DOVE MANGIARE E DORMIRE
GITE DE LA TRUFFIÈRE
Un bellissimo casolare immerso nei campi di lavanda. La casa ospita fino a sei persone in un ambiente caldo e accogliente. Unica pecca l’assenza di una copertura per le moto. La proprietaria parla solo in francese, quindi non è facilissimo comunicare.
5 Route de Quinson – 04500 Montagnac-Montpezat (Francia)
Tel. +33 635941094
CAFÈ DE LA COLONNE
Qui si possono gustare degli hamburger eccezionali. Il bistrot si trova nel borgo storico di Montagnac. Una valida alternativa, poco distante, è il Relais de la Lavande.
Place de l’Horloge – 04500 Montagnac-Montpezat (Francia)
Tel. +33 671200620
PER GODERE AL MASSIMO DEL PANORAMA CONVIENE PERCORRERE LA STRADA IN MODO DA AVERE IL FIUME SULLA DESTRA
Dopo il rapido trasferimento da casa al confine francese dedichiamo qualche ora all’attraversamento di Montecarlo e Nizza. La deviazione non è assolutamente necessaria, ma volevamo toglierci lo sfizio di far toccare ai nostri pneumatici semi tassellati l’asfalto del mitico circuito del Principato di Monaco. Dopo uno spuntino sul lungomare di Juan-les-Pins cominciamo l’ascesa verso le colline in direzione di Draguignan, abbandonando le affollate strade costiere per raggiungere remoti nastri d’asfalto; ma è solo dopo Ampus che i dubbi iniziali lasciano spazio alla sorpresa.
La strada corre stretta e fluida tra pascoli e boschi e ci troviamo a guidare letteralmente immersi nella natura selvaggia salendo costantemente di quota verso il Lago di Sainte-Croix-du-Verdon, luogo che abbiamo scelto come campo base per i prossimi due giorni. L’asfalto è in perfette condizioni e ai lati della strada fanno presto la loro comparsa le tradizionali e suggestive coltivazioni di lavanda, sicuramente il simbolo più immediato della Provenza nell’immaginario collettivo.
Nuvoloni neri gonfi di pioggia ci accolgono quando raggiungiamo le rive del lago, mentre la luce del tardo pomeriggio fa risaltare il blu intensissimo delle acque del bacino artificiale. Arriviamo a Montagnac poco prima di cena accompagnati da un violento scroscio di pioggia che rinfresca l’aria giusto in tempo per lasciarci raggiungere a piedi il centro del paese, dove consigliamo di cenare con uno degli ottimi hamburger serviti al Relais de la Lavande.
Verde acqua
Il Verdon è un fiume che nasce nei pressi del Colle dell’Allons nelle Alpi Marittime e scorre nelle aree delle Alpi dell’Alta Provenza, del Var e delle Bocche del Rodano. La sua parte più nota, quella delle omonime gole, si trova tra
Castellane e Pont du Galetas dove il corso d’acqua si immette nel lago di Sainte-Croix. Il nome Verdon è probabilmente legato al colore delle sue acque che varia dal verde smeraldo al celeste, ed è dovuto alla presenza di fluoro e di particolari alghe.
Per godere al massimo del panorama delle gole dalla sella della moto sarebbe conveniente percorrere la strada in modo da avere il fiume sulla destra e approfittare delle piazzole dislocate nei numerosi punti panoramici. Il primo punto di interesse è Moustiers-Sainte-Marie, uno dei borghi più belli d’Europa situato ai piedi di una altissima parete rocciosa e sviluppatosi lungo il corso del torrente che lo attraversa, rendendo il tutto incredibilmente fiabesco. Vale la pena passare per una visita con un occhio all’orologio perché, se lo scopo è quello di fare colazione, prima delle undici è difficile trovare ristori aperti. Da Moustiers-Sainte-Marie si vira decisi a est in direzione della D952, la quale ci introduce nell’anello vero e proprio con una sequenza spettacolare di curve lungo la strada, ora a picco sulle gole ora fiancheggiata da alte formazioni rocciose, che attraversiamo affascinati in sella alle nostre moto. La Palud sur Verdon è il secondo punto di rilievo del percorso, perché la D23 si immerge nel canyon del fiume offrendoci al contempo una decina di spettacolari punti panoramici. Fate però attenzione, perché a circa due terzi dell’anello che parte e torna a La Palud è stato messo un divieto d’accesso, per cui la strada è percorribile solamente in senso orario e noi siamo stati costretti a tornare indietro per imboccare la giusta direzione e completare così il percorso.
La chiusura del cerchio
Tornati sulla D952 ci si allontana parzialmente dal corso del fiume e si percorre la D955 che stupisce per la varietà dei paesaggi, uno strano mix che ricorda vagamente l’Arizona e gli altopiani dell’Abruzzo. La D71 risale da Trigance lungo il lato sudoccidentale del Verdon, offrendo l’opportunità di una sosta al bellissimo Le Relais des Balcons dove è possibile assaggiare prodotti tipici di ottima qualità e comprare una infinità di gadget a tema lavanda.
Percorriamo il lato ovest della gola fino al borgo di Hameau Du Pont situato poco prima del Pont du Galetas, ovvero il punto dove l’anello si chiude, ma soprattutto dove le acque del Verdon si tuffano nel blu indaco del lago.
Il tramonto si avvicina e i cupi nuvoloni
tornano a suggerire un rapido rientro alla base, dove arriviamo percorrendo la D957 e poi la D49 che costeggiano il lago regalando scorci spettacolari su tutta l’area e sui borghi di Bauduen e Sainte-Croix-du-Verdon arroccati sulle rive rocciose con le loro casette in pietra punteggiate da persiane color lavanda e blu.
La giornata avrebbe potuto concludersi già così in modo soddisfacente, ma sin dal nostro arrivo ero rimasto affascinato dal gran numero di facili sterrate sparse praticamente ovunque. Così, dopo aver scaricato la moto, mi sono avventurato nell’esplorazione dei dintorni trovando lunghissime strade bianche che attraversano campi di lavanda a perdita d’occhio: la degna conclusione di un itinerario spettacolare da ogni punto di vista.
TROVIAMO LUNGHISSIME STRADE BIANCHE CHE ATTRAVERSANO CAMPI DI LAVANDA A PERDITA D’OCCHIO