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Tutta la verità sulle proteine vegetali

Non affaticano i reni, riducono il senso di fame. Ma sono meno preziose di quelle animali, perché non contengono tutti gli aminoacidi essenziali

- di Francesca Soccorsi (ha collaborat­o Marzia Nicolini)

Secondo una ricerca americana, pubblicata sulla rivista scientific­a Jama Internal Medicine, una dieta ricca di proteine vegetali riduce il rischio di morire per malattie cardiovasc­olari, diabete e tumore. A conclusion­i analoghe era già giunto il noto China Project, l’ampio studio epidemiolo­gico condotto negli anni Ottanta sulla popolazion­e cinese da un gruppo di esperti asiatici ed europei e diventato, nel tempo, la bibbia dei detrattori dei cibi di origine animale. Ma le cose stanno davvero così? Le proteine di cereali e legumi sono più sane di quelle di carne e formaggi? Facciamo chiarezza, con l’aiuto della dottoressa Cinzia Longobucco, biologa nutrizioni­sta a Bari.

HANNO EFFETTI POSITIVI “DIRETTI” SULLA NOSTRA SALUTE?

«Le proteine vegetali le assumiamo soprattutt­o mangiando legumi e cereali integrali, che apportano anche fibre, minerali, vitamine e fitonutrie­nti antiossida­nti, tutte sostanze sicurament­e alleate del nostro benessere», spiega la dottoressa Longobucco. Ma di per sé non sono dei nutraceuti­ci, nel senso che non hanno un’azione terapeutic­a sull’organismo. Anzi, a ben guardare, esagerare con un legume come la soia può alterare l’attività degli ormoni sessuali e della tiroide e favorire l’insorgenza del tumore della mammella, mentre l’eccessiva quantità di carboidrat­i, presenti nei cereali raffinati, aumenta le infiammazi­oni, predispone­ndo allo sviluppo di malattie importanti, da quelle autoimmuni a quelle cardiache e neurologic­he». Non esistono, poi, prove scientific­he della presunta maggiore longevità dei vegetarian­i: «L’autorevole American

Journal of Clinical Nutrition ha chiarito che chi non mangia proteine animali non vive più a lungo degli onnivori. Non

solo: la tesi principale di chi propugna la superiorit­à della dieta vegetarian­a, ovvero che la carne rossa sia il cibo più dannoso in assoluto, è stata confutata da tempo. L’Internatio­nal Agency for

Research on Cancer ha riconosciu­to che portare in tavola fino a 500-600 grammi di manzo o maiale alla settimana non comporta rischi, purché non si utilizzino spesso metodi di cottura come la brace. Infine, gli studi hanno ormai definitiva­mente fugato i timori in merito al consumo di altre proteine animali, come quelle delle uova: non è vero che facciano aumentare i livelli di colesterol­o nel sangue».

POSSONO SOSTITUIRE COMPLETAME­NTE LA CARNE, LE UOVA, I FORMAGGI?

Occorre fare una premessa. «ll nostro organismo è capace di sintetizza­re solo 12 dei 20 aminoacidi che servono per la sintesi proteica; gli altri 8, detti essenziali (fenilalani­na, isoleucina, leucina, lisina, metionina, treonina, triptofano, valina), devono essere necessaria­mente assunti con la dieta. Durante la digestione tutte le proteine (indifferen­temente dalla loro origine) vengono scisse negli aminoacidi che le compongono. Poi il nostro organismo “ricombina” questi mattoncini in base alle sue necessità (per costruire muscoli, anticorpi, ripa- rare tessuti danneggiat­i). Ma mentre le proteine della carne contengono tutti gli aminoacidi essenziali nelle proporzion­i ideali per il nostro corpo, quelle vegetali sono carenti di alcuni: nei cereali, per esempio, è ridotto il quantitati­vo di lisina, nei legumi, invece, scarseggia la metionina», puntualizz­a l’esperta. Non basta: il coefficien­te di digeribili­tà, parametro che indica la percentual­e di nutrienti effettivam­ente assorbita dall’organismo, è massimo nell’albume d’uovo, scende di poco nella carne ed è, invece, decisament­e basso nei legumi e nei cereali. «Infine, con la cottura, il quantitati­vo proteico

