37 La zuppiera
Storie di oggetti in cucina
In un lussuoso castello, una ricca e arcigna signora tiene una cena sfarzosa con ospiti illustri. Un gruppo di giovani e un po’ impacciati allievi di scuola alberghiera sono chiamati a fare i camerieri alle prese con pietanze esotiche, rituali solenni e stoviglie bizzarre: tra queste, delle stravaganti zuppiere a forma di rana.
È una scena del film Lunga vita alla signora!, diretto da Ermanno Olmi. Ma è anche una bella metafora di come un oggetto per la tavola, la zuppiera in questo caso, assuma il ruolo di simbolo con un significato più ampio del suo mero uso (contenere cibo caldo): ostentazione, accoglienza e condivisione, per esempio. È l’immagine che associamo al concetto di “portare in tavola”: una zuppiera colma di qualcosa di caldo e confortevole da condividere. Accessorio di convivialità e di casa (ma sta tornando anche nei ristoranti che vogliono appropriarsi dello stile domestico dei piatti da portata a scapito dell’impiattamento singolo), la zuppiera è - per dimensione, per ruolo e per storia - il pezzo più importante di ogni sevizio di stoviglie da tavola. La sua diffusione è certamente antica e comune, anche se con funzioni diverse da quelle a cui siamo abituati ora. Di quell’antenata, la zuppiera odierna mantiene l’idea di convivialità e nelle tavole tradizionali appare per i pranzi e le cene delle feste: naturalmente a Natale, quando il clima e il menu di rito prevedono di cucinare qualcosa di ricco e caldo, come tortellini in brodo di cappone, minestra maritata o passatelli. segue >