Race Ski Magazine

Beatrice Sola

Se fosse nata in Colorado le avrebbero detto fly down, visto che vive a Sardagna e si è sentita ripetere di stare frasata.

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Perché in Trentino si usa così. Che tradotto, significa di non montarsi la testa, pur vincendo coppe e titoli qua e là in ogni stagione, che tanto il vero sci sarebbe iniziato a sedici anni. Glielo spiegava il suo allenatore Ugo, glielo ribadivano mamma e papà. Detto fatto, Beatrice Sola ha dato gradualmen­te continuità al suo percorso e al secondo anno Aspiranti ha iniziato a fare sul serio: incetta di medaglie ai Tricolori, prima nel Gran Premio Italia di categoria. Aggiungete­ci pure il debutto e i primi punti in Coppa Europa.

E se arrivasse la chiamata in azzurro state tranquilli che non si preoccuper­ebbe troppo del grande salto. Perché è abituata alle grandi scelte. Quando era ancora nei Pulcini non si è fatta problemi ad abbandonar­e la tranquilli­tà di sciare sulle piste di casa del Bondone per seguire il suo allenatore Ugo che intanto era stato chiamato dal Falconeri Ski Team e aveva accettato il nuovo lavoro. Anche se lei doveva ogni volta scendere a Trento, magari accompagna­ta da papà o mamma se potevano lasciare il lavoro, altrimenti con la corriera per poi andare ad allenarsi a Folgaria visto che il nuovo club fa campo base lì.

Oppure quando è arrivato il momento di decidere la scuola superiore ha puntato dritto su Stams e il suo Schigymnas­ium. Meno male che da Trento a Innsbruck c'è il treno e magari si trova anche qualche passaggio in auto, in fondo sono solo due ore di viaggio, insieme alla sorella Federica, anche lei agonista di famiglia, ma con lo snowboard. Peccato che di tedesco ne sapesse pochino dopo tre anni alle medie. Ma ci è voluto un attimo ad ambientars­i e a sistemare la questione con la lingua, grazie anche a mamma che lo conosce bene e lo insegna a scuola, sino a trovare le parole quasi prima in tedesco che in italiano. Così, oltre a essere determinat­a di suo per natura, quando chiude gli attacchi al mattino presto, lo è diventata ancor di più, quasi teutonica in tutto quello che decide di intraprend­ere. Anche perché in Austria c'è tempo per lo sport, con le piste fuori dalle aule e palestre di prim'ordine, ma appena finiscono le gare ti mettono sotto con studi e verifiche se vuoi andare avanti per ottenere la maturità scientific­a. Pur rimanendo quella di sempre, solare e sorridente appena messi gli sci in pulmino.

Mamma e papà sono maestri di sci, papà in più gestisce anche il Bondonero Skibar al Bondone, mamma appunto è professore­ssa. Beatrice inizia presto a sciare e vuole entrare nello sci club dopo aver vinto la sua prima garetta, senza quasi sapere bene dove si dovesse passare. Accontenta­ta. Prima il Città di Trento, poi l'agonistica Trentina. Trova

Ugo, il feeling è quello giusto, tanto che continua a seguirla tra i grandi, visto che tra loro basta uno sguardo per capirsi, anche quando la chiamano nella squadra del Comitato Trentino. Basta creare la giusta sinergia con i nuovi allenatori. Che dopo il primo anno si è presto trovata. Il piano iniziale era quello di concentrar­si sulle gare che contavano, prima di tutto il GP Aspiranti (vinto) e quello Giovani (seconda), i campionati italiani Aspiranti (con due ori, in gigante e combinata, e altrettant­i argenti, slalom e parallelo), quello a lungo termine di ottenere il pass per la Coppa Europa ed entrare nelle trenta (fatto) e poi provarci anche ai Tricolori Giovani (terza in slalom). E alla fine della stagione, quella dove ha raccolto più di sempre in termini di risultati, è dodicesima al mondo del suo anno in slalom, la migliore italiana. Anche in gigante ci sa fare, ma quest'inverno aveva meno ore nelle gambe, così Ugo l'ha convinta a fermarsi qualche settimana per mettersi a posto. E lei lo ha fatto, trovando subito quelle certezze che le mancavano. Ma nella sua mente c'è anche il superg da mettere a posto.

Testa sul collo, mai un eccesso, sempre sul pezzo in quello che fa, lucida e ambiziosa: ecco chi è Bea o Tite. come la chiamano alle gare o in famiglia.

Ah, Ugo è Ugo Giongo, il papà è Fabrizio e la mamma Serena.

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