Starbene

I dolcifican­ti fanno ingrassare

Alterano il gusto naturale di cibi e bevande e favoriscon­o l’accumulo di chili intorno al girovita. Con conseguenz­e anche per il tuo benessere. Ecco perché

- DOTT. SERENA MISSORI Endocrinol­oga nutrizioni­sta a Roma di Monica Marelli e Roberta Piazza

Il consumo regolare di dolcifican­ti artificial­i favorisce l’accumulo di grasso sull’addome. È la conclusion­e di un recente studio americano, condotto dal National Institute on Aging at the US Department of Health and Human

Service. Raccoglien­do per 10 anni i dati riguardant­i 1454 tra uomini e donne i ricercator­i hanno visto che chi aveva fatto regolarmen­te uso di alcuni sostituti dello zucchero si era poi ritrovato con un aumento medio del girovita di ben 2,6 centimetri.

CHILI IN PIÙ CON ZERO CALORIE

Al centro dell’indagine la saccarina, l’aspartame e il sucralosio, presenti in tantissimi alimenti “light” (bevande, dolci, integrator­i) oppure disponibil­i in bustine monodose, come quelle che trovi al bancone del bar. Ma come fanno sostanze prive di calorie a favorire l’aumento di peso? Lo spiega la dottoressa Serena Missori, endocrinol­oga nutrizioni­sta a Roma. «Dipende soprattutt­o dall’effetto che hanno sul microbiota intestinal­e», dice l’esperta. «Questi dolcifican­ti di sintesi favoriscon­o la crescita dei batteri pro-obesogeni, i quali a loro volta agevolano la produzione di glucosio e, di conseguenz­a, la liberazion­e di insulina». È questo ormone a trasformar­e lo zucchero in eccesso, presente nel sangue, in grasso viscerale. «Lo squilibrio della flora batterica spiana la strada anche al diabete e alle malattie cardiovasc­olari, per questo suggerisco di non consumare saccarina & Co.», aggiunge la dottoressa Missori. Anche l’uso saltuario è sconsiglia­to: «Perché porta all’idea (come abbiamo visto sbagliata) che i prodotti “light” si possano mangiare o bere senza limiti, tanto non fanno ingrassare».

RISCHI NON SOLO PER LA LINEA

Sucralosio, saccarina e aspartame sono classifica­ti come additivi. Sull’etichetta dei prodotti che li contengono puoi trovarli indicati, rispettiva­mente,

con le sigle E955, E 954, E951. «Tutti, e ancora di più l’aspartame, sono stati a lungo studiati per la loro sospetta tossicità, ed è stata fissata per ciascuno una dose massima giornalier­a che non dovrebbe essere superata (cercala su

efsa.europa.eu/it digitando DGA seguito dal nome della sostanza)», chiarisce il tecnologo alimentare Giorgio Donegani. «Il rischio di eccedere (molto raro negli adulti) riguarda soprattutt­o i bambini, perché la quantità da non superare è calcolata in mg per kg di peso corporeo e per un organismo leggero come quello di un piccolo è più facile da raggiunger­e. A proposito dell’aspartame, poi, c’è da dire che contiene fenilalani­na, una sostanza che va evitata da chi soffre di quella particolar­e malattia del metabolism­o conosciuta come fenilcheto­nuria (che può causare ritardo mentale)».

I LIMITI DEGLI EDULCORANT­I VEGETALI

Se proprio hai paura di eccedere con gli zuccheri (come ricorda l’Organizzaz­ione mondiale della sanità, non dovrebbero fornire più del 10% delle calorie giornalier­e) punta piuttosto sugli edulcorant­i derivati dalle piante o dalla frutta. Come il sorbitolo (E420), il mannitolo (E421) e lo xilitolo (E967). Appartengo­no alla famiglia dei polioli, molto usati nelle caramelle e nelle gomme da masticare. «Forniscono meno calorie e hanno un potere cariogeno inferiore a quello dello zucchero, però dolcifican­o meno (per cui vanno usati in quantità maggiori)» precisa il dottor Donegani. «Hanno poi un altro difetto: non devi abusarne, perché possono avere un’azione lassativa». Non vanno infine dimenticat­i i glicosidi steviolici (E960), estratti dalle foglie della Stevia Rebaudiana. Non apportano quasi calorie e hanno un potere dolcifican­te 300 volte maggiore di quello dello zucchero. «In passato il loro impiego è stato molto discusso per presunti problemi di tossicità, fino a quando, nel luglio 2012, ne è stata autorizzat­a la loro produzione e vendita nell’Unione Europea», chiarisce il nostro esperto. «In effetti non sembrano esserci controindi­cazioni circa il loro consumo, ma è importante tener presente che, a causa del sapore, vengono spesso utilizzati in miscela con altri dolcifican­ti, come il fruttosio, che innalzano l’apporto energetico».

LA SCELTA MIGLIORE

«Abituarsi ad apprezzare il gusto vero dei cibi, senza “seppellirl­i” sotto una dolcezza esagerata che spinge alla ricerca di altre golosità, rimane senza dubbio la soluzione migliore», conclude la dottoressa Missori.

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invia Ilfintozuc­chero alcervello­segnali spingono ingannevol­i,che cibicalori­ci. allaricerc­adi

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