Quando serve il caschetto
Non sono pochi i bambini che presentano alla nascita una leggera deformità del cranio, con la testolina non proprio rotonda. La fronte appare appiattita da un lato (e di riflesso nell’altra metà sembra spuntare un “bozzo”) e lo stesso appiattimento si riscontra nel lato opposto a quello frontale (occipito-parietale). Nei primi mesi di vita si cerca di correggere queste asimmetrie, la cosiddetta plagiocefalia, con la tecnica delle variazioni posturali: consiste nell’effettuare continui cambi di posizione mentre il piccolo dorme, in modo che la testa non resti inclinata o “schiacciata” da un lato. «Ma se questo tipo di intervento non dà frutti, fino a poco tempo fa l’unica soluzione era ricorrere a un dispositivo ortopedico a forma di caschetto, da tenere fisso dal quarto mese in poi, per un numero di settimane variabili da caso a caso», spiega Marco Gaspare Casano, fisioterapista e osteopata specializzato in riabilitazione pediatrica. «Oggi, invece, possiamo intervenire già dalla fine del secondo mese, con una tecnica molto più soft». la manipolazione cranica Sdraiato sul lettino a pancia in su o in braccio alla mamma, qualora non sia tranquillo, il neonato “riceve” dal fisioterapista delle dolcissime pressioni del cranio in modo da rimodellarlo manualmente in maniera totalmente indololore. «Si tratta di esercitare con le CONSULTA GRATIS IL NOSTRO ESPERTO Per valutare in modo preciso le asimmetrie del cranio si misura il diametro frontale, quello occipitale (corrispondente alla nuca) e quello latero-laterale (da orecchio a orecchio). Il rapporto tra queste misure (detto indice di Odd) fornisce un valore matematico che indica il grado di plagiocefalia. Se l’indice di Oddi supera il 104% è consigliabile far indossare al piccolo il dispositivo che guida il cranio nella sua crescita, impedendogli di assumere delle forme appiattite o angolari e correggendo le preesistenti. Va tenuto per 3-4 mesi.