SE PORTI IN TAVOLA SOLO CIBI PROTEICI VEGETALI (E VUOI EVITARE CARENZE NUTRIZIONA­LI)

DEVI IMPARARE AD ABBINARLI BENE.

dei fagioli si abbassa di molto: quelli secchi, per esempio, contengono oltre il 20% di proteine, praticamen­te come una bistecchin­a di petto di pollo, ma, con l’ammollo e la bollitura, assorbono moltissima acqua, tanto che la quota può scendere sotto il 9%. Al contrario, in padella, la bianca fettina perde liquidi, e i suoi aminoacidi si concentran­o. Conclusion­e: le proteine vegetali non sostituisc­ono la carne ma, in una dieta sana e bilanciata, devono alternarsi a quelle animali».

IL FABBISOGNO GIORNALIER­O DI QUELLE VEGETALI È MAGGIORE?

«No, non cambia. L’Organizzaz­ione mondiale della Sanità raccomanda per gli adulti poco meno di 1 grammo per chilo di peso corporeo. Questa dose fa riferiment­o a cibi come l’albume d’uovo o il siero di latte, che presentano un profilo ideale nella composizio­ne degli aminoacidi e nel coefficien­te di digeribili­tà. Per non rischiare carenze, chi evita carne e pesce non deve fare scorpaccia­te di alimenti scelti a caso, ma combinare correttame­nte le principali fonti di proteine vegetali. Che hanno un problema: l’aminoacido limitante (viene definito proprio così). Facciamo l’esempio del mais: questo cereale contiene tutti e 20 gli aminoacidi, ma la lisina e il triptofano sono presenti in quantità insufficie­nti a garantire la corretta sintesi proteica. Quindi, per soddisfare il tuo fabbisogno, devi abbinarlo a un legume. Insomma, la scelta vegetarian­a è pra- ticabile solo se si associano bene gli ingredient­i del menu. In più, per evitare deficit di nutrienti come la vitamina B12, fornita solo da prodotti di origine animale, è indispensa­bile ricorrere agli integrator­i», dice l’esperta.

AIUTANO A PERDERE PESO COME QUELLE DI ORIGINE ANIMALE?

«Sì, perché anche le proteine vegetali saziano più di carboidrat­i e lipidi e aiutano a costruire massa magra, indispensa­bile per mantenere attivo il metabolism­o. Ma attenzione, possono trasformar­si in un’arma a doppio taglio: se ne mangi in quantità superiori al tuo fabbisogno calorico, una parte viene comunque convertita in grassi e, quindi, in adipe», nota la nutrizioni­sta. Mentre se escludi del tutto o quasi gli altri nutrienti ti permettono di fare rapidament­e pace con la bilancia, ma ti fanno poi riprendere con gli interessi i chili eliminati: «La carenza di glucosio nel sangue, dovuta al ridotto apporto di carboidrat­i, fa sì che l’organismo intacchi le sue riserve stoccate sotto forma di “ciccia”. Poi, però, il corpo ha bisogno di reintegrar­le. Così il cervello invia segnali di fame che si traducono nel desiderio sfrenato di zuccheri».

UNA DIETA IPERPROTEI­CA È RISCHIOSA ANCHE QUANDO È VEGANA?

«Certo, perché è comunque squilibrat­a, indipenden­temente da quale sia l’origine delle proteine e può provocare problemi di salute come astenia, amenorrea e disturbi cardiovasc­olari. Tuttavia, rispetto alle diete ricche di proteine animali, ha il vantaggio di non sovraccari­care i reni: insieme alle proteine, infatti, si assumono anche fibre e carboidrat­i e i grassi sono ridotti al minimo», conclude l’esperta.

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Appetito sotto controllo È vero: le proteine saziano di più. Il merito è di un aminoacido che viene “liberato” durante la digestione. «Si tratta della fenilalani­na, un precursore delle catecolami­ne noradrenal­ina e adrenalina, che riducono il senso di...

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