Sono nati tre volte
Quando sono usciti dall’incubatrice, è come se Filippo e Francesca fossero venuti al mondo per la seconda volta. La terza è stata quando finalmente, dopo quasi due mesi dal parto, li abbiamo portati a casa con noi. Le difficoltà sono state molte, soprattutto all’inizio, per colpa di un reflusso gastroesofageo che ha rimesso in discussione tutto, impedendo di fatto l’alimentazione. Filippo, inoltre, aveva frequenti apnee, molto pericolose nei prematuri: quando si verificano, bisogna risvegliare subito il bimbo perché, in assenza di respiro, potrebbe subire danni cerebrali. Ma siamo stati fortunati: otto mesi dopo la nascita, i medici ci hanno detto che i gemelli erano fuori pericolo. Ora che hanno due anni e mezzo, crescono sani, sono solo un po’ più piccoli della media. E quando compiranno il settimo anno di vita, finalmente cesseranno per loro anche i controlli periodici. La buona notizia è che la medicina sta facendo passi da gigante: la prematurità può essere superata. E prima o poi non ci saranno più effetti collaterali. È importante però che anche gli aspetti psicologici del problema siano conosciuti e condivisi. Per questo ho deciso di raccontare la mia storia anche in un libro.
Marcello Orazio Florita, 38 anni