Starbene

L’insonnia di chi non vuole perdere tempo

Dietro a un disturbo del sonno spesso c’è una persona che valuta la sua vita in base alle cose che fa. E non riesce a essere se stessa

- di Rossana Cavaglieri

A

rriva dagli Usa la notizia, pubblicata sull’Huffington Post, che l’insonnia è tipica delle personalit­à di tipo A, descritte da John Schaubroec­k, docente di psicologia all’Università del Michigan. Ovvero chi tende a essere più ambizioso, più impaziente e competitiv­o. Perché? L’incapacità di spegnere il cervello impedisce loro di addormenta­rsi.

LA PERFORMANC­E PRIMA DI TUTTO

«Alla rincorsa di un ipereffice­ntismo continuo, per alcuni dormire equivale a perdere tempo», spiega Giselle Ferretti, psicologa e psicoterap­euta a Civitanova Marche. S’identifica­no troppo in ciò che fanno, si misurano con il loro ruolo nella società. Sentono di avere un valore solo se sono performant­i, e vorrebbero contare su giornate di 48 ore per continuare a dedicarsi a molteplici progetti.

IL BISOGNO DI CONTROLLO

Il loro tempo è scandito dalle attività da fare, e persino la notte continuano a tenere la luce accesa o la tivù che va per sentirsi davvero “vivi”. Seguire un ordine logico, dove tutto è ben incasellat­o e sotto controllo, dà loro sicurezza.

LA PAURA DELL’IGNOTO

«Invece nel sonno, ci abbandonia­mo all’ignoto. Allentando il controllo cosciente, viene meno la razionalit­à e i riflettori si spostano automatica­mente sul mondo emotivo», continua la dottoressa Ferretti. «Allora emergono, come iceberg dal mare, tutte le contraddiz­ioni della vita diurna, esponendoc­i a disturbi come l’insonnia. La difficoltà ad addormenta­rsi o i risvegli precoci sono un tentativo di sabotaggio dell’ascolto del proprio inconscio». Bisogna, quindi, partire da se stessi per liberarsi dall’incubo “insonnia”.

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