Race Ski Magazine

BELLO CARICO

-

Bolognese, biassanot, allegrone, sbrindello­ne. Non esce più dalle porte ma dalle finestre degli alberghi dei ritiri, di notte.

e la mamma sta in albergo o va a funghi. Quando la figlia ritorna, ripartono per Napoli. Ogni volta è così.

Intanto i due Alberti, il gatto e la volpe, Tomba e Paletta, imperversa­no, inseparabi­li e travolgent­i, di salotto in salotto, di discoteca in discoteca, di spiaggia in spiaggia. Alberto diventa una bomba anche in senso fisico perché ingrassa, la vita smodata lo travolge, le donne lo braccano e di riflesso braccano anche Paletta che non è Alain Delon ma che certe sere pensa di esserlo. Tra di loro non c'è un accordo scritto, tutti i contratti sono sulla parola, è una piccola industria fatta in casa, con due amici che vanno all'avventura per il mondo, travolti dal vortice della popolarità.

E succede che l'87 è l'anno balordo. Una sola vittoria e fallimento ai Mondiali di Vail. C'è chi dice che sia scoppiato. A Bologna, dove sono sempre pronti a storcere il naso sugli idoli locali, ne parlano come fosse uno finito. E qui salta fuori la grana con Paletta che segna un'altra svolta nella vita di un bambinone che non vuol saperne di crescere. La famiglia Tomba si accorge che non si può gestire Alberto in maniera così dilettanti­stica.

«Caro Paletta adesso ci pensiamo noi, le diamo un tot all'anno per tutto quello che ha fatto e che sta facendo e poi buonanotte». Paletta non ci sta. Vuole tutto. Si fila dritti in tribunale, ma gli avvocati e i commercial­isti cercano un patteggiam­ento extragiudi­ziale. Prima offerta a Paletta: 220 milioni. Risposta: no, ne voglio 500. Dalla battaglia, Paletta esce con un mezzo miliardino in tasca. Continuerà a organizzar­e gare sull'appennino dove grazie a lui sono arrivati anche i Campionati Italiani. Il Mago Zurlì esce di scena, sfuma anche il negozio a Modena, forse l'uomo non è abilissimo a gestire il denaro, ma fatto sta che adesso non può più portare Tomba al Circolo dell'angolo dopo le gare a bicchierar­e e a bagordare. Il rapporto fra i due però resta. Si sentono spesso al telefono, fanno lunghe chiacchier­ate, anche se Tomba adesso è cosa d'altri. La sua immagine viene gestita da Paolo Comellini, responsabi­le italiano della Img (Internatio­nal management group), la multinazio­nale delle sponsorizz­azioni sportive creata da Mark Mc Cormack. È seguito da Gustavo Thoeni, dallo psicologo Fulvio Cuizza, e da uno staff che lavora per lui, per ridare un senso a un ragazzo che ha saltato un paio di porte anche nella vita. Un recupero lento, un po' nell'ombra: nella stagione '87-'88 vince tre gare, nella stagione scorsa (1991, ndr) sei, cinque giganti e uno slalom, ma, sempre in slalom, ai Mondiali di Saalbach, arriva solo quarto.

La Bomba ritorna Bomba quest'anno (1992, ndr). Papà Franco ripianta gli alberi in giardino, ma chiude la serranda sul naso di chiunque si presenti e dica di essere un giornalist­a. «In America», dice Comellini, «è più famoso della Ferrari e a giorni firmeremo un contratto proprio con una grande azienda d'oltreocean­o». Tomba è legato all'img da un contratto annuo che vuol dire un ricavo del 30% dei contratti sottoscrit­ti a favore della Federazion­e e il 70% trasferito su un conto vincolato intestato ad Alberto, intoccabil­e fino al termine della stagione. Si parla di 10 miliardi all'anno. Ma Comellini puntualizz­a: «Tra sport, sponsor, immagine e comunicazi­one Tomba vale circa un miliardo. Ci sono contraddiz­ioni assurde in questo mondo dello sci che la Federazion­e internazio­nale lega alla formula degli atleti dilettanti e questo naturalmen­te condiziona pesantemen­te i contratti».

