Aiuto, ho perso un dente
È un problema molto comune: dopo i quarant’anni riguarda addirittura 7 persone su 10. Qui trovi le soluzioni migliori, caso per caso, per restituire bellezza e salute al tuo sorriso
Sono circa 19 milioni gli italianl over 40 che non possono vantare un sorriso a 32 denti: da una recente indagine condotta dalla Doxa per conto dell’Accademia italiana di odontoiatria protesica è infatti emerso che al 70% delle persone fra i 40 e i 75 anni, ne manca almeno uno. Le cause della perdita sono tante: basta una disattenzione, un contatto vigoroso mentre fai sport, un boccone troppo duro, ma anche una carie curata male o una parodontite, malattia infiammatoria della gengiva. «La buona notizia è che è sempre possibile recuperare la situazione, evitando problemi sia di tipo estetico sia funzionale, con conseguenze su masticazione e digestione», spiega il professor Gianfranco Aiello, odontoiatra a Milano e presidente dell’Accademia di estetica dentale italiana. Ecco quali sono gli interventi migliori quando si deve sostituire, o anche semplicemente riparare un dente danneggiato.
1 SE CADE
L’impianto è la soluzione di prima scelta. «Consiste nell’inserire nello spazio rimasto vuoto una vite che servirà al nuovo dente come perno cui agganciarsi. Qui viene posizionata una capsula provvisoria, che lascerà il posto a quella definitiva», precisa Aiello. L’intervento si esegue in anestesia locale, ed è diventato molto meno fastidioso che in passato grazie all’uso di trapani sempre più veloci, che non scaldano l’osso. Dura 10-15 minuti e si può riprendere a fare una vita normale da subito, a cominciare dall’alimentazione. «Bisogna prendere però un antibiotico per 4-5 giorni, per proteggersi dal rischio di eventuali infezioni. Una prima visita di controllo è prevista dopo una decina di giorni, quella successiva a circa due mesi dall’intervento: durante quest’ultima il dentista sostituisce la capsula provvisoria con quella definitiva in ceramica», fa presente l’esperto. Le uniche controindicazioni sono se si soffre di parodontite, non si ha abbastanza osso in cui inserire il perno o se si è affetti da serie patologie croniche. I casi di rigetto? Sono molto rari, all’incirca 1 su 100», assicura il professore. Il costo è di circa 2000 euro, a prescindere dalla zona o dal tipo di dente interessato.
Il metodo Ribbond è una valida alternativa se il problema riguarda l’arcata inferiore, soprattutto gli incisivi, perché sono più piccoli rispetto ai molari e ai premolari e non coinvolgono la masticazione. «Consiste nello sfruttare i due denti ai lati di quello mancante per creare un sostegno: il dentista scava un piccolo solco sulla loro faccia posteriore,
NEI NETWORK DI ODONTOIATRI SI APPLICANO IMPIANTI AL 30% DEI PAZIENTI. NEGLI STUDI TRADIZIONALI SOLO AL 4%.
in modo da farvi passare una fibra di polietilene che servirà da supporto per agganciare e modellare un nuovo dente, in resina e cristalli di quarzo», spiega l’esperto. Si esegue in anestesia locale, ma richiede più tempo, circa due ore. Non è necessario prendere antibiotici dopo l’intervento e una visita di controllo è prevista dopo 3-6 mesi. Il costo si aggira intorno ai 600 euro. Rispetto all’impianto, si entra nello studio del dentista senza il dente perduto e se ne esce subito con quello definitivo. Il Ribbond, però, può essere eseguito su un solo dente.
