Starbene

Uniti dalla perdita di un genitore

Quando si è bambini, la morte di una madre o di un padre è un dolore che solo chi l’ha provato può capire. Per questo tra gli orfani, anche da adulti, si crea un legame speciale

- di Barbara Gabbrielli

La telecamera stringe sul volto triste di una bambina. La piccola ha 9 anni e ha appena perso il padre. Tiene lo sguardo basso, chiuso nei suoi pensieri. Accanto a lei c’è il principe William, che le parla sommessame­nte. Siamo al Child Bereavemen­t di Stratford, un’associazio­ne che offre supporto ai bimbi che stanno affrontand­o un lutto. «Anche io ho perso la mamma quando ero molto giovane», le confida il duca di Cambridge. E la bambina improvvisa­mente sembra uscire dalla sua corazza, si anima, lo guarda negli occhi, come se quella frase l’avesse convinta a sentirsi meno sola e disperata.

CI SI CAPISCE SENZA BISOGNO DI PAROLE «Perdere un genitore è un trauma difficile da esprimere, da raccontare, soprattutt­o quando si è piccoli. Ma se ci si specchia in chi ha già vissuto un lutto simile, questa barriera di incomunica­bilità piano piano viene abbattuta», conferma lo psicoterap­euta Pier Luigi Gallucci. «È quello che accade tra il principe William e la bambina: la piccola sa che lui la può capire, senza che lei debba spiegargli niente. Né il senso di abbandono, né le paure, né lo smarriment­o: lui sa già com’è». C’è una comunione, insomma, un legame profondo che unisce chi ha perso il padre o la madre. «Gli orfani si cercano», lo ha affermato anche il regista Paolo Sorrentino in una recente intervista, nella quale ha raccontato della scomparsa traumatica di entrambi i genitori, morti nel sonno a causa di una stufa. Il dolore di questa perdita lo ha accompagna­to per tutta la vita e ne troviamo traccia nel suo recente lavoro

The young Pope. Il giovane papa immaginato da Sorrentino e impersonat­o da Jude Law proviene da un orfanotrof­io. Si prenderà cura di lui Suor Mary (Diane Keaton), lei stessa orfana, con la quale si instaurerà un vero e proprio sodalizio. «Non importa come, ma le emozioni che nascono da un lutto devono essere espresse. Soprattutt­o quando a soffrire è un bambino», aggiunge Gallucci. «Attraverso una favola, un gioco, un disegno, il bambino va aiutato a parlare, invitato a fare domande e a coltivare il ricordo di chi non c’è più». Ed è proprio questo il consiglio che anche il principe William rivolge alla bambina: «Parli mai del tuo papà? È molto importante farlo».

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Il video con il principe William è qui: tinyurl. com/glttxbd

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