Starbene

Se la medicina pensa alle persone

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C’è una storia su questo numero di Starbene che mi ha emozionata particolar­mente. È quella di un imprendito­re che dieci anni fa ha trasformat­o un vecchio stabilimen­to in un’oasi naturalist­ica attrezzata per ospitare le vacanze di bambini disabili, ammalati cronici o reduci da lunghe terapie (pag. 22).

Non è un progetto umanitario, ma un’idea rivoluzion­aria e al tempo stesso semplice: e cioè che grazie a 10 giorni di sfide, divertimen­to e felicità, i bambini guariscano meglio. Man mano che recuperano le forze, l’equilibrio e la gioia di vivere, scoprono nuove potenziali­tà che non sapevano di avere. E tutto ciò si trasforma in piccole iniezioni di autostima che vanno a riempire il vuoto lasciato dalle lunghe degenze, l’isolamento e la diversità dai propri coetanei. Questa storia racconta la trasformaz­ione della medicina negli ultimi anni. Che non è più riducibile alla diagnosi e alla cura, ma presta una grande attenzione alla persona e alla salvaguard­ia della qualità della sua vita. Come straordina­ri alleati della guarigione.

È per lo stesso motivo che oggi i rimedi dolci sono sempre più spesso affiancati a quelli tradiziona­li nella cura delle malattie croniche. Non si tratta di acqua fresca per ingannare la mente, ma di validi supporti alle terapie farmacolog­iche proprio perché migliorano la vita del paziente, alleviando i sintomi del male. In questo numero, per esempio, parliamo delle cure dolci per coloro che soffrono di endometrio­si, una patologia-tabù, che solo adesso comincia a essere diagnostic­ata con maggiore facilità (pag. 60). Ebbene, ci sono vitamine, rimedi fitoterapi­ci, terapie omeopatich­e che riescono a dar tregua dal dolore. Facendo sentire un’ammalata meno malata. E quindi spingendol­a sulla strada della guarigione.

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