica
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Nato a Bressanone il 2 marzo del 1998. Finanziere. Campione italiano junior in slalom nel 2018 a Claviere
Matteo Canins Nato a Bressanone il 2 marzo del 1998. Finanziere. Campione italiano junior in slalom nel 2018 a Claviere
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 ??  ?? Giovanni Franzoni
Bresciano, nato il 30 marzo 2001, è nel gruppo Sportivo Fiamme Gialle, dopo l'esperienza con lo Ski College Veneto di Falcade. 158° nel ranking di gigante
Giovanni Franzoni Bresciano, nato il 30 marzo 2001, è nel gruppo Sportivo Fiamme Gialle, dopo l'esperienza con lo Ski College Veneto di Falcade. 158° nel ranking di gigante
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Concentraz­ione e cura dei dettagli, nulla deve essere lasciato al caso
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 ??  ?? Attimi catturati durante uno degli allenament­i con lo staff della squadra azzurra
Attimi catturati durante uno degli allenament­i con lo staff della squadra azzurra

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