MADE IN ITALY
DI ASPETTO RUSTICO E OPACO, HA UN GUSTO INCONFONDIBILE E UNICO. FORTE, GRANULOSO, CON INTENSO AROMA DI CACAO
Conoscere e gustare le eccellenze Cioccolato di Modica ..............
PER 8 PERSONE
150 g di cioccolato di Modica - 75 g di ricotta vaccina - 75 g di ricotta di pecora - 50 g di frutta candita mista a dadini - 75 g di pistacchi sgusciati al naturale - 1 cucchiaio raso di zucchero
1 Tritate grossolanamente il cioccolato, raccoglietelo in un pentolino e scioglietelo a bagnomaria.
2 Con il cioccolato fuso formate tanti dischetti del diametro di 3-4 cm su un vassoio foderato con un foglio di carta da forno. Tritate 25 g di pistacchi e distribuitene un pizzico sulla metà dei dischetti preparati. Mettete in frigo a rassodare per mezz’ora.
3 Setacciate i due tipi di ricotta, trasferiteli in una ciotola e lavorateli brevemente con lo zucchero, i canditi a dadini e i pistacchi rimasti tritati in granella.
4 Capovolgete i dischetti di cioccolato senza pistacchi e mettetevi al centro un cucchiaino di composto di ricotta; coprite con gli altri dischetti decorati con i pistacchi, premendo leggermente in modo che il ripieno si allarghi, arrivando fino al bordo. Servite.
FACILE
Preparazione 40 minuti + riposo Cottura 10 minuti l 185 cal/a porzione
Niente sciroppi e pastiglie: contro tosse e raffreddore ci vuole il cioccolato di Modica. Ma non in cubetti. Secondo la tradizione, bisogna appoggiare sul petto un pezzetto di carta, quella usata nelle dolcerie per raffreddare la pasta di cacao: i residui di cioccolato, sciogliendosi, sprigionano effluvi benefici. Credenze popolari? Forse, ma è indubbio che da secoli la storia della città siciliana sia strettamente legata a quella del cacao: furono gli spagnoli a importarlo nella potente Contea di Modica durante la loro dominazione sull’isola. I semi erano originari del Messico, dove gli antichi Atzechi li trituravano sulla pietra producendo una pasta granulosa. Questa tecnica approdò in Sicilia, in principio affidata ai monaci poi, dal 1746, sviluppata nelle prime dolcerie, che aggiunsero zucchero di canna, vaniglia e cannella: nacque così il cioccolato modicano, opaco, granuloso e friabile, del tutto diverso da quello lucido e omogeneo a cui siamo abituati. Protetto dal Consorzio di Tutela, la sua città gli ha dedicato un museo e lo celebra ogni anno con la kermesse Chocomodica (chocomodica.eu). Il gusto forte e aromatico, un po’ astringente, e la consistenza sabbiosa che lo caratterizzano dipendono dalla lavorazione a bassa temperatura della pasta di cacao, senza concaggio (procedimento a caldo per rendere il cioccolato fluido): in questo modo lo zucchero non si scioglie e rimane granuloso, come si avverte nettamente all’assaggio. Caratteristiche anche le note speziate: agli aromi tradizionali (vaniglia, cannella e peperoncino) se ne sono affiancati di nuovi, come caffè, agrumi, anice, carruba, frutta secca, pepe bianco, manna, sale marino e altri. Il cioccolato di Modica si gusta in tavoletta oppure in tazza, sciolto in acqua o latte. In cucina, oltre a tutta la pasticceria, è delizioso l’accostamento con il salato. A partire dai tipici ‘mpanatigghi, dolcetti ripieni di carne macinata, frutta secca, cannella e cioccolato. Da provare anche i ravioli, con ripieno di carne agrodolce; il riso all’orientale con un spolverizzata di cioccolato; il coniglio o la selvaggina, marinati a lungo con vino rosso e aromi e serviti con una salsa al cioccolato speziata (noce moscata, chiodi di garofano, cannella e cardamomo).