cuori bambini

«I bambini sono grandi maestri di affettività: insegnano a dare in modo incondizionato», leggiamo a pagina 27 nell’intervista alla psicoterapeuta Umberta Telfener sul tema “avarizia sentimentale”. Chi ha a che fare con i più piccoli ne trova conferma ogni giorno: i bambini si nutrono, e nutrono chi li circonda, d’amore. Senza chiedere niente in cambio. Hanno una riserva di affetto che si manifesta in molti modi. Spesso con una grande generosità. Un esempio fra i tanti: dopo il terremoto del 24 agosto, mio figlio ha detto al papà che stava facendo una donazione per le vittime del sisma: “Li voglio aiutare anch’io, prendi i miei soldi”. E ora, dopo le nuove devastanti scosse, il suo primo pensiero è stato: “Diamogli ancora i miei risparmi”. Dall’alto dei suoi 9 anni, dà per scontato che, se qualcuno ha bisogno, gli si porge una mano, senza farsi troppe domande.

dove la solidarietà vince sulla paura

«Quando veniamo al mondo abbiamo tutte le potenzialità, anche quella d’amare. È la vita che poi ci trasforma», dice ancora la dottoressa Telfener. Ci trasforma con le sue innegabili difficoltà e spesso ci rende sospettosi, pretenziosi, avari di sentimenti e compassione. Non nei drammi collettivi, come il terremoto, che danno lo slancio a commoventi catene di solidarietà, ma nella vita quotidiana sì. Però c’è chi va controcorrente e conserva il suo cuore bambino. A pagina 95 vi raccontiamo la storia di un piccolo centro della Valcamonica, Malegno, che invece di soccombere alla paura dell’altro, ha deciso di far circolare i sentimenti positivi, con il progetto La valle accogliente: anziché ospitare i profughi in strutture destinate a diventare ghetti, qui i richiedenti asilo vivono in appartamenti sfitti in centro (per i quali pagano l’affitto), hanno un lavoro, fanno la vita di paese. Non sono un problema, ma una risorsa. Grazie al cuore bambino di un sindaco che ha deciso di volare alto e puntare tutto sulla vera solidarietà.