Erba limoncina
Importata dai Conquistadores, profuma tanti grandi piatti ......
Importata in Europa dai conquistadores nel ‘600 e molto amata dalla regina spagnola Maria Luisa, alla quale deve uno dei suoi tanti nomi (erba Luigia, appunto, ma anche cedrina o verbena odorosa) è un arbusto della famiglia delle Verbenacee. L’aloysia Citriodora, in arte erba limoncella, è facile da coltivare, decorativa e dal conclamato effetto antizanzara, può diventare anche alta 2 metri. Si trova facilmente nei vivai e si moltiplica per talea d’estate, facendo radicare il rametto in un vasetto con torba e sabbia e trapiantandolo la primavera successiva. Più le piantine, e dunque le foglie, sono piccole, più il profumo è concentrato. Occorreranno quindi dosi diverse secondo le dimensioni. La limoncina si può anche far essicare e poi adoperarla, a mo’ di lavanda, per profumare armadi e biancheria, dissuadendo eventuali parassiti dal banchettare a sbafo tra sciarpe e golfini. Inoltre, questa semplice piantina è molto apprezzata in profumeria per la formulazione di colonie ispirate alla mitica acqua di verbena di Rossella O’hara in Via col vento.
Con la limoncina, poi, gli erboristi curano l’insonnia e la digestione pigra. Usata da sempre per pozioni, incensi e talismani, si dice porti armonia domestica e chiarezza di propositi. Più prosaicamente al giorno d’oggi si usa per preparare saponette, lozioni, candele e, nella versione fresca, centinaia di golose ricette. Col suo profumo agrumato, un mix di cedro, bergamotto e lime, è rinfrescante e blandamente sedativa. Si utilizza per aromatizzare sorbetti, macedonie, torte soffici, semifreddi e deliziose bibite . Famoso è anche il liquore di limoncina, che si prepara lasciando in infusione 100 foglie dell’omonima erba e la buccia di 2 limoni in 1 litro di alcol. Dopo 15 giorni, si filtra e si versa in uno sciroppo ottenuto con 1 chilo di zucchero e 1,2 litri di acqua. Ma la limoncina è un prezioso ingrediente anche per molti piatti salati, ai quali dona un tocco piacevolmente sgrassante. Mescolata a prezzemolo, olio e anacardi si trasforma in un cremoso pesto, buono con la pasta o usato per decorare le mezze uova sode. Nella pancia di un bel pagello da passare al forno con un filo d’olio dà al classico secondo di mare più carattere, così come tritata e cosparsa su filetti di tonno o spada. Si usa anche per burri composti, sminuzzata ed esaltata da una macinata di pepe bianco e rosa, oppure tagliuzzata per profumare ravioli alla ricotta, frittate e soufflé.