Tra gli infortuni e la concorrenza spietata degli chi te lo fa fare verrebbe da dire…
Una partenza col botto, con l'ottavo posto in finale, il traguardo di una vita per molti atleti.
Ma questo era il 2014 e nel frattempo molta acqua è passata sotto i ponti: nei quattro anni successivi Silvia ha collezionato una vittoria e tre secondi posti nel big air, due podi nello slopestyle e un quinto posto ai Mondiali, sempre nello slopestyle, più quattro inviti agli X Games, onore riservato solo ai migliori skier. Risultati inframezzati da due interventi al ginocchio sinistro per la rottura del crociato, non certo d'aiuto nella preparazione dell'anno olimpico (2018) e che inoltre le preclusero la presenza agli X Games di Aspen dello stesso anno. Silvia non parla quasi degli infortuni, sono cose che succedono, minimizza. Da qui capisci quello che non si vede, la sua determinazione e la sua passione. Nel 2018 sebbene in lotta per la Coppa di big air, non viene selezionata per i Giochi, che vedono invece lo slopestyle come gara.
«Non voglio polemizzare con quello che è successo, cosa che ancora non mi è del tutto chiara, probabilmente non avrei corso per vincere e visto che un'olimpiade l'avevo già fatta non mi è pesata troppo l'esclusione. Anzi, ho avuto la possibilità di partecipare all'ultima gara di Coppa di big air nella quale quasi non volevo gareggiare: ho conquistato la Coppa generale, in fin dei conti è stata una cosa positiva».
Silvia ora si scontra con ragazzine di quindici anni, cresciute con metodi altamente codificati per l'apprendimento dei tricks, che con l'ausilio degli airbag portano in gara ogni volta evoluzioni nuove: è dura stare al passo coi tempi, ma con l'aiuto dei nuovi metodi di allenamento e della sua tenacia, spiega che sta lavorando a un'arma segreta e senza dubbio dirà ancora la sua. Il freeski è cambiato molto, tecnicamente parlando, la professionalità degli atleti e la completezza della preparazione atletica e tecnica non hanno nulla da invidiare ai colleghi dello sci alpino, è tutto molto veloce e le run che ti fanno vincere oggi non ti garantiscono la finale l'anno successivo. Solo poche superstars possono guadagnarsi da vivere con le parti filmate nei video e per la maggior parte degli skiers, l'unico modo di fare soldi è vincere gare e medaglie. «Non sono qui per i soldi di certo, ma per la passione per lo sport e le sensazioni che mi dà, i soldi veri nel freeski sono finiti da un pezzo e se non fosse per la Federazione che ci paga le spese, sarebbe impossibile girare tutto l'anno per gare e allenamenti. Ho un lavoro a casa che mi piace e dove do una mano (Sport Ivo a Ortisei, ndr) e fortunatamente ho sponsor che mi permettono di poter fare l'atleta. Se volessi fare altro lo farei e non sono qui a
nel freeski non abbiamo ancora accesso ai corpi militari e non possiamo quindi beneficiare dello stipendio fisso come gli atleti di molte altre discipline».