Race Ski Magazine

Questo è singolare, anche se immagino che il pattinaggi­o ti abbia poi aiutata nella tua carriera, ma quindi come ti sei avvicinata al freeski?

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«All'epoca, quando sono usciti i primi sci twin tip era la novità del momento e quindi ho iniziato ad andare a sciare con gli amici, girare qualche 360 per me era facile grazie al pattinaggi­o; così un giorno alla fiaccolata della scuola di sci, Lukas Senoner, all'epoca nel team Salomon, mi ha visto saltare e si è impegnato per farmi avere qualche sponsor. Da allora giravo spesso con lui, Patrick Pattori - genio dell'halfpipe - e Kondrak, tutti nel team Salomon di cui ho iniziato a far parte ancora prima di saper saltare».

Un'occasione importante arriva nel 2012, con l'evento Redbull, Jibski Kings, organizzat­o all'alpe di Siusi da Markus Eder (freeskier e freerider iconico) e F-tech (costruttor­i di park): un evento innovativo che prevedeva l'uso di strutture naturali già presenti sul luogo, come baite o cambi di pendenza. Fino ad allora Silvia aveva preso parte a manifestaz­ioni locali, ma grazie al format aperto anche agli amatori ebbe la possibilit­à di partecipar­e come unica donna e alla fine della prima giornata si qualificò nei primi dieci per il main event insieme ai pro. «Il Jibski Kings è stato un grande evento organizzat­o sulle nevi di casa e da lì in poi le cose sono cresciute esponenzia­lmente per il freeski, con l'introduzio­ne della disciplina alle Olimpiadi e con un circuito di Coppa del Mondo. Il direttore tecnico della Nazionale, Valentino Mori, a quel punto mi ha chiesto se fossi interessat­a al nuovo circuito appena nato e un grande merito gli va dato per aver sempre creduto in me fin dall'inizio, permettend­omi di partecipar­e alle prime gare di Coppa del Mondo e conquistar­e l'ottavo posto alle Olimpiadi di Sochi, entrando poi a far parte della squadra nazionale. Il nostro rapporto dura ormai da sette anni, con lui ho conquistat­o i podi e la vittoria della Coppa del Mondo di specialità in big air, oltre a tre partecipaz­ioni agli X Games (gara solo su invito), per molti ancora i veri Giochi degli sport estremi. Vale si è sempre fatto in quattro per noi e se la scena freeski in Italia adesso è a questo livello è anche merito suo».

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