[STORIE] Già prima di nascere, MIO FIGLIO ERA MALATO DI TUMORE. Ora STA BENISSIMO
È stata un’ecografia in gravidanza a rivelare che qualcosa non andava. Io e mia moglie Giusi abbiamo subito capito che quella macchia nera, simile a un uovo, nella pancia del bambino non ci sarebbe dovuta essere. I medici del San Gerardo di Monza ipotizzarono un neuroblastoma, rara malattia oncologica che colpisce i neonati. Da lì, per una diagnosi precisa ci siamo spostati all’Ospedale di Bergamo dove il tumore fu confermato. Ma la nostra “fortuna”, ci dissero, era che con una prognosi così precoce avevamo ottime probabilità di risolvere il problema.
CONTROLLI FINO ALLE ELEMENTARI
Così, a 17 giorni di vita Mattia viene operato e gli viene asportato il neuroblastoma, sopra il surrene. «Tranquilli», ci spiegano «vedrete che finisce tutto qui e non ci sarà bisogno né di radio né di chemioterapia». Ma tranquilli, ovviamente, non potevamo essere. Era il maggio 1996. Un mese dopo mio figlio viene dimesso e per la nostra famiglia inizia una vita normale, pur tra mille precauzioni e preoccupazioni. Ogni settimana da Monza andiamo a Bergamo per le visite di controllo. Con il tempo si diradano, dal sesto anno di vita i controlli diventano annuali. L’ultimo “tagliando” dieci anni fa: negativo, nessuna recidiva!
PER TUTTI, È UN PERICOLO SCONFITTO
Oggi, Mattia ha 20 anni ed è iscritto al primo anno di economia. Un ragazzo come tanti, con una vita senza limitazioni e senza stress. Sa tutto della sua malattia, ma è sereno perché ormai sta bene. Per lui, il neuroblastoma è una storia chiusa. Anche noi genitori siamo più tranquilli, seppure questa vicenda ci abbia segnato per sempre. Personalmente ho trovato una sponda straordinaria nell’Associazione Neuroblastoma. Contro questa malattia voglio contribuire con una sola parola: speranza. Nella ricerca, nei medici, nelle associazioni e nella sorprese che a volte il fato (come nel caso di mio figlio) può essere amico.
Roberto Fossati, 56 anni