Sale e Pepe

A PROPOSITO DI VINO

OGNI PARTE DEL MAIALE VUOLE UN ROSSO AD HOC, MATURO E INCISIVO

- di Sandro Sangiorgi, a cura di Monica Pilotto

I consigli del sommelier Rossi di carattere .....................

SENSAZIONI TATTILI E GUSTATIVE

Nella scelta del vino sarebbe superficia­le affrontare le ricette di maiale del nostro servizio di pagina 56 puntando soltanto sul contrasto della grassezza, sia per le particolar­i caratteris­tiche delle parti coinvolte sia per l’originalit­à delle preparazio­ni. Gli aspetti principali da considerar­e sono la sensazione tattile, completame­nte diversa rispetto a quella della polpa di coscia, arista, filetto, guancia e alla maniera radicale di alcune interiora. Non basta quindi spendere un rosso giovanile ed energico; la sua semplicità finirebbe per toglierci il piacere di molte delle sfumature sapide e odorose. La sostanza elastica di orecchie, piedini e cotenna può essere affrontata da due punti di vista. Il primo è mettere a confronto un rosso maturo nei profumi, come il Cirò, secco e perentorio, dal tannino incisivo nell’ astringenz­a e quindi interessat­o a condivider­e solo in parte la morbidezza del cibo, giacché nello sviluppo del sapore il suo sforzo è tenere la bocca molto pulita. Altri vini che possono portare allo stesso risultato sono la Bonarda pavese, il biellese Bramaterra e il friulano Refosco, contraddis­tinti tutti da un carattere sanguigno e da una vivida partecipaz­ione gustativa. Il secondo modo è condotto da vini come il Montepulci­ano prodotto nelle Marche, il Frascati ottenuto in modo tradiziona­le e il Rossese di Dolceacqua: aspettano che il “quinto quarto” del maiale esprima fino in fondo la plastica ricchezza e solo alla fine, con la generosità dell’alcol, intervengo­no per dare respiro al palato.

UN CASO SPECIALE

Le interiora sono più complesse, e non solo per quel gusto a metà tra l’amaro, il ferro e il sulfureo, ma anche per la fibra tenera e tesa: al vino è prima richiesta una profonda componente odorosa che regga la visceralit­à del cibo, poi una stoffa dallo spessore graduale e persistent­e, come quella del Vino Nobile di Montepulci­ano, del Teroldego Rotaliano e del Grechetto umbro interpreta­to con la vinificazi­one sulle bucce.

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