EDUCHIAMOLI AL BELLO
Se trasmetti a tuo figlio il piacere di farsi affascinare da qualcosa, lui amplificherà le sue capacità
Un rapporto della Onlus Save The Children rivela che nel 2015, in Italia, più della metà dei ragazzi (il 64% dei minori) non ha svolto 4 o più attività tra le 7 considerate formative (sport regolare, internet ogni giorno, teatro, concerti, musei, siti archeologici, lettura di un libro), il 17% ne ha svolto soltanto una e l’11% nessuna. Insomma, ancora troppi bambini e ragazzi non hanno accesso a opportunità che possano farli “fiorire”, cioè aiutarli a scoprire e a coltivare i loro sogni e talenti. Fortunatamente, la soluzione a questo vuoto educativo esiste e sarebbe anche alla portata di tutti, perché non costa nulla:
CHIUNQUE PUÒ PERMETTERSELO
«È paradossale: abitiamo in un supermercato e stiamo morendo di fame. Fuor di metafora, siamo circondati dalla bellezza ma lasciamo che il nulla ci abbracci e ci porti via, noi e i nostri ragazzi», esordisce Gaetano Biagioni, life coach ( comolifecoach.it). «Insomma, viviamo in Italia e basterebbe aprire gli occhi per accorgerci che quasi ogni città o paese offre qualcosa di affascinante. Sfatiamo un mito duro a morire:
anche chi vive in una casa modesta ma ne cura i dettagli, l’ordine, l’armonia».
I BENEFICI PER L’APPRENDIMENTO
«Con l’Istituto professionale di Albese con Cassano (CO), di cui sono preside, abbiamo avviato un progetto di studio in un luogo di indiscusso fascino, il parco botanico di Villa del Grumello, sul lago di Como», racconta l’esperto. «Gli studenti progettano e realizzano degli angoli verdi all’interno della proprietà, e poi si prestano anche a fare da guide per turisti e scolaresche.
I ragazzi imparano più volentieri se riusciamo a trasmettere loro emozioni ed entusiasmo, facendo leva sulla passione. Trovandosi immersi in qualcosa che li attrae e coinvolge, sono naturalmente incentivati a impegnarsi e dare il meglio di sé».
I BENEFICI PER LA CRESCITA
«Includere l’idea del bello nell’educazione di tuo figlio può essere la chiave che ti permette di vincere sulla sua pretesa di una totale libertà da regole, responsabilità e doveri. Concedigliela pure: dopo un po’ si stancherà, perché il puro divertimento non è né bene né male, ma il niente. E il niente annoia.
Non glielo dirai in questi termini, ma dovrai “prenderla alla larga”, condividendo con lui l’entusiasmo che suscita in te un concerto, un’opera d’arte, ma anche un fumetto, un paesaggio, un artista di strada... Certo, non potrai mai trasmettere l’amore per il bello se, con tuo figlio, ti limiti a comunicazioni di servizio (“Cosa vuoi per cena?”), interrogatori ansiogeni (“Com’è andata la verifica?”), scambi di formalità (“Comportati bene”). All’inizio potreste fare un po’ fatica, se non avete mai sperimentato la bellezza insieme. Vale la pena provarci perché, condividendo un’emozione, la amplifichi sia in te sia in chi ti circonda».