I dolcificanti fanno ingrassare
Alterano il gusto naturale di cibi e bevande e favoriscono l’accumulo di chili intorno al girovita. Con conseguenze anche per il tuo benessere. Ecco perché
Il consumo regolare di dolcificanti artificiali favorisce l’accumulo di grasso sull’addome. È la conclusione di un recente studio americano, condotto dal National Institute on Aging at the US Department of Health and Human
Service. Raccogliendo per 10 anni i dati riguardanti 1454 tra uomini e donne i ricercatori hanno visto che chi aveva fatto regolarmente uso di alcuni sostituti dello zucchero si era poi ritrovato con un aumento medio del girovita di ben 2,6 centimetri.
CHILI IN PIÙ CON ZERO CALORIE
Al centro dell’indagine la saccarina, l’aspartame e il sucralosio, presenti in tantissimi alimenti “light” (bevande, dolci, integratori) oppure disponibili in bustine monodose, come quelle che trovi al bancone del bar. Ma come fanno sostanze prive di calorie a favorire l’aumento di peso? Lo spiega la dottoressa Serena Missori, endocrinologa nutrizionista a Roma. «Dipende soprattutto dall’effetto che hanno sul microbiota intestinale», dice l’esperta. «Questi dolcificanti di sintesi favoriscono la crescita dei batteri pro-obesogeni, i quali a loro volta agevolano la produzione di glucosio e, di conseguenza, la liberazione di insulina». È questo ormone a trasformare lo zucchero in eccesso, presente nel sangue, in grasso viscerale. «Lo squilibrio della flora batterica spiana la strada anche al diabete e alle malattie cardiovascolari, per questo suggerisco di non consumare saccarina & Co.», aggiunge la dottoressa Missori. Anche l’uso saltuario è sconsigliato: «Perché porta all’idea (come abbiamo visto sbagliata) che i prodotti “light” si possano mangiare o bere senza limiti, tanto non fanno ingrassare».
RISCHI NON SOLO PER LA LINEA
Sucralosio, saccarina e aspartame sono classificati come additivi. Sull’etichetta dei prodotti che li contengono puoi trovarli indicati, rispettivamente,
con le sigle E955, E 954, E951. «Tutti, e ancora di più l’aspartame, sono stati a lungo studiati per la loro sospetta tossicità, ed è stata fissata per ciascuno una dose massima giornaliera che non dovrebbe essere superata (cercala su
efsa.europa.eu/it digitando DGA seguito dal nome della sostanza)», chiarisce il tecnologo alimentare Giorgio Donegani. «Il rischio di eccedere (molto raro negli adulti) riguarda soprattutto i bambini, perché la quantità da non superare è calcolata in mg per kg di peso corporeo e per un organismo leggero come quello di un piccolo è più facile da raggiungere. A proposito dell’aspartame, poi, c’è da dire che contiene fenilalanina, una sostanza che va evitata da chi soffre di quella particolare malattia del metabolismo conosciuta come fenilchetonuria (che può causare ritardo mentale)».
I LIMITI DEGLI EDULCORANTI VEGETALI
Se proprio hai paura di eccedere con gli zuccheri (come ricorda l’Organizzazione mondiale della sanità, non dovrebbero fornire più del 10% delle calorie giornaliere) punta piuttosto sugli edulcoranti derivati dalle piante o dalla frutta. Come il sorbitolo (E420), il mannitolo (E421) e lo xilitolo (E967). Appartengono alla famiglia dei polioli, molto usati nelle caramelle e nelle gomme da masticare. «Forniscono meno calorie e hanno un potere cariogeno inferiore a quello dello zucchero, però dolcificano meno (per cui vanno usati in quantità maggiori)» precisa il dottor Donegani. «Hanno poi un altro difetto: non devi abusarne, perché possono avere un’azione lassativa». Non vanno infine dimenticati i glicosidi steviolici (E960), estratti dalle foglie della Stevia Rebaudiana. Non apportano quasi calorie e hanno un potere dolcificante 300 volte maggiore di quello dello zucchero. «In passato il loro impiego è stato molto discusso per presunti problemi di tossicità, fino a quando, nel luglio 2012, ne è stata autorizzata la loro produzione e vendita nell’Unione Europea», chiarisce il nostro esperto. «In effetti non sembrano esserci controindicazioni circa il loro consumo, ma è importante tener presente che, a causa del sapore, vengono spesso utilizzati in miscela con altri dolcificanti, come il fruttosio, che innalzano l’apporto energetico».
LA SCELTA MIGLIORE
«Abituarsi ad apprezzare il gusto vero dei cibi, senza “seppellirli” sotto una dolcezza esagerata che spinge alla ricerca di altre golosità, rimane senza dubbio la soluzione migliore», conclude la dottoressa Missori.