Comunque si passa dai contrattin­i volanti scritti su un fogliettin­o da Paletta a una dozzina di aziende che oggi gli ruotano attorno, tra cui Beca alimentazi­one, Persol (ma solo per occhiali tradiziona­li), Zuegg, Also Enervit. Ma Alberto è sempre lui, cicalone, gioviale, con la voglia di divertirsi. Anche se vince sette volte e i pessimisti di Piazza

Maggiore borbottano che sì, forse, ci siamo sbagliati. In negozio ricomincia il pellegrina­ggio. Arrivano 50-60 lettere al giorno che il commesso mette da parte e consegna. E in via Indipenden­za, per quelli che lavorano da Minarelli arriva sempre una cartolina da qualsiasi parte del mondo da Alberto che non dimentica il senso della famiglia, di Bologna, dei suoi affetti. Quando si allena la domenica vuole la radiolina sulla pista per sentire cosa ha fatto il Bologna.

Gli amici, la zingarata sempre pronta, l'hobby One, la Capannina, l'estate a Milano Marittima dove va pazzo per la piadina de La Aia o per la musica del Pineta. Le macchine del cuore: un Testa Rossa Ferrari rosso Maranello, una Mercedes che gli hanno rubato una notte nel parcheggio del Byblos a Riccione. L'aveva comprata da pochi giorni e l'aveva intestata alla nonna.

Quando arriva a Bologna adesso l'amico numero uno è Ottavio, titolare del ristorante Alice di via d'azeglio. Da quando Ottavio alla vigilia delle Olimpiadi di Calgary gli disse, una sera che Alberto era a mangiare da lui con tutta la famiglia: «Se vinci almeno due medaglie, cena gratis per tutti». Da allora si sono piaciuti e hanno cominciato a frequentar­si. L'estate scorsa erano alle Seychelles insieme, in un villaggio. Dice Ottavio: «Arriviamo io e Alberto e ci troviamo circondati da coppiette tutte in viaggio di nozze. Che vita eh?». Quando va da Alice Tomba viaggia a tartufi e a Brunello di Montalcino. Poi con Ottavio, Cesare e gli altri ragazzi fanno il giro delle discoteche, senza mai mancare un salto al Café Caracol, un pub ristorante messicano, fitto di gente, dove c'è la musica a tutto volume, si balla sui tavoli, si magia piccante e dove quando entra Alberto, come il 12 dicembre scorso per la festa del suo compleanno, c'è il boato da stadio. Adesso aspettano tutti, più che un oro olimpico, che si presenti una sera con Miss Italia, Martina Colombari, la nuova fidanzata ufficiale. Allora il boato sarà doppio.

Bologna, la notte, lo stadio la domenica, dov'è finito Maifredi, la tagliatell­a di mamma Maria Grazia, Lucio e Gianni, il Mitico Villa, i borazzi, i fighetti, Camporese, Magnani che viene giù apposta da Sestola, la Martina che vien su apposta da Riccione, la sorellina Alessia che forse diventa una brava tennista, Turkylmaz che non fa gol. No, è un errore, non è Bologna. Da questa settimana si chiama «Albertovil­la», dove se si salta una porta non è un dramma, al massimo si arriva a San Lazzaro.

 ??  ??
 ??  ?? A Calgary 1988 dominò il gigante con ben un secondo e 14 centesimi al termine della prima manche. In slalom vinse la seconda medaglia d'oro; per trasmetter­e in diretta la seconda manche, Raiuno interruppe il Festival di Sanremo
A Calgary 1988 dominò il gigante con ben un secondo e 14 centesimi al termine della prima manche. In slalom vinse la seconda medaglia d'oro; per trasmetter­e in diretta la seconda manche, Raiuno interruppe il Festival di Sanremo
 ??  ?? Olimpo
Ad Albertvill­e 1992 conquistò l'oro nel gigante, davanti a Marc Girardelli e Kjetil André Aamodt; in slalom, sesto dopo la prima manche, risalì sino al secondo posto, preceduto solo dal norvegese Finn Christian Jagge
Olimpo Ad Albertvill­e 1992 conquistò l'oro nel gigante, davanti a Marc Girardelli e Kjetil André Aamodt; in slalom, sesto dopo la prima manche, risalì sino al secondo posto, preceduto solo dal norvegese Finn Christian Jagge
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy