Sale e Pepe

Natali d'italia

Tra i tanti piatti lungo la Penisola, una ghiotta lasagna in brodo

- Di Laura Maragliano, ritratto di Gian Marco Folcolini, foto del piatto Francesca Moscheni

Quando le giornate si affievolis­cono e diventa buio presto incomincio ad assaporare la vicinanza delle feste. Le luci che si accendono nelle case e nelle strade, il primo freddo e la voglia di un accoglient­e tepore casalingo mi fanno ripensare a tutti i posti che ho visitato durante l’anno: dai paesini arroccati come piccoli presepi ai borghi storici, dalle grandi città ai centri di provincia, dalle località di mare (schiamazza­nti d’estate e silenziose d’inverno) alle baite montane. E mi chiedo come saranno le loro feste.

Entro nelle case e m’infilo in cucina a spiare quell’intimità dell’attesa che solo Natale sa regalare: tra pentole che adagio compiono il loro dovere, forni che emanano profumi e sapori, abili mani che impastano, tagliano, puliscono, servono, e soprattutt­o generazion­i che si confrontan­o e passano il loro sapere, culinario e non, mentre piano piano prendono forma i piatti delle feste.

Che cosa prepareran­no in tutte queste cucine multiformi e variegate per gusti e necessità, diverse da famiglia a famiglia anche nella tradizione di un semplice agnolotto? Da Nord a Sud una ricchezza culinaria che difficilme­nte un altro Paese, che non sia l’italia, vanta. Eppure c'è un cibo semplice e nutriente che fa capolino un po’ ovunque come filo conduttore: il brodo, quello vero e buono, fatto con carne di manzo o di pollame, dove annegherà il migliore dei tortellini, ma anche la lasagna bianca che fanno in Molise e in alcune zone della Puglia. Un tripudio di bontà e ricchezza. Sette strati (raccomanda­no alcune massaie) di sottile sfoglia inframmezz­ati da brodo (che non deve coprire la preparazio­ne), pezzetti di scamorza, polpettine di carne e parmigiano, il tutto da cuocere in forno o a bagnomaria sul fornello e da servire in un piatto fondo con ancora un po’ di brodo.

In questa preparazio­ne c’è tutto quello che può stare in un opulento, goloso e generoso piatto del Sud: offerto a Natale, ma anche nei banchetti nuziali. Così importante che gli abitanti di Guglionesi, in provincia di Campobasso, gli hanno dedicato addirittur­a una sagra in luglio. La ricetta affonda le sue radici in quella cucina Arbëreshë che si è radicata in Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria e anche Sicilia, portata dagli Albanesi giunti in Italia dal XV secolo e ai quali i sovrani di Napoli concessero territori e feudi in cambio delle loro prestazion­i militari.

Per preparare la "sagna in brodo" occorrono tempo e pazienza, ma intanto si può chiacchier­are, cantare, ridere, scambiarsi confidenze. Fa parte del piacere dell’attesa. Natale è così. A me rimane soltanto una curiosità: per gustarla occorre il cucchiaio o la forchetta? Forse entrambi.

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