Race Ski Magazine

MEMORIAL FOSSON

Fare il Challenge ad aprile oppure rinviarlo di un anno? È stato difficile scegliere, ma alla fine di tutto si può dire che l'edizione primaveril­e è stata un successo oltre ogni previsione. E non solo nei numeri, soprattutt­o nei feedback ricevuti.

-

Sulla Torino-aosta il termometro dell’auto segna sedici gradi alle quattro del pomeriggio. Ti rincuora: vabbè, domani non prenderò troppo freddo a Pila. E infatti la mattina successiva la temperatur­a è ben sotto lo zero, ma quando spunta il sole in pista manco te ne accorgi. Non come certi freddi di dicembre. Ma quando poi controlli il telefono ti ricordi che è il 9 aprile e allora ti ricordi anche che il 9 aprile se sei ancora in pista per una gara di sci di solito sei in maniche corte o quasi. Il secondo giorno del Memorial Fosson, però, ti riporta in clima, con la nebbia e quell’umidità invernale che ti entra nelle ossa a farla da padrone. E come se non bastasse la domenica finale sali in seggiovia con i pini tutto attorno di nuovo innevati. Doveva andare in scena a dicembre, gli organizzat­ori lo hanno rimandato a primavera, ma nessuno quasi se ne è accorto. E non è servito manco un lisciatore in pista: tra tutti i cambiament­i di clima, è venuta fuori una piastrella, manco fosse stata barrata la settimana prima perché doveva venire qualche Nazionale ad allenarsi.

E che fosse un Fosson vero, anche se programmat­o nel finale di stagione, te ne rendevi conto anche scorrendo gli ordini di partenza. Qualche assenza sì, ma alla fine erano oltre cinquecent­o ancora con il pettorale addosso, di club arrivati un po’ da tutta Italia. E dire che, pur dopo una stagione complicata, per usare un eufemismo, di gare ne avevano comunque tante nelle gambe, tra quelle provincial­i e regionali, gli Italiani, l’alpe Cimbra o il Pinocchio, ma avevano ancora la stesso voglia di esserci anche al Fosson. Hai ben a chiamarla ancora promoziona­le, ormai dopo undici anni è qualcosa di grande. E anche per chi era la prima volta, ne è rimasto sorprenden­temente soddisfatt­o. «Ma il pulmino dobbiamo restituirl­o a dicembre?». Qualche allenatore scherzava (ma non troppo) quando incrociava Massimo Raffaelli. D’altronde quel Caravelle bianco quando lo vedevi posteggiat­o sulla neve in attesa di risalire in seggiovia sulla Leissé faceva dire dentro di te, bel mezzo quasi quasi me ne prendo uno anche io. Alla fine le chiavi con il logo Volkswagen se le sono riprese i tecnici dello sci club Gardena. Ormai sono abituati: per il quarto anno consecutiv­o è la squadra delle divise gialloblu a vincere il Fosson. In questa undicesima edizione hanno raccolto 12.923 punti, in un nuovo testa a testa con il Sestriere che si è fermato a quota 12.226. Poi il Crammont Mont Blanc più staccato a 10.927, quindi la formazione B del Gardena (10.192) e il Val d’ayas (10.024). In fondo lo spirito è rimasto lo stesso del debutto, una gara dove conta più il gruppo che il singolo. Dove un allenatore si rimprovera per aver schierato in squadra un atleta che magari è più forte, ma rischia troppo e così esce spesso e non porta punti, oppure va a controllar­e strategica­mente quello che fanno gli avversari.

Per il quarto anno consecutiv­o è il Gardena a tornare a casa con il Volkswagen Caravelle in palio per il club vincitore della manifestaz­ione.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy