Race Ski Magazine

TED LIGETY — THE AMERICAN DREAM

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Il maestro dello slalom gigante saluta dopo aver fatto parlare di sé e aver emozionato il mondo per le sue inimitabil­i pieghe e prestazion­i sportive

Il sogno dei Mondiali in casa, spezzato dalla caduta e l’infortunio di Garmisch. Giorni di grande sconforto e punti interrogat­ivi, poi il fuoco che è tornato ad ardere i suoi desideri. Era il 2 marzo, Sofia Goggia aveva appena tolto le stampelle e camminando sotto il sole di Bergamo compose il numero del dottor Schoenhube­r. Domanda secca, «ce la posso fare per le Finali?».

Sofia Goggia in quell’istante aveva già cancellato l’ennesima delusione della sua carriera, voleva tornare in pista a lottare con tutte le forze per quella coppa tanto ambita. Un passo dopo l’altro, sacrifici, denti stretti per provare a bruciare le tappe. Ci è riuscita anche questa volta e a Lenzerheid­e la campioness­a olimpica di discesa si è presentata per la gara che sarebbe valsa la seconda coppa o forse no. Per settimane ha sudato sul divano nel vedere le avversarie avvicinars­i sempre più al pettorale rosso. E lei, a una gara dalla conclusion­e, non ha resistito, ha voluto quell’idoneità medica per provare a giocarsela sul campo. Non sapremo mai come sarebbe finita, il maltempo ha cancellato sfide e spettacolo. Una cosa però è certa, Sofia Goggia anche questa volta è andata oltre e con coraggio non si è tirata indietro. Saranno state le parole dell’amica Michela Moioli («Sei dove devi essere. O preferivi essere sul divano davanti alla television­e a sperare e basta?») ad averla convinta?

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