Le leggi per prevenirla
Addio modelle anoressiche? L’ultima fashion week milanese ha visto sfilare sulle passerelle top meno filiformi del solito. L’intento dichiarato: non alimentare lo spirito di emulazione di milioni di ragazze sul filo dell’anoressia, che rincorrono modelli di fisicità “all’osso” a tutto discapito della salute.
In questo la Francia è all’avanguardia. Risale al dicembre 2015 la legge varata dal parlamento di Parigi che vieta alle maison di far sfilare o fotografare in campagne pubblicitarie modelle che non abbiano presentato un certificato medico attestante la famosa “sana costituzione” e un body mass index (il BMI, ottenuto dividendo il peso, in chilogrammi, per il quadrato dell’altezza, in metri) non inferiore a 18. Stesso giro di vite anche per le mannequin israeliane, oggi molto richieste, che devono certificare il proprio indice di massa corporea per conquistare passerelle e scatti d’autore. «È importante non veicolare immagini di corpi eccessivamente scarni, per tutelare le ragazze dal rischio di emulazione, sempre presente nella fascia di età che va da 13 a 25 anni» , spiega la dottoressa Sara Bertelli, psichiatra a Milano e presidente dell’Associazione Nutrimente, una onlus fondata tre anni fa allo scopo di prevenire la cura dei disturbi del comportamento alimentare. «L’attenzione ossessiva al peso e la ricerca di un modello di perfezione fisica spingono sempre più giovani a seguire diete da capogiro, a praticare un’attività fisica eccessiva e a fare uso di pillole anoressizzanti che mandano in tilt l’equilibrio neuroendocrino in un momento in cui è importante avere tutti gli ormoni a posto. Per questo occorre non veicolare messaggi off limits, attraverso il mondo della moda, della danza e dei social media».
un approccio multidisciplinare che riunisce al tavolo almeno quattro figure: lo psichiatra, l’internista, lo psicoterapeuta e la dietista », puntualizza la dottoressa Bertelli. «A questo panel di specialisti si possono affiancare il ginecologo e l’endocrinologo, in base alla gravità della malattia. L’équipe elabora un piano terapeutico che