Il ponte su intarsi è invece il metodo da preferire se è caduto un molare o un premolare e non si può ricorrere a un impianto perché non c’è abbastanza osso in cui inserire la vite di sostegno. «Questo intervento era molto usato diversi anni fa e oggi è tornato in auge perché efficace e mini invasivo», fa presente l’esperto. «Il presupposto è lo stesso del metodo Ribbond: sfruttare i due denti (o eventuali impianti) di fianco a quello mancante per sostenere il nuovo innesto. La prima seduta dura 30-40 minuti: il dentista scava piccoli solchi sui denti vicini e prende un’impronta con cui farà realizzare un dente dotato di “alette” che dovranno coincidere con i solchi». L’inserimento si fa una settimana dopo, in circa 45 minuti: la chiusura all’interno dei solchi viene fatta con il cemento odontoiatrico e non c’è bisogno di prendere gli antibiotici. La visita di controllo si fa in genere dopo un mese. Il costo è di 1200-1300 euro e si può fare anche per sostituire più denti.
2 SE SI SCHEGGIA
Basta un impatto improvviso e ben assestato e il dente fa crac. Non senti dolore, non fuoriesce sangue, provi soltanto la spiacevole sensazione di avere delle minuscole pietre in bocca. Passandoci sopra con la lingua, ti accorgi che il profilo del dente è irregolare e, per la conferma definitiva è sufficiente uno specchio. Cosa fare? «Passa delicatamente uno spicchio di mela sulla parte rovinata, aiuta a uniformarla e la rende meno tagliente», consiglia Aiello. Per riparare il danno, tuttavia, è necessario il dentista: «Un piccolo intervento da 15-20 minuti risolve tutto, senza neanche bisogno dell’anestesia. Prima, però, bisogna escludere una lesione alla radice o una frattura tramite la visita e una radiografia», puntualizza l’esperto. I passaggi successivi: «Si leviga la zona scheggiata, si applica uno speciale collante e si fa aderire una sostanza composta da resina e cristalli di quarzo, che il dentista modella fino a restituire al dente la forma originale. Il colore e la resistenza sono identici allo smalto originale», tranquillizza Aiello. Non si prova dolore e si può praticamente tornare a mangiare subito. Il costo: 120-200 euro a dente.
3 SE SI SPEZZA
E se si rompe solo un pezzo, anche metà, dell’incisivo? «Non è un incidente così raro, anche da adulti. Può accadere se si fa una brutta caduta o usando male un bilanciere in palestra», fa notare Aiello. Per minimizzare i danni, devi agire subito: «Recupera il frammento e mettilo in una bottiglietta piena d’acqua o latte, serve a farlo conservare bene almeno fino al giorno successivo, se non hai modo di portarlo immediatamente dal dentista». Sarà l’esperto, Infatti, a riattaccarlo senza troppi problemi: «Si utilizza la stessa tecnica che viene adottata per i denti scheggiati, anche se l’intervento dura un po’ più a lungo (fino a 30-40 minuti). Meglio fare così che applicare una capsula, che prima o poi dovresti comunque cambiare, mentre il frammento riattaccato al dente non si staccherà più», precisa Aiello. Il costo: circa 200-350 euro a dente.
4 SE DIVENTA NERO
Non sempre il dente cade quando subisce un impatto violento. Talvolta può limitarsi a cambiare colore, fino a scurirsi al punto da sembrare nero: «Dipende dal fatto che i microcanali presenti al suo interno si riempiono di residui di sangue, proprio come accade nel resto del corpo quando si forma un livido. Ma in questo caso la differenza è che il sangue in eccesso non si può riassorbire», spiega Aiello. «La prima cosa da fare è devitalizzare il dente e, subito dopo, effettuare uno sbiancamento interno: si pratica un foro sul retro del dente in modo da inserire, nel canale dove ristagnano i residui di sangue, un gel a base di acqua ossigenata a 10 volumi», precisa l’esperto. Sono necessarie tre sedute settimanali (la prima durerà circa un’ora e mezza, le altre 15 minuti, per un costo intorno ai 700 euro). Alla fine il dente tornerà al colore originario.
IL 42% DEGLI ITALIANI DIFFIDA DALLE CURE DENTISTICHE LOW COST PERCHÉ TEME CHE NON SIANO DI QUALITÀ.