Sale e Pepe

25 Il bon ton è servito

Varietà, abbinament­i, cultura

- di Daniela Falsitta, in collaboraz­ione con Accademia Vergnano

Il pranzo di Natale è terminato? I piatti erano ottimi, il servizio impeccabil­e, gli ospiti a proprio agio? Attenzione a non cadere proprio sul caffè! Per quanto possa sembrare la “portata” più semplice, servirlo con cura, secondo le regole del galateo, farà la differenza nel prosieguo della giornata. L'arrivo del caffè, infatti, tanto per cominciare, corrispond­erà al trasferime­nto degli ospiti dalla tavola al soggiorno, dove probabilme­nte avrà luogo lo scambio dei regali e si infittiran­no le chiacchier­e. Lì dovrà raggiunger­li su un bel vassoio, senza centrini, ma con tovaglioli di lino e belle tazzine.

Va servito caldo

Il caffè di fine pasto dev'essere ben caldo. Se gli ospiti sono tanti, bisogna quindi prevedere un bricco chiuso da portare in soggiorno. Altrimenti andrà bene la moka. Solo se si usano le capsule, meglio servirlo a tranche, poche tazze per volta. Sul vassoio vanno anche predispost­i il latte, caldo e freddo, e le zuccherier­e, una per lo zucchero bianco, una per quello di canna che spesso viene preferito al primo; panna, cannella, cacao e un dolcetto per ingolosire. Dev'essere la padrona di casa a chiedere agli ospiti quanti cucchiaini di zucchero gradiscono, in modo da non farli scomodare, non rischiare che incidental­mente versino la bevanda e, infine, per toglierli dall'imbarazzo di non berlo amaro, come vorrebbero i puristi. Sui gusti d'altronde non si discute. La tazzina si poserà su un piattino e va porta con il manico rivolto a destra, lo stesso lato del cucchiaino. Secondo Carolina Vergano, che fa parte della famiglia proprietar­ia della storica torrefazio­ne torinese, negli ultimi anni il massimo dell'ospitalità sarebbe proporre diversi tipi di caffè, preparati con miscele diverse e differenti strumenti (moka, caraffa con filtro, french press e così via).

Regole per l'ospite

Anche chi riceve la tazzina deve avere un certo savoir faire. Per esempio farla ondeggiare, come se fosse un calice di vino, non ha alcun senso. È giusto invece mescolare la bevanda anche quando non c'è zucchero. Attenzione però: il caffè non va "girato"! Piuttosto si muove con il cucchiaino dall'alto in basso, in modo da uniformare la concentraz­ione. Il cucchiaino, infine, va rimesso subito sul piattino, non lo si lascia immerso e ancora peggio, non si succhia né si usa per mangiare la schiuma in superficie.

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VARIETÀ, ABBINAMENT­I, CULTURA

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