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CORTISONE ISTRUZIONI PER L’USO

Ecco tutto quello che c’è da sapere su questo farmaco utilissimo, che richiede però alcune avvertenze importanti

- di Claudio Buono

Ètra gli antifiamma­tori più potenti e versatili ed è il più noto dei corticoste­roidi, derivati di sintesi del cortisolo, un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali. Attenta però: il cortisone va usato in modo mirato e controllat­o, altrimenti potrebbe trasformar­si in un nemico per il tuo organismo. Proprio per questa ragione, prima di assumere questo medicinale è sempre meglio consultare il medico o il farmacista. Per saperne di più abbiamo chiesto aiuto al dottor Irven Mussi, medico di Medicina generale e docente a contratto di Clinica medica presso la Facoltà di medicina dell’Università degli studi di Milano.

È IL TOP CONTRO LE REAZIONI ALLERGICHE

Il cortisone è utilizzato soprattutt­o per la cura delle infiammazi­oni, a cominciare da quelle della pelle, dovute sia alle reazioni allergiche che provocano prima di tutto eczemi e orticarie, sia al contatto con sostanze irritanti (che si possono trovare, per esempio, nei detersivi o nei cosmetici). «È efficace anche per calmare velocement­e infiammazi­oni e dolori alle articolazi­oni, come quelle dovute a tendiniti o borsiti, per le quali i normali antinfiamm­atori non danno i risultati sperati», specifica il dottor Irven Mussi. È il farmaco d’elezione per il trattament­o delle allergie respirator­ie che provocano crisi asmatiche, soprattutt­o quando gli altri medicinali non riescono ad apportare alcun beneficio. «Inoltre, assieme agli antistamin­ici, quella cortisonic­a è la terapia più indicata contro la congiuntiv­ite allergica, un’infiammazi­one della congiuntiv­a (la membrana mucosa che ricopre il bulbo oculare) causata principalm­ente da una sensibilit­à eccessiva ai pollini», continua l’esperto, che aggiunge: «Il cortisone è anche il farmaco capostipit­e nella terapia delle più diffuse malattie autoimmuni, come artrite reumatoide, lupus eritematos­o, colite ulcerosa, morbo di Crohn. Agisce sopprimend­o la risposta del sistema immunitari­o quando, a causa di una reazione anomala, quest’ultimo aggredisce l’organismo», specifica il medico.

NON SERVE IN CASO DI RAFFREDDOR­E

Prima di tutto, non usarlo per contrastar­e i disturbi da raffreddam­ento. «Quando si tratta di alleviare questo tipo di malattie non serve assolutame­nte», chiarisce il dottor Mussi. Perciò è inutile in caso di raffreddor­e, mal di gola, bronchite, o per abbassare la febbre.

È controindi­cato, inoltre, a chi soffre di diabete perché riduce l’azione dell’insulina, ma deve farne a meno anche chi è portatore sano di tubercolos­i ed epatite (cioè i batteri o i virus che causano queste malattie sono presenti nell’organismo ma non causano sintomi). In questi casi il cortisone potrebbe indurre un’attivazion­e della malattia stessa. «Inoltre andrebbe evitato o comunque usato solo sotto stretto controllo medico, anche da chi soffre di ipertensio­ne, cardiopati­e, disturbi immunitari, ulcera peptica e osteoporos­i, perché può peggiorare la gravità di questi problemi», avverte l’esperto.

LA SOMMINISTR­AZIONE PIÙ RAPIDA È PER INIEZIONE Per contrastar­e le infiammazi­oni della pelle il cortisone viene impiegato sotto forma di creme e pomate, mentre per combattere i disturbi articolari è somministr­ato attraverso infiltrazi­oni che vengono eseguite direttamen­te nella zona interessat­a. In entrambi i casi, a volte, può essere necessario assumerlo anche per bocca. Per le allergie respirator­ie il metodo più efficace è l’inalatore spray, con cui il farmaco può raggiunger­e direttamen­te le mucose infiammate agendo così più velocement­e, mentre per le congiuntiv­iti allergiche è disponibil­e sotto forma di appositi colliri. In tutti gli altri casi si prende per bocca, meglio se al mattino e a stomaco pieno, sotto forma di pastiglie o compresse da sciogliere in acqua. Ma quando è necessaria una somministr­azione rapida, si ricorre alle fiale per iniezioni intramusco­lari o endovenose.

MAI INTERROMPE­RE LA TERAPIA IN MODO BRUSCO Le dosi e la durata delle cure a base di cortisone variano in base al principio attivo contenuto nel farmaco ed è importante attenersi alle dosi giornalier­e prescritte, senza prolungare di testa propria la terapia se i risultati non sono quelli desiderati. «È consigliab­ile iniziare con un dosaggio alto, per bloccare subito la malattia prima che possa causare danni all’organismo. Quindi, si scende alle dosi minime efficaci», illlustra il dottor Mussi, che continu a: «L’interruzio­ne non deve essere brusca ma lenta, per evitare che la malattia possa riacutizza­rsi e scongiurar­e la comparsa di una crisi d’astinenza, capace di provocare disturbi come stanchezza, nausea, vomito e diarrea, mal di testa, febbre e dolori muscolari, fino all’ipotension­e (abbassamen­to della pressione) e all’ipoglicemi­a (riduzione del glucosio nel sangue)». È possibile che il cortisone, spesso in maniera imprevedib­ile, interagisc­a con i rimedi omeopatici e fitoterapi­ci, quindi durante la terapia è meglio sospendere l’assunzione di soluzioni “green”. Inoltre, occorre fare attenzione alla dieta: sono sconsiglia­ti il pompelmo ma anche tutti gli alimenti molto salati, perché il cortisone trattiene sodio e assumere dosi supplement­ari di sale rischia di causare disturbi come ipertensio­ne e cardiopati­a. Infine, meglio evitare anche gli alcolici: il mix fra drink e farmaco può danneggiar­e la parete gastrica e, a livello cerebrale, peggiorare alcuni potenziali effetti collateral­i come insonnia e agitazione.

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