DOPO IL TUMORE: SENO NUOVO MA NIENTE PROTESI
Oggi si può scegliere la ricostruzione “silicon free”. Si effettua con autoinnesti di tessuto o di cellule. Con un effetto molto naturale
Novità per le 50.000 italiane che ogni anno vengono operate di tumore al seno. Un intervento pesante sul piano fisico e psicologico, specie per chi si sottopone a mastectomia, vera e propria mutilazione della propria immagine corporea. E poiché non tutte le donne sono propense all’inserimento delle protesi al silicone, che con il passare degli anni possono dare problemi (incapsulamento, indurimento, rottura parziale o totale) si stanno affermando tecniche ricostruttive alternative.
UN PICCOLO AUTOTRAPIANTO La ricostruzione più innovativa è il cosiddetto Diep flap, basato sull’autotrapianto di tessuto. «In Italia viene praticato dai centri di eccellenza in microchirugia (bisogna “ricucire” vene e arterie del diametro di un millimetro) ed è a carico del Ssn», premette il professor Giorgio De Santis, docente di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica all’Università di Modena e Reggio Emilia e direttore dell’omonima unità al Policlinico di Modena. «Si preleva una losanga di tessuto dall’addome, pari a 600-800 grammi: pelle, ma anche adipe nonché vene e arterie nutritive. Vengono, invece, lasciati intatti i muscoli», spiega De Santis. «Il prelievo prevede una cicatrice a “mezzaluna” un po’ più lunga di quella del cesareo. Il tessuto asportato in tutto il suo spessore viene quindi rimodellato a forma di cono e innestato a livello del seno mancante. Quindi, grazie al lavoro di cesello al microscopio operatorio, vengono ricollegate vene e arterie con quelle mammarie. Così il nuovo seno risulta irrorato, “vivo” e naturale». Dopo sei mesi, con un breve intervento ambulatoriale, si ricostruiscono il capezzolo e l’areola mammaria, utilizzando i lembi di pelle estroflessi lasciati dalla precedente operazione, uniti a triangolo per dare l’effetto-proiezione». Il Diep flap richiede 4 giorni di ricovero e lascia cicatrici poco visibili, nel solco sottomammario e nella zona del capezzolo. Il vantaggio “collaterale”? Una pancia piatta, perché il grasso è asportato per dare forma al seno nuovo.