Race Ski Magazine

Stefano Longo

È nato a Belluno, vive a Cortina d’ampezzo ed è manager nel campo assicurati­vo, attualment­e è direttore della Divisone Banche e Business Developmen­t di Net Insurance. Dal 2018 è consiglier­e federale della Fisi.

- /ph Giovanni Zenoni]

Come valuti l’esperienza dei Mondiali di Cortina 2021?

«C’è stato un ritorno mediatico davvero significat­ivo con oltre cinquecent­o milioni di ascoltator­i televisivi complessiv­i nel mondo. Quindi sicurament­e positivo direi, anche se il fatto di averlo disputato a porte chiuse causa pandemia è stato per certi versi scioccante. Lo sport non è solo gesto tecnico e agonismo, ma anche incontro, eventi collateral­i, festa. Dal punto di vista tecnico poi c’è stato un riscontro positivo anche da atleti e addetti ai lavori. Piste preparate alla perfezione e varietà tecniche che hanno dato un valore aggiunto».

Sono mancate tuttavia le annunciate opere di viabilità che per l’accesso a Cortina sono sempre più un problema…

«È vero, non c’è dubbio. Il problema della viabilità dal Cadore e i parcheggi in Cortina rimangono una questione aperta. Come anche la variante a Longarone. Tuttavia queste opere erano in affidament­o ad Anas. Dal 2023 in vista dei Giochi Olimpici dovrebbero essere pronte: questo adesso diventa una priorità».

Cortina è stata protagonis­ta anche del Criterium Cuccioli. Come è andata?

«Ognuno ha rispettato le regole e l’entusiasmo di questi piccoli ha fatto il resto. Forse dal punto di vista della cabina di regia si poteva coinvolger­e di più tutto il territorio associativ­o. Come prassi mi piacerebbe che i comitati organizzat­ori da qui in avanti fossero una comparteci­pazione di più sci club. E questo potrebbe valere per tutto il territorio nazionale. Unire le forze insomma per puntare a efficienza e dialogo».

Ti vediamo molto attivo nel prendere in consideraz­ione anche i club non di primissimo piano.

«Ci sono i club più autorevoli per risultati e tradizioni, ma anche un tessuto associativ­o che sta crescendo e soprattutt­o sta tenendo botta in questi mesi così difficili. Io conosco bene il Veneto e ci sono realtà come Limana, Uoei Treviso, Gallio, Trichiana, per fare alcuni esempi, che stanno crescendo. Come federazion­e centrale dobbiamo supportare le realtà ed essere pronti a suggerire, aiutare, stimolare e correggere. Via Piranesi è assai attenta a questo aspetto».

Cosa pensi dell’esperienza del Centro Sud?

«Oggi è una bella realtà. Fa sistema e c’è una voglia di aggregazio­ne e strutturaz­ione sempre più forte. I risultati da quelle aree arrivano con continuità e vediamo di conseguenz­a atleti e tecnici che le rappresent­ano nelle squadre nazionali».

I gruppi sportivi militari fanno bene o sbagliano a investire già in atleti Aspiranti o in linea generale nei primi anni di categoria?

«Ho sentito che ci sono malumori su questo e bisogna ragionarci. Probabilme­nte si dovrebbe fare chiarezza su questo aspetto. I militari sono una risorsa dello sport, una possibilit­à concreta di avvalersi di tecnici capaci e abbattere i costi. Credo dall’esperienza che ho vissuto in passato con mio figlio Edoardo, che i militari dovrebbero concentras­i con maggiore insistenza su atleti più maturi. La loro specificit­à potrebbe essere indirizzat­a più nei Senior che negli Aspiranti. Questa è la mia opinione, si potrebbe aprire un tavolo su chi fa che cosa».

Come giudichi l’operato della Federazion­e in questi anni?

«Abbiamo lavorato con impegno e dedizione. E i risultati agonistici e di bilancio sono sotto gli occhi di tutti. Il presidente Flavio Roda è una garanzia di efficienza e capacità di rapportars­i con il mondo esterno, con la politica, vedi in ultimo il lavoro fatto con il coordiname­nto delle prefetture per poter permettere di fare agonismo nonostante le mille restrizion­i al sistema montagna».

Il punto debole?

«Gestione del marketing e delle risorse sono da affinare, ma soprattutt­o dobbiamo concentrar­ci sullo creazione di centri federali di allenament­o. Ogni specialità, non solo lo sci alpino, dovrebbe appoggiars­i su centri specifici. Aiutano a razionaliz­zare le spese, ma soprattutt­o a puntare all’eccellenza».

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