A che punto è la medicina rigenerativa
“Resuscitare” tessuti malati o perduti grazie ad altri prelevati dal corpo o ricostruiti in laboratorio. Un sogno che oggi è realtà
Riparare il ginocchio prelevando della cartilagine dal naso. Fantascienza? Tutt’altro. Lo ha fatto un’équipe dell’Università di Basilea su una decina di pazienti che, oggi, a 2 anni di distanza, hanno ripreso quasi interamente la funzionalità dell’arto. A ciascuno, con una tecnica poco invasiva, è stata estratta una porzione di tessuto di appena 6 millimetri di diametro. Questo è stato sciolto tramite enzimi e applicato su una membrana al collagene che ha permesso alle cellule di moltiplicarsi, fino a formare una nuova cartilagine di circa 3 x 4 centimetri, poi impiantata nelle ginocchia. Ma questo è solo uno dei “miracoli” della medicina rigenerativa, che già oggi dà ottimi risultati per alcune patologie, ma da cui ci aspetta tantissimo in futuro. «Per “medicina rigenerativa” si intende l’uso di materiali e tecniche basati sulla rigenerazione dei tessuti del nostro corpo», spiega Rossella Bedini, responsabile del Form (Forum on regenerative methods), team di ricerca in cui collaborano Istituto superiore della Sanità, Ior (Istituti ortopedici Rizzoli di Bologna) e diverse facoltà universitarie. « L’ortopedia e l’odontostomatologia sono i due settori in cui ci sono le maggiori cure disponibili. Ma anche per patologie gravi, come il piede diabetico, esistono metodi innovativi per la ricreazione dell’epidermide e dei tessuti muscolari tramite le Prp (Platelet Rich Plasma), in sostanza il plasma di proteine», spiega l’esperta.
>per le ossa e gli occhi
In Emilia Romagna sta avanzando uno dei progetti più innovativi, sostenuto anche grazie a fondi europei. Si chiama Niprogen, ed è condotto dall’Istituto Istec del Cnr insieme a numerosi partner della Regione. «In traumatologia mancano ancora soluzioni rigenerative valide quando si danneggiano ossa lunghe, come il femore, o larghe porzioni di ossa craniche o maxillo-facciali» , spiega Simone Sprio, ricercatore responsabile del progetto per il Cern. «Niprogen punta a ripristinarle inserendo materiali a base di idrossiapatite, minerale che riproduce per il 70% la composizione chimica dell’osso umano», aggiunge. L’obiettivo è creare inserti di grandi dimensioni il più possibile biomimetici, cioè ad